La tragedia del metronotte Giuseppe De Blasi, la rapina di via Montenapoleone, l’arresto della banda Cavallero: i casi che il cronista Dino Buzzati presenta al pubblico dei lettori del Corriere della Sera negli articoli degli anni Sessanta che abbiamo scelto di esaminare come campioni significativi1 abbracciano la città di Milano in tutta la sua estensione topografica e sociale e coinvolgono una fenomenologia umana variegata in cui il peso della folla non priva gli individui dei loro nitidi contorni. Strade, appartamenti, caserme, bar, tribunali, illuminati da luci livide o avvolti nella penombra notturna, costituiscono i tasselli di uno scenario di vicende e personaggi reali restituiti con precisione fotografica e rispetto della brevitas richiesto dal genere giornalistico. La rappresentazione di queste cronache è però tutt’altro che impersonale: al contrario, la presenza dell’io scrivente, del suo èthos che giudica, commenta, ironizza o compatisce, pervade ogni rigo. Un’analisi narratologica attenta ai procedimenti di impostazione della voce narrante e della focalizzazione può verificare come la scrittura della ‘nera’ traduca le percezioni visive, rammemorative o immaginative del testimone in figure verbali, e come viceversa l’atto della lettura restituisca alle parole dello scrittore la vividezza delle immagini, in una circolarità consustanziale alla multiforme personalità creativa di Buzzati.
Attraverso l’immaginario: figure e percezioni della ‘nera’ di Buzzati
Stefania Irene Sini
2023-01-01
Abstract
La tragedia del metronotte Giuseppe De Blasi, la rapina di via Montenapoleone, l’arresto della banda Cavallero: i casi che il cronista Dino Buzzati presenta al pubblico dei lettori del Corriere della Sera negli articoli degli anni Sessanta che abbiamo scelto di esaminare come campioni significativi1 abbracciano la città di Milano in tutta la sua estensione topografica e sociale e coinvolgono una fenomenologia umana variegata in cui il peso della folla non priva gli individui dei loro nitidi contorni. Strade, appartamenti, caserme, bar, tribunali, illuminati da luci livide o avvolti nella penombra notturna, costituiscono i tasselli di uno scenario di vicende e personaggi reali restituiti con precisione fotografica e rispetto della brevitas richiesto dal genere giornalistico. La rappresentazione di queste cronache è però tutt’altro che impersonale: al contrario, la presenza dell’io scrivente, del suo èthos che giudica, commenta, ironizza o compatisce, pervade ogni rigo. Un’analisi narratologica attenta ai procedimenti di impostazione della voce narrante e della focalizzazione può verificare come la scrittura della ‘nera’ traduca le percezioni visive, rammemorative o immaginative del testimone in figure verbali, e come viceversa l’atto della lettura restituisca alle parole dello scrittore la vividezza delle immagini, in una circolarità consustanziale alla multiforme personalità creativa di Buzzati.File | Dimensione | Formato | |
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