Si presenta la teoria della lettura di Vittorio Spinazzola alla luce dei suoi fondamenti estetici e del suo attraversamento militante del sistema letterario di cui vengono presi in carico centri e periferie in ragione di un pionieristico e coraggioso confronto con l’industria culturale e il mercato editoriale. Muovendo dal riconoscimento dell’imprescindibile discrimine del gusto, Spinazzola sottopone questa componente decisiva del crocianesimo estetico a una tensione che lo distanzia irreversibilmente dalle premesse neoidealistiche, orientando il proprio lavoro teorico e metodologico in direzione di un’antropologia della letteratura, e specificamente della lettura, alla quale l’intellettuale darà forma soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. È questa base antropologica – dichiaratamente materialista e funzionalista, che sostiene l’impianto sociologico-economico, non senza utili riferimenti freudiani, della critica e della teoria spinazzoliane. L’allacciamento inscindibile dei parametri della sensibilità e della riflessione conoscitiva affermata Spinazzola mette a fuoco la dimensione retorica – e dialogica – della lettura e dell’esperienza letteraria nella sua totalità, dal suo carattere relazionale costitutivo – ruoli, norme e negoziazioni della comunità letteraria su cui da sempre instancabilmente egli lavora – al fatto che qualunque singolo oggetto immaginativo è intriso di valori e gerarchie di valori, con i quali chi scrive e chi legge non può non fare i conti.
La divertente fatica per tutti. Vittorio Spinazzola teorico della lettura
Sini, Stefania Irene
2025-01-01
Abstract
Si presenta la teoria della lettura di Vittorio Spinazzola alla luce dei suoi fondamenti estetici e del suo attraversamento militante del sistema letterario di cui vengono presi in carico centri e periferie in ragione di un pionieristico e coraggioso confronto con l’industria culturale e il mercato editoriale. Muovendo dal riconoscimento dell’imprescindibile discrimine del gusto, Spinazzola sottopone questa componente decisiva del crocianesimo estetico a una tensione che lo distanzia irreversibilmente dalle premesse neoidealistiche, orientando il proprio lavoro teorico e metodologico in direzione di un’antropologia della letteratura, e specificamente della lettura, alla quale l’intellettuale darà forma soprattutto negli anni Ottanta e Novanta. È questa base antropologica – dichiaratamente materialista e funzionalista, che sostiene l’impianto sociologico-economico, non senza utili riferimenti freudiani, della critica e della teoria spinazzoliane. L’allacciamento inscindibile dei parametri della sensibilità e della riflessione conoscitiva affermata Spinazzola mette a fuoco la dimensione retorica – e dialogica – della lettura e dell’esperienza letteraria nella sua totalità, dal suo carattere relazionale costitutivo – ruoli, norme e negoziazioni della comunità letteraria su cui da sempre instancabilmente egli lavora – al fatto che qualunque singolo oggetto immaginativo è intriso di valori e gerarchie di valori, con i quali chi scrive e chi legge non può non fare i conti.File | Dimensione | Formato | |
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