La tesi vuole porre in luce come la poetica e l’opera dello scrittore, pittore e critico d'arte Giovanni Testori nascano da un dialogo tra letteratura e arti visive, formulando un’ipotesi interpretativa interdisciplinare che spieghi la matrice figurativa e non solo letteraria della sua scrittura. Il lavoro si propone due obiettivi speculari: l'individuazione dei precedenti figurativi nell’immaginario del Testori scrittore con gli strumenti della storia dell'arte, operazione finora condotta dagli italianisti in modo non organico, e l'esame della produzione dell’autore nell’ambito della critica d’arte con gli strumenti della critica letteraria, sino ad oggi affrontato quasi esclusivamente da storici dell'arte. La tesi analizza l'opera pittorica dell'autore e le diverse declinazioni della sua scrittura, conferendo ampio risalto agli articoli scritti da Testori per i periodici e finora meno frequentati dalla critica. Il primo capitolo indaga il realismo testoriano in rapporto al magistero di Longhi, alla poetica del «sublime del quotidiano» e del sermo humilis in parola e in figura - rintracciato negli artisti del realismo lombardo fra i secoli XV e XVIII (Foppa, Moroni, Romanino, Caravaggio, Fra Galgario, Ceruti) e nei Sacri Monti (Gaudenzio Ferrari) - e all'influenza di Manzoni (con confronti con Gadda). Il secondo capitolo vede il corpo, fulcro della poetica testoriana, come oggetto di riflessione estetico-teologica in varie prospettive: gli echi paolini nell'iconografia del Christus patiens e triumphans, l'omosessualità, l'unità dell'essere dalla creazione alla resurrezione, la peste di Carlo Borromeo e dei pestanti (Francesco Cairo, Tanzio da Varallo). Il terzo capitolo enuclea i motivi ricorrenti nell'opera testoriana, di matrice spesso religiosa e provenienti dalla produzione figurativa dell'autore o da altri pittori, quali il sacrificio di Cristo, l'assimilazione fra l'artista e il martire e l'opposizione fra finitezza umana e infinità divina.

«I miei padri sono tutti pittori». Giovanni Testori fra letteratura e arti visive / Longo, Francesca. - ELETTRONICO. - (2022). [10.20373/uniupo/openthesis/143018]

«I miei padri sono tutti pittori». Giovanni Testori fra letteratura e arti visive

Longo, Francesca
2022-01-01

Abstract

La tesi vuole porre in luce come la poetica e l’opera dello scrittore, pittore e critico d'arte Giovanni Testori nascano da un dialogo tra letteratura e arti visive, formulando un’ipotesi interpretativa interdisciplinare che spieghi la matrice figurativa e non solo letteraria della sua scrittura. Il lavoro si propone due obiettivi speculari: l'individuazione dei precedenti figurativi nell’immaginario del Testori scrittore con gli strumenti della storia dell'arte, operazione finora condotta dagli italianisti in modo non organico, e l'esame della produzione dell’autore nell’ambito della critica d’arte con gli strumenti della critica letteraria, sino ad oggi affrontato quasi esclusivamente da storici dell'arte. La tesi analizza l'opera pittorica dell'autore e le diverse declinazioni della sua scrittura, conferendo ampio risalto agli articoli scritti da Testori per i periodici e finora meno frequentati dalla critica. Il primo capitolo indaga il realismo testoriano in rapporto al magistero di Longhi, alla poetica del «sublime del quotidiano» e del sermo humilis in parola e in figura - rintracciato negli artisti del realismo lombardo fra i secoli XV e XVIII (Foppa, Moroni, Romanino, Caravaggio, Fra Galgario, Ceruti) e nei Sacri Monti (Gaudenzio Ferrari) - e all'influenza di Manzoni (con confronti con Gadda). Il secondo capitolo vede il corpo, fulcro della poetica testoriana, come oggetto di riflessione estetico-teologica in varie prospettive: gli echi paolini nell'iconografia del Christus patiens e triumphans, l'omosessualità, l'unità dell'essere dalla creazione alla resurrezione, la peste di Carlo Borromeo e dei pestanti (Francesco Cairo, Tanzio da Varallo). Il terzo capitolo enuclea i motivi ricorrenti nell'opera testoriana, di matrice spesso religiosa e provenienti dalla produzione figurativa dell'autore o da altri pittori, quali il sacrificio di Cristo, l'assimilazione fra l'artista e il martire e l'opposizione fra finitezza umana e infinità divina.
2022
34
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