L’euroscetticismo si è affermato nel corso degli anni come risultato dell’emergere di una nuova dimensione di competizione politica, alternativa e trasversale alla tradizionale contrapposizione sinistra/destra, e più strettamente legata al grado di consenso per il processo di integrazione europea. La famiglia euroscettica ha così finito per accogliere un insieme ideologicamente eterogeneo di partiti, che spesso hanno come unico legame comune l’opposizione al processo di integrazione europea e alla cessione di ulteriori porzioni di sovranità da parte degli Stati membri verso l’Unione Europea (UE). Negli ultimi anni, la crisi e le misure di austerità introdotte a livello europeo hanno dato un’ulteriore spinta allo sviluppo del fronte euroscettico, consolidando le basi elettorali dei partiti già esistenti e portando alla nascita di nuovi partiti dichiaratamente anti-UE. In questo quadro si sono svolte le elezioni europee di maggio 2014, che, a parere di molti commentatori, hanno visto un’affermazione senza precedenti del fronte euroscettico. Ma chi sono i partiti euroscettici? Dove hanno raccolto più voti? E quale è stata la reale portata del loro successo? Dopo aver analizzato in chiave teorica lo sviluppo del concetto di euroscetticismo, questo capitolo si prefigge di rispondere a queste domande, individuando prima, tra i partiti che hanno partecipato alle elezioni di maggio 2014 nei 28 Stati membri dell’Unione, quelli appartenenti alla famiglia euroscettica, e analizzando poi il loro andamento elettorale in confronto alle precedenti elezioni europee. I dati in nostro possesso confermano una crescita generalizzata del fronte anti-UE rispetto alle precedenti consultazioni elettorali, ma con forti differenze a livello di singola nazione.
Euroscettica sarà lei! : il volto della nuova Europa
Regalia M.
2014-01-01
Abstract
L’euroscetticismo si è affermato nel corso degli anni come risultato dell’emergere di una nuova dimensione di competizione politica, alternativa e trasversale alla tradizionale contrapposizione sinistra/destra, e più strettamente legata al grado di consenso per il processo di integrazione europea. La famiglia euroscettica ha così finito per accogliere un insieme ideologicamente eterogeneo di partiti, che spesso hanno come unico legame comune l’opposizione al processo di integrazione europea e alla cessione di ulteriori porzioni di sovranità da parte degli Stati membri verso l’Unione Europea (UE). Negli ultimi anni, la crisi e le misure di austerità introdotte a livello europeo hanno dato un’ulteriore spinta allo sviluppo del fronte euroscettico, consolidando le basi elettorali dei partiti già esistenti e portando alla nascita di nuovi partiti dichiaratamente anti-UE. In questo quadro si sono svolte le elezioni europee di maggio 2014, che, a parere di molti commentatori, hanno visto un’affermazione senza precedenti del fronte euroscettico. Ma chi sono i partiti euroscettici? Dove hanno raccolto più voti? E quale è stata la reale portata del loro successo? Dopo aver analizzato in chiave teorica lo sviluppo del concetto di euroscetticismo, questo capitolo si prefigge di rispondere a queste domande, individuando prima, tra i partiti che hanno partecipato alle elezioni di maggio 2014 nei 28 Stati membri dell’Unione, quelli appartenenti alla famiglia euroscettica, e analizzando poi il loro andamento elettorale in confronto alle precedenti elezioni europee. I dati in nostro possesso confermano una crescita generalizzata del fronte anti-UE rispetto alle precedenti consultazioni elettorali, ma con forti differenze a livello di singola nazione.File | Dimensione | Formato | |
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