Il saggio opera un riesame della 'Vita' dedicata da Giorgio Vasari a Sandro Botticelli nelle due edizioni delle 'Vite' (1550, 1568), verificando, fonti e dati documentari alla mano, la fondatezza di numerose affermazioni del grande storiografo. Al tempo stesso il saggio procede nell'analisi delle varianti apportare da Vasari nella seconda versione della biografia, provando e individuare le motivazioni per le quali egli volle ulteriormente mortificare il profilo dell'artista, delineato attraverso termini che Vasari riserva solo a pochi altri artisti (da Paolo Uccello a Piero di Cosimo a Giovan Antonio Bazzi) analogamente dipinti come 'stravaganti', 'inquieti' e la cui personalità è caratterizzata da 'trascurataggine' e 'bestalità'. La identificazione di un tale carattere e di un tale profilo finisce non solo per contrastare, ma alla fine anche per sovrastare l'apprezzamento vasariano per le qualità, e sopra tutte la 'bellezza' delle opere di Sandro Botticelli, da quelle giovanili a 'La Calunnia' degli anni novanta del Quattrocento per la quale il biografo nutre quasi una venerazione. Al di là dell'analisi dei due testi e della verifica delle variazioni apportate, di come esse siano andate a smorzare i pochi passi in cui, nel 1550, Vasari aveva espresso apprezzamento, evidenziando anche i legami di Sandro con l'ambiente artistico fiorentino e con i Medici, il saggio vuole individuare le motivazioni di quella che appare come una vera e propria operazione di 'character assassination', secondo la definizione di U. Rhem. Nel passaggio tra la prima e la seconda edizione, attraverso la banalizzazione della bellezza (il termine è utilizzato spessissimo all'interno della 'Vita') ed eliminando strategicamente riferimenti al contesto storico, Vasari giunse ad un sostanziale appiattimento sia del tono narrativo di questa 'Vita', sia della biografia stessa. Se la critica tende ad attribuire al supposto avvicinamento di Botticelli al mondo savonaroliano la scarsa simpatia di Vasari nei suoi confronti e la conseguente lettura delle sue vicende alla luce dei fatti che caratterizzarono la vita fiorentina negli anni del Savonarola, la 'Vita' vasariana di Botticelli, nelle due versioni, va invece letta all'interno dell'architetture delle 'Vite', nella logica della sua complessa costruzione ed in quella dei diversi e rispettivi pesi e contrappesi in essa distribuiti tra gli artisti.
Botticelli et Vasari: points et réflexions sur la biographie du peintre
Patrizia Zambrano
2021-01-01
Abstract
Il saggio opera un riesame della 'Vita' dedicata da Giorgio Vasari a Sandro Botticelli nelle due edizioni delle 'Vite' (1550, 1568), verificando, fonti e dati documentari alla mano, la fondatezza di numerose affermazioni del grande storiografo. Al tempo stesso il saggio procede nell'analisi delle varianti apportare da Vasari nella seconda versione della biografia, provando e individuare le motivazioni per le quali egli volle ulteriormente mortificare il profilo dell'artista, delineato attraverso termini che Vasari riserva solo a pochi altri artisti (da Paolo Uccello a Piero di Cosimo a Giovan Antonio Bazzi) analogamente dipinti come 'stravaganti', 'inquieti' e la cui personalità è caratterizzata da 'trascurataggine' e 'bestalità'. La identificazione di un tale carattere e di un tale profilo finisce non solo per contrastare, ma alla fine anche per sovrastare l'apprezzamento vasariano per le qualità, e sopra tutte la 'bellezza' delle opere di Sandro Botticelli, da quelle giovanili a 'La Calunnia' degli anni novanta del Quattrocento per la quale il biografo nutre quasi una venerazione. Al di là dell'analisi dei due testi e della verifica delle variazioni apportate, di come esse siano andate a smorzare i pochi passi in cui, nel 1550, Vasari aveva espresso apprezzamento, evidenziando anche i legami di Sandro con l'ambiente artistico fiorentino e con i Medici, il saggio vuole individuare le motivazioni di quella che appare come una vera e propria operazione di 'character assassination', secondo la definizione di U. Rhem. Nel passaggio tra la prima e la seconda edizione, attraverso la banalizzazione della bellezza (il termine è utilizzato spessissimo all'interno della 'Vita') ed eliminando strategicamente riferimenti al contesto storico, Vasari giunse ad un sostanziale appiattimento sia del tono narrativo di questa 'Vita', sia della biografia stessa. Se la critica tende ad attribuire al supposto avvicinamento di Botticelli al mondo savonaroliano la scarsa simpatia di Vasari nei suoi confronti e la conseguente lettura delle sue vicende alla luce dei fatti che caratterizzarono la vita fiorentina negli anni del Savonarola, la 'Vita' vasariana di Botticelli, nelle due versioni, va invece letta all'interno dell'architetture delle 'Vite', nella logica della sua complessa costruzione ed in quella dei diversi e rispettivi pesi e contrappesi in essa distribuiti tra gli artisti.File | Dimensione | Formato | |
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