Il volume miscellaneo è certamente il più classico degli omaggi accademici. Una lunga tradizione vuole, infatti, che al raggiungimento di importanti traguardi della vita – come è, in questa occasione, il settantesimo compleanno di Piercarlo Grimaldi – amici, colleghi, allievi offrano una raccolta di scritti quale segno tangibile della stima, della riconoscenza verso un amico, un collega, un Maestro. Il libro si inserisce, quindi, in questa bella tradizione: un Festschrift, un omaggio festoso di studi e di riflessioni per chi, come Grimaldi, ha fatto dello studio e della riflessione critica non solo il proprio impegno professionale, ma anche la propria ragione di vita. Il volume però, pur inserendosi in una lunga e consolidata tradizione accademica, è soprattutto un liber amicorum, la testimonianza concreta e sincera dell’affetto e dell’amicizia verso una persona che sempre ha posto i rapporti umani e le relazioni personali al centro del proprio modo di essere e di operare. Il testo raccoglie i contributi di quarantacinque autori: se la Langa, il Piemonte, l’Italia (ma anche la Provenza, i Pirenei, il Congo…) sono stati i terreni privilegiati del quotidiano lavoro e delle frequentazioni più strette di Grimaldi e, pertanto, ad essi fa riferimento la maggioranza dei contributi pubblicati, non sono mancate adesioni da parte di studiosi attivi in Francia, Spagna, Svizzera, Romania e Stati Uniti, segno della vastità di relazioni ed amicizie, anche internazionali, che egli ha saputo costruire e consolidare nel corso della sua vita. Gli autori che hanno contribuito a questo volume sono alcuni degli amici che nel corso dei decenni hanno via via accompagnato Grimaldi sui sentieri antropologici che lui ha percorso (e precorso, anticipatore di sensibilità e attento osservatore dei ‘segni dei tempi’). Sono stati talvolta sentieri ardui da percorrere, infatti è stato impegnativo, per tutti coloro che lo hanno accompagnato, tenergli il passo. Grimaldi è una persona instancabile che ama percorrere “con insistenza e cocciutaggine i solitari e desolati terreni folklorici dei cortili di casa, mentre molti altri affollavano gli altrove che nobilitano la pratica del giro lungo”. In primis gli amici e colleghi torinesi Gian Luigi Bravo, Sergio Zoppi, Ambrogio Artoni, il fratello Renato, cui si sono via via aggiunti, da altre parti d’Italia e d’Europa, studiosi quali Luigi M. Lombardi Satriani, Antonino Buttitta, Marino Niola, Vito Teti, André Carénini, Jean-Dominique Lajoux, per non citarne che alcuni. Ad essi si sono successivamente aggiunti nel corso degli anni i colleghi del Piemonte Orientale (Cesare Emanuel, Giacomo Ferrari, Carlo Brusa, Giuseppe Zaccaria). La numerosa famiglia di amici si è poi allargata alle colline del Piemonte meridionale fino a ricomprendere le communitas dell’Università di Scienze Gastronomiche e di Slow Food (rappresentate in queste pagine da Carlo Petrini e Silvio Barbero). Sette autori di questo libro sono allievi diretti di Grimaldi: Davide Porporato, Tiziana Mo, Gianpaolo Fassino, cresciuti alla Facoltà di Magistero dell’Università di Torino, cui si sono aggiunti gli allievi vercellesi Michele Filippo Fontefrancesco, Cesare Locca, Battista Saiu e Matteo Varia, formatisi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Piemonte Orientale. I loro nomi sono solo una piccola rappresentanza delle centinaia di studenti che, nel corso dei decenni, hanno lavorato sui terreni etnografici del Piemonte, tutti orientati dalla mano sicura del Maestro e che ora proseguono e attuano gli insegnamenti dell’“antropologia dei cortili di casa” all’interno di istituzioni accademiche, nel tessuto associativo, nei musei etnografici, in tante realtà culturali e formative del Piemonte e dell’Italia. Dopo le generazioni di allievi torinesi e vercellesi, stanno ora crescendo sotto la guida di Grimaldi nuove leve di “apprendisti” antropologi nella communitas di Pollenzo: ad essi spetterà il compito di proseguire, nei prossimi anni, la linea tracciata dal Maestro, impegnandosi sui molti e nuovi terreni d’indagine che la sfida scientifica della costruzione delle olistiche “scienze gastronomiche” impone anche alle discipline etnoantropologiche. Il libro è articolato in otto sezioni. La prima, Vivere l’antropologia tra scienza e amicizie, presenta una serie di interventi in cui alcune delle principali esperienze di ricerca e di pratica antropologica di Grimaldi sono narrate da amici e colleghi che, con lui, hanno condiviso le differenti stagioni del suo lavoro: dapprima all’Università di Torino (con tre luoghi topici: la Facoltà di Magistero, l’Istituto di Sociologia, il Clau), poi all’Università del Piemonte Orientale, quindi all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Le altre sette sezioni riflettono alcuni dei differenti settori dell’antropologia culturale e delle discipline demoetnoantropologiche con cui Grimaldi si è confrontato nel corso della sua quarantennale pratica di ricerca: Antropologia del cibo, Antropologia simbolica, Sacro e profano, Feste e riti, Animali mitici, Fonti e ricerca etnoantropologica, Musei ed ecomusei. Altri temi, pure centrali negli interessi scientifici e nelle pratiche di ricerca di Grimaldi, quali la patrimonializzazione della memoria, l’antropologia visuale e quella applicata, sono affrontati trasversalmente nelle diverse sezioni. Tutti gli autori che hanno preso parte a questo corale lavoro di amicizia, infatti, hanno voluto misurarsi con temi e metodologie della ricerca vicini agli interessi e alle sensibilità antropologiche di Grimaldi. Un inserto fotografico narra per immagini alcune delle varie esperienze di vita e di lavoro con cui si è misurato nel corso di suoi settant’anni.

Sentieri della memoria. Studi offerti a Piercarlo Grimaldi in occasione del LXX compleanno

PORPORATO, Davide;G. Fassino
2015-01-01

Abstract

Il volume miscellaneo è certamente il più classico degli omaggi accademici. Una lunga tradizione vuole, infatti, che al raggiungimento di importanti traguardi della vita – come è, in questa occasione, il settantesimo compleanno di Piercarlo Grimaldi – amici, colleghi, allievi offrano una raccolta di scritti quale segno tangibile della stima, della riconoscenza verso un amico, un collega, un Maestro. Il libro si inserisce, quindi, in questa bella tradizione: un Festschrift, un omaggio festoso di studi e di riflessioni per chi, come Grimaldi, ha fatto dello studio e della riflessione critica non solo il proprio impegno professionale, ma anche la propria ragione di vita. Il volume però, pur inserendosi in una lunga e consolidata tradizione accademica, è soprattutto un liber amicorum, la testimonianza concreta e sincera dell’affetto e dell’amicizia verso una persona che sempre ha posto i rapporti umani e le relazioni personali al centro del proprio modo di essere e di operare. Il testo raccoglie i contributi di quarantacinque autori: se la Langa, il Piemonte, l’Italia (ma anche la Provenza, i Pirenei, il Congo…) sono stati i terreni privilegiati del quotidiano lavoro e delle frequentazioni più strette di Grimaldi e, pertanto, ad essi fa riferimento la maggioranza dei contributi pubblicati, non sono mancate adesioni da parte di studiosi attivi in Francia, Spagna, Svizzera, Romania e Stati Uniti, segno della vastità di relazioni ed amicizie, anche internazionali, che egli ha saputo costruire e consolidare nel corso della sua vita. Gli autori che hanno contribuito a questo volume sono alcuni degli amici che nel corso dei decenni hanno via via accompagnato Grimaldi sui sentieri antropologici che lui ha percorso (e precorso, anticipatore di sensibilità e attento osservatore dei ‘segni dei tempi’). Sono stati talvolta sentieri ardui da percorrere, infatti è stato impegnativo, per tutti coloro che lo hanno accompagnato, tenergli il passo. Grimaldi è una persona instancabile che ama percorrere “con insistenza e cocciutaggine i solitari e desolati terreni folklorici dei cortili di casa, mentre molti altri affollavano gli altrove che nobilitano la pratica del giro lungo”. In primis gli amici e colleghi torinesi Gian Luigi Bravo, Sergio Zoppi, Ambrogio Artoni, il fratello Renato, cui si sono via via aggiunti, da altre parti d’Italia e d’Europa, studiosi quali Luigi M. Lombardi Satriani, Antonino Buttitta, Marino Niola, Vito Teti, André Carénini, Jean-Dominique Lajoux, per non citarne che alcuni. Ad essi si sono successivamente aggiunti nel corso degli anni i colleghi del Piemonte Orientale (Cesare Emanuel, Giacomo Ferrari, Carlo Brusa, Giuseppe Zaccaria). La numerosa famiglia di amici si è poi allargata alle colline del Piemonte meridionale fino a ricomprendere le communitas dell’Università di Scienze Gastronomiche e di Slow Food (rappresentate in queste pagine da Carlo Petrini e Silvio Barbero). Sette autori di questo libro sono allievi diretti di Grimaldi: Davide Porporato, Tiziana Mo, Gianpaolo Fassino, cresciuti alla Facoltà di Magistero dell’Università di Torino, cui si sono aggiunti gli allievi vercellesi Michele Filippo Fontefrancesco, Cesare Locca, Battista Saiu e Matteo Varia, formatisi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Piemonte Orientale. I loro nomi sono solo una piccola rappresentanza delle centinaia di studenti che, nel corso dei decenni, hanno lavorato sui terreni etnografici del Piemonte, tutti orientati dalla mano sicura del Maestro e che ora proseguono e attuano gli insegnamenti dell’“antropologia dei cortili di casa” all’interno di istituzioni accademiche, nel tessuto associativo, nei musei etnografici, in tante realtà culturali e formative del Piemonte e dell’Italia. Dopo le generazioni di allievi torinesi e vercellesi, stanno ora crescendo sotto la guida di Grimaldi nuove leve di “apprendisti” antropologi nella communitas di Pollenzo: ad essi spetterà il compito di proseguire, nei prossimi anni, la linea tracciata dal Maestro, impegnandosi sui molti e nuovi terreni d’indagine che la sfida scientifica della costruzione delle olistiche “scienze gastronomiche” impone anche alle discipline etnoantropologiche. Il libro è articolato in otto sezioni. La prima, Vivere l’antropologia tra scienza e amicizie, presenta una serie di interventi in cui alcune delle principali esperienze di ricerca e di pratica antropologica di Grimaldi sono narrate da amici e colleghi che, con lui, hanno condiviso le differenti stagioni del suo lavoro: dapprima all’Università di Torino (con tre luoghi topici: la Facoltà di Magistero, l’Istituto di Sociologia, il Clau), poi all’Università del Piemonte Orientale, quindi all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Le altre sette sezioni riflettono alcuni dei differenti settori dell’antropologia culturale e delle discipline demoetnoantropologiche con cui Grimaldi si è confrontato nel corso della sua quarantennale pratica di ricerca: Antropologia del cibo, Antropologia simbolica, Sacro e profano, Feste e riti, Animali mitici, Fonti e ricerca etnoantropologica, Musei ed ecomusei. Altri temi, pure centrali negli interessi scientifici e nelle pratiche di ricerca di Grimaldi, quali la patrimonializzazione della memoria, l’antropologia visuale e quella applicata, sono affrontati trasversalmente nelle diverse sezioni. Tutti gli autori che hanno preso parte a questo corale lavoro di amicizia, infatti, hanno voluto misurarsi con temi e metodologie della ricerca vicini agli interessi e alle sensibilità antropologiche di Grimaldi. Un inserto fotografico narra per immagini alcune delle varie esperienze di vita e di lavoro con cui si è misurato nel corso di suoi settant’anni.
2015
9788884994035
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