The term ‘monastic borough’ is widely used in both the popular and scientific literature. It refers to a settlement clustered around an abbey of which there are clear traces, datable especially to the late medieval phases, also in north-western Italy, the area that represents the main focus of this article. The architectural and urban planning approach is often applied to this type of context using a regressive method designed to identify the origins and development of the complex; this approach is correlated, on the one hand, with archaeological evidence – albeit still very limited – and, on the other hand, with the written sources, revealing a context that is highly complex and hard to interpret, in which the processes that led to clustering followed complex trajectories. The picture that emerges, especially for the early medieval period, is fairly heterogeneous on a topographic and organisational level. These aspects must be considered against the background of specific developments, in which the theme of the polarisation exerted by the monastic complex and, in particular, by the church (often containing relics or bodies of venerated saints) is articulated in various ways, as demonstrated by the cases examined, from Borgo San Dalmazzo in Piedmont to the Emilian contexts of Bobbio, Nonantola, Borgo San Donnino-Fidenza, and the Ligurian centre of Brugnato. L'espressione "borgo monastico" è ampiamente ricorrente sia nella letteratura scientifica che nella produzione divulgativa. Essa fa riferimento ad un insediamento aggregato intorno ad un centro monastico, insediamento di cui sussistono chiare tracce, molto spesso riferibili al tardo medioevo, come accade anche nell'Italia nord-occidentale, oggetto specifico di attenzione in questo contributo. L'indagine di questo tipo di abitati si avvale frequentemente di un approccio architettonico e urbanistico, in termini regressivi, al fine di ricostruire le origini e gli sviluppi dell'insediamento. Questa prospettiva viene messa in dialogo, all'interno del contributo, con l'evidenza archeologica (per quanto piuttosto limitata dalla scarsità dei dati disponibili), ma anche con le fonti scritte, che rivelano una realtà complessa e spesso difficile da interpretare, in cui i processi di aggregazione dell'abitato seguono traiettorie non sempre lineari. Il quadro che emerge, specialmente per l'altomedioevo, è alquanto eterogeneo da un punto di vista topografico e per quanto attiene all'organizzazione spaziale. Questi aspetti devono essere considerati sullo sfondo di specifici sviluppi, in cui il tema della polarizzazione esercitata dal complesso monastico e, in particolare, dall'edificio di culto (spesso contenente reliquie o corpi di santi venerati) si articola in vari modi, come dimostrano i casi esaminati, da Borgo San Dalmazzo in Piemonte ai contesti emiliani di Bobbio, Nonantola, Borgo San Donnino-Fidenza, a quello ligure di Brugnato. linee di indagine.

Monasteri, poli devozionali e abitato: riflessioni sui “borghi monastici” di età medievale dell’Italia settentrionale, tra fonti scritte e strutture materiali

DESTEFANIS, ELEONORA
2018-01-01

Abstract

The term ‘monastic borough’ is widely used in both the popular and scientific literature. It refers to a settlement clustered around an abbey of which there are clear traces, datable especially to the late medieval phases, also in north-western Italy, the area that represents the main focus of this article. The architectural and urban planning approach is often applied to this type of context using a regressive method designed to identify the origins and development of the complex; this approach is correlated, on the one hand, with archaeological evidence – albeit still very limited – and, on the other hand, with the written sources, revealing a context that is highly complex and hard to interpret, in which the processes that led to clustering followed complex trajectories. The picture that emerges, especially for the early medieval period, is fairly heterogeneous on a topographic and organisational level. These aspects must be considered against the background of specific developments, in which the theme of the polarisation exerted by the monastic complex and, in particular, by the church (often containing relics or bodies of venerated saints) is articulated in various ways, as demonstrated by the cases examined, from Borgo San Dalmazzo in Piedmont to the Emilian contexts of Bobbio, Nonantola, Borgo San Donnino-Fidenza, and the Ligurian centre of Brugnato. L'espressione "borgo monastico" è ampiamente ricorrente sia nella letteratura scientifica che nella produzione divulgativa. Essa fa riferimento ad un insediamento aggregato intorno ad un centro monastico, insediamento di cui sussistono chiare tracce, molto spesso riferibili al tardo medioevo, come accade anche nell'Italia nord-occidentale, oggetto specifico di attenzione in questo contributo. L'indagine di questo tipo di abitati si avvale frequentemente di un approccio architettonico e urbanistico, in termini regressivi, al fine di ricostruire le origini e gli sviluppi dell'insediamento. Questa prospettiva viene messa in dialogo, all'interno del contributo, con l'evidenza archeologica (per quanto piuttosto limitata dalla scarsità dei dati disponibili), ma anche con le fonti scritte, che rivelano una realtà complessa e spesso difficile da interpretare, in cui i processi di aggregazione dell'abitato seguono traiettorie non sempre lineari. Il quadro che emerge, specialmente per l'altomedioevo, è alquanto eterogeneo da un punto di vista topografico e per quanto attiene all'organizzazione spaziale. Questi aspetti devono essere considerati sullo sfondo di specifici sviluppi, in cui il tema della polarizzazione esercitata dal complesso monastico e, in particolare, dall'edificio di culto (spesso contenente reliquie o corpi di santi venerati) si articola in vari modi, come dimostrano i casi esaminati, da Borgo San Dalmazzo in Piemonte ai contesti emiliani di Bobbio, Nonantola, Borgo San Donnino-Fidenza, a quello ligure di Brugnato. linee di indagine.
2018
978-88-6274-845-2
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