La crisi dovuta alla diffusione del Covid-19 ha messo in discussione il modello dell’attuale globalizzazione, evidenziando le sue contraddizioni e, in molti casi, rimarcando gli squilibri territoriali, aprendo nuovi spazi di riflessione. Proprio nelle aree urbane italiane la pandemia e le conseguenti limitazioni agli spostamenti sembravano rendere ancor più significative le preesistenti disuguaglianze spaziali, in particolare tra le regioni del Nord e le regioni del Sud. Almeno nelle fasi iniziali appariva evidente come i territori e le città del Mezzogiorno fossero sostenuti da forme di resilienza socio-spaziale che conferivano loro maggiori capacità di adattamento alle difficoltà che la nuova e inaspettata crisi aveva messo loro di fronte. Tuttavia, il successivo evolversi della situazione sanitaria e sociale ha decostruito gradualmente questa prospettiva. Alla luce di simili osservazioni e in sintonia con le finalità di questo contributo, una prospettiva diacronica e sincronica che tenga conto delle carenze endemiche del Sud del nostro Paese non può prescindere dal prendere le distanze da quello che è il classico approccio all’analisi delle ragioni del ritardo di sviluppo del Mezzogiorno, che intende vedere nella mera crescita economica l’unico parametro per quantificare qualsivoglia forma di progresso o di benessere. Un metodo, questo, che relega il Sud a una condizione di subalternità rispetto al Nord, che in passato aveva già dimostrato lacune interpretative nei confronti di quelle che sono le reali potenzialità delle aree meridionali. Gli scenari che si stanno profilando, con la genesi di nuove forme comunitarie e di rinnovati processi di territorializzazione, possono porre il Meridione al centro di fenomeni di glocalizzazione in grado di produrre, attraverso l’empowerment, una valorizzazione delle risorse locali in chiave sostenibile (collettive, infrastrutturali e ambientali) e, al tempo stesso, connettere quest’area geografica con una nuova ridefinizione degli spazi dell’economia globale. Questo contributo intende affrontare tale tematica muovendosi mediante un approccio transcalare che, partendo da un’analisi macroscopica, giunge a un livello microscopico di interpretazione.

Città, territori e pandemia: riconnettersi con la prossimità per affrontare il futuro e risollevare le sorti del Sud

Dolfi, Lorenzo
;
2021-01-01

Abstract

La crisi dovuta alla diffusione del Covid-19 ha messo in discussione il modello dell’attuale globalizzazione, evidenziando le sue contraddizioni e, in molti casi, rimarcando gli squilibri territoriali, aprendo nuovi spazi di riflessione. Proprio nelle aree urbane italiane la pandemia e le conseguenti limitazioni agli spostamenti sembravano rendere ancor più significative le preesistenti disuguaglianze spaziali, in particolare tra le regioni del Nord e le regioni del Sud. Almeno nelle fasi iniziali appariva evidente come i territori e le città del Mezzogiorno fossero sostenuti da forme di resilienza socio-spaziale che conferivano loro maggiori capacità di adattamento alle difficoltà che la nuova e inaspettata crisi aveva messo loro di fronte. Tuttavia, il successivo evolversi della situazione sanitaria e sociale ha decostruito gradualmente questa prospettiva. Alla luce di simili osservazioni e in sintonia con le finalità di questo contributo, una prospettiva diacronica e sincronica che tenga conto delle carenze endemiche del Sud del nostro Paese non può prescindere dal prendere le distanze da quello che è il classico approccio all’analisi delle ragioni del ritardo di sviluppo del Mezzogiorno, che intende vedere nella mera crescita economica l’unico parametro per quantificare qualsivoglia forma di progresso o di benessere. Un metodo, questo, che relega il Sud a una condizione di subalternità rispetto al Nord, che in passato aveva già dimostrato lacune interpretative nei confronti di quelle che sono le reali potenzialità delle aree meridionali. Gli scenari che si stanno profilando, con la genesi di nuove forme comunitarie e di rinnovati processi di territorializzazione, possono porre il Meridione al centro di fenomeni di glocalizzazione in grado di produrre, attraverso l’empowerment, una valorizzazione delle risorse locali in chiave sostenibile (collettive, infrastrutturali e ambientali) e, al tempo stesso, connettere quest’area geografica con una nuova ridefinizione degli spazi dell’economia globale. Questo contributo intende affrontare tale tematica muovendosi mediante un approccio transcalare che, partendo da un’analisi macroscopica, giunge a un livello microscopico di interpretazione.
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