Il volume presenta il sito del monastero di Castelletto Cervo, oggetto di approfondita indagine da parte del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale sin dal 2006, in cui lo scavo (campagne 2009-2012) e l’archeologia dell’architettura hanno trovato integrazione con la ricerca archivistica e storico-artistica, avvalendosi di indagini archeometriche ad ampio spettro, nel quadro di progetti di ricerca internazionali. I risultati presentati in questo volume si inseriscono nel dibattito storiografico che investe sia l’archeologia dei monasteri, con una specifica attenzione agli aspetti topografico-spaziali e funzionali, sia gli studi sul mondo cluniacense, soprattutto alla luce delle scoperte derivanti dagli scavi attualmente in corso a Cluny, che spingono a rivedere le conoscenze consolidate sull’abbazia borgognona, sull’articolazione dei suoi spazi e sulla periodizzazione delle sue fasi costruttive. Queste nuove acquisizioni inducono anche a riconsiderare sotto una diversa prospettiva l’organizzazione – al tempo stesso architettonica, spaziale e liturgica – delle dipendenze e in particolare dei priorati, che mantennero per secoli un legame con Cluny.

INTONACI

ARDIZIO, Gabriele;RINAUDO, Caterina;CROCE, Alessandro;
2015-01-01

Abstract

Il volume presenta il sito del monastero di Castelletto Cervo, oggetto di approfondita indagine da parte del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale sin dal 2006, in cui lo scavo (campagne 2009-2012) e l’archeologia dell’architettura hanno trovato integrazione con la ricerca archivistica e storico-artistica, avvalendosi di indagini archeometriche ad ampio spettro, nel quadro di progetti di ricerca internazionali. I risultati presentati in questo volume si inseriscono nel dibattito storiografico che investe sia l’archeologia dei monasteri, con una specifica attenzione agli aspetti topografico-spaziali e funzionali, sia gli studi sul mondo cluniacense, soprattutto alla luce delle scoperte derivanti dagli scavi attualmente in corso a Cluny, che spingono a rivedere le conoscenze consolidate sull’abbazia borgognona, sull’articolazione dei suoi spazi e sulla periodizzazione delle sue fasi costruttive. Queste nuove acquisizioni inducono anche a riconsiderare sotto una diversa prospettiva l’organizzazione – al tempo stesso architettonica, spaziale e liturgica – delle dipendenze e in particolare dei priorati, che mantennero per secoli un legame con Cluny.
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