Attivo dal 1952 al 1971, il collegio autoctono di Notre-Dame de Sept-Îles, a Maliotenam, accolse ogni anno circa duecento bambini innu provenienti, soprattutto, dalla Côte-Nord del Quebec. Dopo una breve presentazione della storia delle scuole residenziali canadesi e della Prima nazione innu, l'articolo approfondisce la realtà specifica del collegio di Maliotenam. L'analisi della disciplina come tecnologia di potere e di assoggettamento condotta da Michel Foucault si dimostra uno strumento utile per meglio comprendere numerosi aspetti della vita imposta ai convittori e la tremenda forza assimilativa di questa istituzione. Vengono in seguito considerate le violenze psicologiche, spirituali, fisiche e sessuali inflitte ai bambini e agli adolescenti che la frequentarono. La seconda parte dell'articolo prende in considerazione l'impatto a medio e lungo termine di questo collegio, gli aspetti positivi ricordati dagli ex convittori, ma soprattutto l'instaurazione di un ciclo di comportamenti disfunzionali che vengono trasmessi di generazione in generazione e ai quali gli ex convittori e le loro famiglie stanno faticosamente cercando di sottrarsi. L'articolo considera infine come la presa di coscienza e la denuncia delle violenze e delle politiche assimilative subite in collegio siano parte di un più ampio processo di resistenza e guarigione in corso nelle comunità innu e siano diventate un'importante leva di azione e d'impegno sociale.

Sorvegliare, punire, assimilare. Il collegio autoctono di Sept-Îles a Maliotenam

D’Orsi, Annalisa
2022-01-01

Abstract

Attivo dal 1952 al 1971, il collegio autoctono di Notre-Dame de Sept-Îles, a Maliotenam, accolse ogni anno circa duecento bambini innu provenienti, soprattutto, dalla Côte-Nord del Quebec. Dopo una breve presentazione della storia delle scuole residenziali canadesi e della Prima nazione innu, l'articolo approfondisce la realtà specifica del collegio di Maliotenam. L'analisi della disciplina come tecnologia di potere e di assoggettamento condotta da Michel Foucault si dimostra uno strumento utile per meglio comprendere numerosi aspetti della vita imposta ai convittori e la tremenda forza assimilativa di questa istituzione. Vengono in seguito considerate le violenze psicologiche, spirituali, fisiche e sessuali inflitte ai bambini e agli adolescenti che la frequentarono. La seconda parte dell'articolo prende in considerazione l'impatto a medio e lungo termine di questo collegio, gli aspetti positivi ricordati dagli ex convittori, ma soprattutto l'instaurazione di un ciclo di comportamenti disfunzionali che vengono trasmessi di generazione in generazione e ai quali gli ex convittori e le loro famiglie stanno faticosamente cercando di sottrarsi. L'articolo considera infine come la presa di coscienza e la denuncia delle violenze e delle politiche assimilative subite in collegio siano parte di un più ampio processo di resistenza e guarigione in corso nelle comunità innu e siano diventate un'importante leva di azione e d'impegno sociale.
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