Riassunto. L’apporto di esploratori, geografi e studiosi italiani ha consentito, agli albori del XX secolo, di ampliare le conoscenze geografico-fisiche e antropiche dei territori dell’Asia Minore e dell’area meridionale del Caucaso. Dietro agli interessi scientifici si celavano, come per molte opere tecnico-scientifiche dell’epoca, delle particolari attenzioni geopolitiche che miravano ad estendere gli interessi politici ed economici italiani in zone strategiche. Obiettivo di tale contributo è mettere in luce gli apporti che rispondevano agli interessi di natura geo-strategica, frutto della impellente spinta colonialista italiana decisa a confrontarsi con le grandi potenze dell’epoca e con le aspirazioni nazionalistiche per il controllo del Mediterraneo Orientale. Nel fermento scientifico dell’epoca, unito al dinamismo delle potenze occidentali sul fronte dell’espansione coloniale, un ruolo di rilievo ebbe anche la Società Geografica Italiana, in seno alla quale operarono figure di diversa provenienza e collocazione istituzionale. L’opera degli studiosi e degli esploratori seguì la parabola dell’interesse italiano, a partire dalle missioni di Lamberto Vannutelli, passando per le missioni esplorative in Asia Minore del salesiano Giuseppe Capra, fino al contributo di Vittorio Novarese nelle missioni italiane nel Caucaso nel primo dopoguerra. Questo articolo intende fornire un’interpretazione dell’opera di queste figure alla luce del più ampio contesto della politica estera italiana.
Gli interessi coloniali italiani in Anatolia e nel Caucaso, tra vocazione scientifica e relazioni “internazionali”
Lorenzo Dolfi
Writing – Original Draft Preparation
;
2023-01-01
Abstract
Riassunto. L’apporto di esploratori, geografi e studiosi italiani ha consentito, agli albori del XX secolo, di ampliare le conoscenze geografico-fisiche e antropiche dei territori dell’Asia Minore e dell’area meridionale del Caucaso. Dietro agli interessi scientifici si celavano, come per molte opere tecnico-scientifiche dell’epoca, delle particolari attenzioni geopolitiche che miravano ad estendere gli interessi politici ed economici italiani in zone strategiche. Obiettivo di tale contributo è mettere in luce gli apporti che rispondevano agli interessi di natura geo-strategica, frutto della impellente spinta colonialista italiana decisa a confrontarsi con le grandi potenze dell’epoca e con le aspirazioni nazionalistiche per il controllo del Mediterraneo Orientale. Nel fermento scientifico dell’epoca, unito al dinamismo delle potenze occidentali sul fronte dell’espansione coloniale, un ruolo di rilievo ebbe anche la Società Geografica Italiana, in seno alla quale operarono figure di diversa provenienza e collocazione istituzionale. L’opera degli studiosi e degli esploratori seguì la parabola dell’interesse italiano, a partire dalle missioni di Lamberto Vannutelli, passando per le missioni esplorative in Asia Minore del salesiano Giuseppe Capra, fino al contributo di Vittorio Novarese nelle missioni italiane nel Caucaso nel primo dopoguerra. Questo articolo intende fornire un’interpretazione dell’opera di queste figure alla luce del più ampio contesto della politica estera italiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.