Questo contributo illustra alcuni aspetti linguistici – e, latamente, storico-culturali – che emergono da testi latini di carattere notarile legati alle colonie di Chio e Cipro, stabilite dai genovesi d’Oltremare che solcarono il Mediterraneo di Levante tra i sec. XIV-XV. L’analisi si concentra in particolare su un corpus di atti rogati a Chio da Raffaele de Casanova e Giuliano de Canella e a Cipro da Lamberto di Sambuceto. Attraverso questi testi indagheremo alcuni aspetti specifici del panorama multilingue del Mediterraneo medievale, un’area storico-culturale fortemente mobile e interconnessa, di cui il mare rappresenta secondo Braudel “il più grande documento esistente della sua vita passata”, che ha da tempo sollecitato l’interesse dei linguisti interessati a vicende di contatto interlinguistico, allo sviluppo di lingue franche e commerciali e a repertori di tipo fluido, plurilingui e multigrafici (cfr. ad es. Orioles & Toso 2008, Molinelli 2015, Di Salvo & Muru 2016). In questo contesto, i genovesi giocarono un ruolo fondamentale attraverso la costruzione di attività economiche oltremare che portarono allo sviluppo di insediamenti e di isole linguistiche, delle vere e proprie “altre Genova”, secondo la definizione di Toso (2020: 31). Nello specifico, verrà esaminato un corpus di atti notarili rogati in latino ma forieri di interessanti emergenze alloglotte dovute al contesto sociolinguistico sia di Chio sia di Cipro, caratterizzato da uno spiccato mistilinguismo (greco, latino, varietà romanze, anche ebraico: cfr. ad es. Argenti 1958, Pistarino 1995: 434 su Chio). Lo studio qui presentato si iscrive all’interno di un più ampio progetto volto a esplorare gli effetti generati dal contatto e dall’interferenza linguistica nella macro-area geo-documentaria del mare nostrum, e mira ad aggiungere un tassello alla caratterizzazione linguistica della figura del notaio genovese nell’epoca del suo maggior “prestigio e potere” (Costamagna 1970; cfr. anche Olgiati 1994).

Sulle rotte linguistiche dei genovesi d’Oltremare: prime analisi di un corpus di atti rogati in latino a Chio nel XIV secolo

Irene De Felice
;
Chiara Fedriani
2024-01-01

Abstract

Questo contributo illustra alcuni aspetti linguistici – e, latamente, storico-culturali – che emergono da testi latini di carattere notarile legati alle colonie di Chio e Cipro, stabilite dai genovesi d’Oltremare che solcarono il Mediterraneo di Levante tra i sec. XIV-XV. L’analisi si concentra in particolare su un corpus di atti rogati a Chio da Raffaele de Casanova e Giuliano de Canella e a Cipro da Lamberto di Sambuceto. Attraverso questi testi indagheremo alcuni aspetti specifici del panorama multilingue del Mediterraneo medievale, un’area storico-culturale fortemente mobile e interconnessa, di cui il mare rappresenta secondo Braudel “il più grande documento esistente della sua vita passata”, che ha da tempo sollecitato l’interesse dei linguisti interessati a vicende di contatto interlinguistico, allo sviluppo di lingue franche e commerciali e a repertori di tipo fluido, plurilingui e multigrafici (cfr. ad es. Orioles & Toso 2008, Molinelli 2015, Di Salvo & Muru 2016). In questo contesto, i genovesi giocarono un ruolo fondamentale attraverso la costruzione di attività economiche oltremare che portarono allo sviluppo di insediamenti e di isole linguistiche, delle vere e proprie “altre Genova”, secondo la definizione di Toso (2020: 31). Nello specifico, verrà esaminato un corpus di atti notarili rogati in latino ma forieri di interessanti emergenze alloglotte dovute al contesto sociolinguistico sia di Chio sia di Cipro, caratterizzato da uno spiccato mistilinguismo (greco, latino, varietà romanze, anche ebraico: cfr. ad es. Argenti 1958, Pistarino 1995: 434 su Chio). Lo studio qui presentato si iscrive all’interno di un più ampio progetto volto a esplorare gli effetti generati dal contatto e dall’interferenza linguistica nella macro-area geo-documentaria del mare nostrum, e mira ad aggiungere un tassello alla caratterizzazione linguistica della figura del notaio genovese nell’epoca del suo maggior “prestigio e potere” (Costamagna 1970; cfr. anche Olgiati 1994).
2024
979-12-5469-760-3
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11579/201066
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