Il contributo intende esaminare l’opera di Giambattista Vico De rebus gestis Antonj Caraphaei (Felice Mosca, Napoli 1716), biografia di Antonio Carafa (1642- 1693), maresciallo al servizio di Leopoldo I d’Asburgo, impegnato negli anni Settanta e Ottanta del secolo a combattere contro i turchi nella zona orientale dell’impero. Nei campi di battaglia tra Austria, Ungheria, Transilvania, Croazia, la lotta con i turchi si trasforma in “guerra giusta” tra cristiani e musulmani, e, parallelamente, negli scontri con il ribelle ungherese Imre Thököly si fronteggiano cattolici e protestanti. Nell’ambito dei vincoli retorici propri del genere biografico, l’autore non manca di riflettere sulla presenza di stranieri all’interno e ai confini dell’Europa, di descriverne movenze e comportamenti e di sollevare interrogativi intorno al nesso che stringe minacce di forestieri e ragion di stato. Come testimoniato dallo stesso Vico nella sua Vita scritta da se medesimo (1723-1731), la lettura del De iure belli ac pacis di Ugo Grozio gli fu d’ausilio nell’allestimento della biografia, a conferma delle valenze politiche che la attraversano, sorrette altresì da evidenti motivi tacitiani, oltremodo influenti nel discorso politico europeo tra XVII e XVIII secolo. / Bilder des Fremdes in De rebus gestis Antonj Caraphaei. Der Beitrag befasst sich mit Giambattista Vicos De rebus gestis Antonj Caraphaei (Felice Mosca, Neapel 1716), einer Biografie von Antonio Carafa (1642-1693), Marschall im Dienste von Leopold I. von Habsburg, der in den siebziger und achtziger Jahren des Jahrhunderts im Osten des Reiches gegen die Türken kämpfte. Auf den Schlachtfeldern Österreichs, Ungarns, Siebenbürgens und Kroatiens wurde der Kampf gegen die Türken zu einem „gerechten Krieg“ zwischen Christen und Muslimen, und parallel dazu standen sich Katholiken und Protestanten in den Auseinandersetzungen mit dem ungarischen Rebellen Imre Thököly gegenüber. Innerhalb der rhetorischen Zwänge des biografischen Genres versäumt es der Autor nicht, über die Anwesenheit von Fremden in und an den Grenzen Europas nachzudenken, ihre Bewegungen und ihr Verhalten zu beschreiben und Fragen nach dem Zusammenhang zwischen den Bedrohungen durch Fremde und der Staatsräson aufzuwerfen. Wie Vico selbst in seiner Vita scritta da se stesso (1723-1731) bezeugt, half ihm die Lektüre von Hugh Grotius De iure belli ac pacis bei der Ausarbeitung seiner Biografie und bestätigte die politischen Werte, die sie durchziehen, auch unterstützt durch offensichtliche tacitianische Motive, die im europäischen politischen Diskurs zwischen dem 17. und 18. sehr einflussreich waren.

Immagini dello straniero in De rebus gestis Antonj Caraphaei

Sini, Stefania Irene
Primo
2024-01-01

Abstract

Il contributo intende esaminare l’opera di Giambattista Vico De rebus gestis Antonj Caraphaei (Felice Mosca, Napoli 1716), biografia di Antonio Carafa (1642- 1693), maresciallo al servizio di Leopoldo I d’Asburgo, impegnato negli anni Settanta e Ottanta del secolo a combattere contro i turchi nella zona orientale dell’impero. Nei campi di battaglia tra Austria, Ungheria, Transilvania, Croazia, la lotta con i turchi si trasforma in “guerra giusta” tra cristiani e musulmani, e, parallelamente, negli scontri con il ribelle ungherese Imre Thököly si fronteggiano cattolici e protestanti. Nell’ambito dei vincoli retorici propri del genere biografico, l’autore non manca di riflettere sulla presenza di stranieri all’interno e ai confini dell’Europa, di descriverne movenze e comportamenti e di sollevare interrogativi intorno al nesso che stringe minacce di forestieri e ragion di stato. Come testimoniato dallo stesso Vico nella sua Vita scritta da se medesimo (1723-1731), la lettura del De iure belli ac pacis di Ugo Grozio gli fu d’ausilio nell’allestimento della biografia, a conferma delle valenze politiche che la attraversano, sorrette altresì da evidenti motivi tacitiani, oltremodo influenti nel discorso politico europeo tra XVII e XVIII secolo. / Bilder des Fremdes in De rebus gestis Antonj Caraphaei. Der Beitrag befasst sich mit Giambattista Vicos De rebus gestis Antonj Caraphaei (Felice Mosca, Neapel 1716), einer Biografie von Antonio Carafa (1642-1693), Marschall im Dienste von Leopold I. von Habsburg, der in den siebziger und achtziger Jahren des Jahrhunderts im Osten des Reiches gegen die Türken kämpfte. Auf den Schlachtfeldern Österreichs, Ungarns, Siebenbürgens und Kroatiens wurde der Kampf gegen die Türken zu einem „gerechten Krieg“ zwischen Christen und Muslimen, und parallel dazu standen sich Katholiken und Protestanten in den Auseinandersetzungen mit dem ungarischen Rebellen Imre Thököly gegenüber. Innerhalb der rhetorischen Zwänge des biografischen Genres versäumt es der Autor nicht, über die Anwesenheit von Fremden in und an den Grenzen Europas nachzudenken, ihre Bewegungen und ihr Verhalten zu beschreiben und Fragen nach dem Zusammenhang zwischen den Bedrohungen durch Fremde und der Staatsräson aufzuwerfen. Wie Vico selbst in seiner Vita scritta da se stesso (1723-1731) bezeugt, half ihm die Lektüre von Hugh Grotius De iure belli ac pacis bei der Ausarbeitung seiner Biografie und bestätigte die politischen Werte, die sie durchziehen, auch unterstützt durch offensichtliche tacitianische Motive, die im europäischen politischen Diskurs zwischen dem 17. und 18. sehr einflussreich waren.
2024
979-12-218-1246-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11579/179522
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