Il Disturbo Depressivo Maggiore (MDD) è una condizione psichiatrica diffusa che impatta il funzionamento sociale e lavorativo, rendendolo una delle principali cause di disabilità. La diagnosi di MDD rimane clinica, basandosi sui criteri del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM)-5, poiché i biomarcatori non sono ancora stati validati per scopi diagnostici o come predittori della risposta al trattamento. Le strategie terapeutiche tradizionali spesso seguono un approccio uniforme, ottenendo risultati subottimali per molti pazienti che non sperimentano risposta o recupero. Diversi studi hanno riportato un'associazione tra MDD e disfunzione del sistema immunitario, ma pochi si sono concentrati sulla caratterizzazione approfondita delle cellule circolanti durante la fase acuta del MDD. Questo lavoro si è proposto di immunofenotipizzare le cellule del sangue periferico nella fase di ricaduta del disturbo, per identificare popolazioni cellulari rilevanti per il monitoraggio clinico dei pazienti. È stata condotta un'analisi multiparametrica sul sangue periferico di 60 pazienti con MDD utilizzando la citometria a flusso per identificare i linfociti (naive/effettori, memoria, regolatori) e le cellule mieloidi (cellule dendritiche, monociti). Sono state studiate le associazioni tra immunofenotipo, sintomi depressivi, funzionamento sociale e lavorativo e qualità della vita soggettiva durante la fase acuta e dopo tre mesi di trattamento. L'analisi multivariata ha mostrato che i CD4+ effettori terminalmente differenziati della memoria (TEMRA) erano associati a sintomi depressivi più gravi, con particolare enfasi sulle caratteristiche anedoniche e su un peggior funzionamento sociale e lavorativo e qualità della vita. I CD8+ TEMRA erano associati a sintomi depressivi legati alla disperazione. Al contrario, i Tregs ICOS+ erano associati a ideazioni suicide di bassa intensità, suggerendo un ruolo protettivo. I CD4+ effettori della memoria (EM) basali erano predittori negativi della riduzione dei sintomi depressivi dopo tre mesi di trattamento, mentre le cellule dendritiche plasmacitoidi (pDC) predicevano la riduzione della disperazione. Questi risultati confermano il coinvolgimento del sistema immunitario nel MDD e dimostrano l'esistenza di firme immunologiche associate alla gravità degli episodi depressivi maggiori e alla risposta al trattamento, che potrebbero guidare il monitoraggio clinico e future terapie personalizzate.
Deep immunophenotyping of circulating immune cells in major depressive disorder patients reveals immune correlates of clinical course and treatment response
Fabiola Stolfi;Davide Raineri;Camilla Barbero Mazzucca;Ali Ghazanfar;Lorenza Scotti;Riccardo Sinella;Giuseppe Cappellano;Annalisa Chiocchetti
2025-01-01
Abstract
Il Disturbo Depressivo Maggiore (MDD) è una condizione psichiatrica diffusa che impatta il funzionamento sociale e lavorativo, rendendolo una delle principali cause di disabilità. La diagnosi di MDD rimane clinica, basandosi sui criteri del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM)-5, poiché i biomarcatori non sono ancora stati validati per scopi diagnostici o come predittori della risposta al trattamento. Le strategie terapeutiche tradizionali spesso seguono un approccio uniforme, ottenendo risultati subottimali per molti pazienti che non sperimentano risposta o recupero. Diversi studi hanno riportato un'associazione tra MDD e disfunzione del sistema immunitario, ma pochi si sono concentrati sulla caratterizzazione approfondita delle cellule circolanti durante la fase acuta del MDD. Questo lavoro si è proposto di immunofenotipizzare le cellule del sangue periferico nella fase di ricaduta del disturbo, per identificare popolazioni cellulari rilevanti per il monitoraggio clinico dei pazienti. È stata condotta un'analisi multiparametrica sul sangue periferico di 60 pazienti con MDD utilizzando la citometria a flusso per identificare i linfociti (naive/effettori, memoria, regolatori) e le cellule mieloidi (cellule dendritiche, monociti). Sono state studiate le associazioni tra immunofenotipo, sintomi depressivi, funzionamento sociale e lavorativo e qualità della vita soggettiva durante la fase acuta e dopo tre mesi di trattamento. L'analisi multivariata ha mostrato che i CD4+ effettori terminalmente differenziati della memoria (TEMRA) erano associati a sintomi depressivi più gravi, con particolare enfasi sulle caratteristiche anedoniche e su un peggior funzionamento sociale e lavorativo e qualità della vita. I CD8+ TEMRA erano associati a sintomi depressivi legati alla disperazione. Al contrario, i Tregs ICOS+ erano associati a ideazioni suicide di bassa intensità, suggerendo un ruolo protettivo. I CD4+ effettori della memoria (EM) basali erano predittori negativi della riduzione dei sintomi depressivi dopo tre mesi di trattamento, mentre le cellule dendritiche plasmacitoidi (pDC) predicevano la riduzione della disperazione. Questi risultati confermano il coinvolgimento del sistema immunitario nel MDD e dimostrano l'esistenza di firme immunologiche associate alla gravità degli episodi depressivi maggiori e alla risposta al trattamento, che potrebbero guidare il monitoraggio clinico e future terapie personalizzate.File | Dimensione | Formato | |
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