I disturbi muscolo-scheletrici di natura lavorativa (DMSL) hanno avuto negli ultimi due decenni un netto incremento di incidenza e, analogamente ad altri ambienti lavorativi, il rischio di sviluppare un DMSL è elevato anche tra gli operatori sanitari dentali (OSD). Molti fattori di rischio dei DMSL possono essere minimizzati o eliminati grazie alla prevenzione e a strategie ergonomiche mirate. La prevenzione si basa sull’educazione degli OSD (riconoscimento tempestivo dei sintomi, corretta gestione della pratica lavorativa e del tempo libero) e sull’analisi di: 1) posture e gesti lavorativi (ad es. evitare eccessiva flessione del tronco e/o del capo, abduzione-flessione di spalle, ripetute flesso-estensioni di polso); 2) abbigliamento lavorativo (comodo, guanti conformati); 3) strumentazione (adattamento degli attrezzi all’antropometria dell’operatore, peso e bilanciamento, manutenzione). Le strategie ergonomiche da applicare prevedono: 1) programmazione del lavoro (frequenza e tipologia degli interventi) e della postazione lavorativa (tipo e posizione di: poltrona del cliente, sgabello dell’operatore, illuminazione, strumentazione fissa e mobile); 2) esecuzione di esercizi di mobilizzazione e stretching (durante brevi pause nel corso dell’attività lavorativa); 3) adeguato allenamento muscolare generale e cardio-vascolare (con cadenza bi- o tri-settimanale).

Prevenzione e trattamento dei disturbi muscolo-scheletrici negli operatori sanitari dentali

MIGLIARIO, MARIO;ROCCHETTI, Vincenzo;
2005-01-01

Abstract

I disturbi muscolo-scheletrici di natura lavorativa (DMSL) hanno avuto negli ultimi due decenni un netto incremento di incidenza e, analogamente ad altri ambienti lavorativi, il rischio di sviluppare un DMSL è elevato anche tra gli operatori sanitari dentali (OSD). Molti fattori di rischio dei DMSL possono essere minimizzati o eliminati grazie alla prevenzione e a strategie ergonomiche mirate. La prevenzione si basa sull’educazione degli OSD (riconoscimento tempestivo dei sintomi, corretta gestione della pratica lavorativa e del tempo libero) e sull’analisi di: 1) posture e gesti lavorativi (ad es. evitare eccessiva flessione del tronco e/o del capo, abduzione-flessione di spalle, ripetute flesso-estensioni di polso); 2) abbigliamento lavorativo (comodo, guanti conformati); 3) strumentazione (adattamento degli attrezzi all’antropometria dell’operatore, peso e bilanciamento, manutenzione). Le strategie ergonomiche da applicare prevedono: 1) programmazione del lavoro (frequenza e tipologia degli interventi) e della postazione lavorativa (tipo e posizione di: poltrona del cliente, sgabello dell’operatore, illuminazione, strumentazione fissa e mobile); 2) esecuzione di esercizi di mobilizzazione e stretching (durante brevi pause nel corso dell’attività lavorativa); 3) adeguato allenamento muscolare generale e cardio-vascolare (con cadenza bi- o tri-settimanale).
2005
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