Negli anni Sessanta, Mario Pomilio vive un periodo di crisi creativa che lo allontana per diversi anni dalla creazione di opere di finzione. Tuttavia, negli stessi anni, lo scrittore di Orsogna non rimane intellettualmente immobile, anzi: accanto alla sua produzione accademica su Pirandello e Verga, nel 1967 Pomilio pubblica Contestazioni, una raccolta di saggi militanti in cui reagisce contro varie posizioni esteticofilosofiche presenti nel campo letterario italiano del dopoguerra, in particolare quelle incarnate dalla koinè intellettuale nata intorno al Gruppo 63. Il nostro contributo intende esaminare da vicino le «contestazioni» pomiliane, saggiandone la robustezza argomentativa e il rigore metodologico. Nel primo paragrafo, esamineremo la polemica dello scrittore abruzzese contro la concezione di “naturalismo” adottata da Renato Barilli e da Angelo Guglielmi; in tale contrasto emerge in maniera decisiva il richiamo del Pomilio filologo a una storicizzazione problematica e non ingenua delle correnti letterarie. Nel secondo paragrafo analizzeremo nel dettaglio le decostruzioni estetico-filosofiche delle posizioni neoavanguardiste proposte da Pomilio. Tali critiche, si vedrà, procedono insieme con un appello all’adozione di una prospettiva storicista affatto differente da quella promossa dall’estetica marxista, in quanto le posizioni di Pomilio sembrano trarre la propria linfa vitale dalla grande tradizione filologica europea del primo Novecento. Nelle conclusioni, osserveremo come sia stato, quindi, il laboratorio critico di Contestazioni a preparare il ritorno di Pomilio alla letteratura.

Le “Contestazioni” di Mario Pomilio: filologia e filosofia

Carlo Alessandro Caccia;Gioele Cristofari
2023-01-01

Abstract

Negli anni Sessanta, Mario Pomilio vive un periodo di crisi creativa che lo allontana per diversi anni dalla creazione di opere di finzione. Tuttavia, negli stessi anni, lo scrittore di Orsogna non rimane intellettualmente immobile, anzi: accanto alla sua produzione accademica su Pirandello e Verga, nel 1967 Pomilio pubblica Contestazioni, una raccolta di saggi militanti in cui reagisce contro varie posizioni esteticofilosofiche presenti nel campo letterario italiano del dopoguerra, in particolare quelle incarnate dalla koinè intellettuale nata intorno al Gruppo 63. Il nostro contributo intende esaminare da vicino le «contestazioni» pomiliane, saggiandone la robustezza argomentativa e il rigore metodologico. Nel primo paragrafo, esamineremo la polemica dello scrittore abruzzese contro la concezione di “naturalismo” adottata da Renato Barilli e da Angelo Guglielmi; in tale contrasto emerge in maniera decisiva il richiamo del Pomilio filologo a una storicizzazione problematica e non ingenua delle correnti letterarie. Nel secondo paragrafo analizzeremo nel dettaglio le decostruzioni estetico-filosofiche delle posizioni neoavanguardiste proposte da Pomilio. Tali critiche, si vedrà, procedono insieme con un appello all’adozione di una prospettiva storicista affatto differente da quella promossa dall’estetica marxista, in quanto le posizioni di Pomilio sembrano trarre la propria linfa vitale dalla grande tradizione filologica europea del primo Novecento. Nelle conclusioni, osserveremo come sia stato, quindi, il laboratorio critico di Contestazioni a preparare il ritorno di Pomilio alla letteratura.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11579/181288
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