L’offerta ricettiva italiana sta sperimentando, negli ultimi anni, nuove forme di ricettività volte a valorizzare le zone rurali e di montagna in tutte le loro specificità ambientali e culturali; sono i modelli di ospitalità diffusa, che si presentano con denominazioni e formule gestionali differenti. Tra questi rientra l’”albergo diffuso” che può essere, in sintesi, definito come un albergo “orizzontale” concepito per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico o di un borgo abitato, potendo contare su tutti i servizi alberghieri alloggiando in case e camere dislocate in edifici diversi seppur vicini tra di loro. Nei contesti montani, il riutilizzo di strutture presenti sul territorio, altrimenti lasciate in disuso, favorisce il potenziamento della ricettività con basso impatto ambientale, contribuisce alla valorizzazione di risorse e tipicità locali, genera processi di riqualificazione e rivitalizzazione territoriale e fornisce un significativo supporto ai programmi di recupero socio-economico delle comunità ancora resi denti. Colto in questa prospettiva, un “albergodiffuso” costituisce dunque una proposta innovativa e originale di ospitalità, ma al contemporappresenta un interessante modello di sviluppo turistico locale, sostenibile, endogeno ed integrato. A partire da queste considerazioni, il contributo si propone di fornire un quadro di conoscenza del fenomeno in Italia, dal punto di vista più generale delle norme e delle definizioni, per poi procedere ad analizzare le differenti declinazioni territoriali e formule organizzative degli alberghi diffusi presenti in numerosi centri e borghi montani, talora situati al di fuori dei tradizionali circuiti turistici, e a raccontare, infine, di alcuni casi di successo in cui la realizzazione di questo singolare albergo “che c’è ma non si vede” si è rilevata un importante volano di processi di sviluppo duraturo anche di aree montane svantaggiate o marginali.

Il ruolo dell’albergo diffuso nello sviluppo turistico dei territori montani: l’esperienza italiana tra tradizione e innovazione

CERUTTI, Stefania
2014-01-01

Abstract

L’offerta ricettiva italiana sta sperimentando, negli ultimi anni, nuove forme di ricettività volte a valorizzare le zone rurali e di montagna in tutte le loro specificità ambientali e culturali; sono i modelli di ospitalità diffusa, che si presentano con denominazioni e formule gestionali differenti. Tra questi rientra l’”albergo diffuso” che può essere, in sintesi, definito come un albergo “orizzontale” concepito per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un centro storico o di un borgo abitato, potendo contare su tutti i servizi alberghieri alloggiando in case e camere dislocate in edifici diversi seppur vicini tra di loro. Nei contesti montani, il riutilizzo di strutture presenti sul territorio, altrimenti lasciate in disuso, favorisce il potenziamento della ricettività con basso impatto ambientale, contribuisce alla valorizzazione di risorse e tipicità locali, genera processi di riqualificazione e rivitalizzazione territoriale e fornisce un significativo supporto ai programmi di recupero socio-economico delle comunità ancora resi denti. Colto in questa prospettiva, un “albergodiffuso” costituisce dunque una proposta innovativa e originale di ospitalità, ma al contemporappresenta un interessante modello di sviluppo turistico locale, sostenibile, endogeno ed integrato. A partire da queste considerazioni, il contributo si propone di fornire un quadro di conoscenza del fenomeno in Italia, dal punto di vista più generale delle norme e delle definizioni, per poi procedere ad analizzare le differenti declinazioni territoriali e formule organizzative degli alberghi diffusi presenti in numerosi centri e borghi montani, talora situati al di fuori dei tradizionali circuiti turistici, e a raccontare, infine, di alcuni casi di successo in cui la realizzazione di questo singolare albergo “che c’è ma non si vede” si è rilevata un importante volano di processi di sviluppo duraturo anche di aree montane svantaggiate o marginali.
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