Tra l’ampia ed inedita documentazione conservata nell’Archivio Ex-Sant’Ufficio (ora Congregazione per la Dottrina della Fede) relativa alla «causa Pelaginorum», divenuta accessibile agli studiosi alla fine degli anni novanta del secolo scorso, è finalmente emerso un esemplare completo del famigerato testo del libro delle «Rivelazioni» di Francesco Negri, detto il Fabianino, figura-chiave del movimento pelagino diffusosi in Valcamonica nei primi anni cinquanta del Seicento. Si tratta di un documento interessante sotto molteplici aspetti, non solo in quanto testo di riferimento per i pelagini di Valcamonica, citato e ampiamente conosciuto dai personaggi coinvolti nelle vicende inquisitoriali di cui il movimento fu oggetto nella seconda metà del Seicento. È un documento vieppiù importante per la ricostruzione di una “ideologia” pelagina che, accanto ad altre tipologie di fonti inquisitoriali e memoriali, lettere e documenti prodotti dagli indagati stessi o da figure in vario modo ad essi collegate, rende possibile aprire uno spiraglio per cogliere lo spessore e la varietà di concezioni, credenze, aspirazioni di una delle diverse “anime” del movimento pelagino, diffuso e ramificato nella specifica zona della Valcamonica, soggetta allora alla Repubblica veneta e troppo vicina al territorio degli eretici valtellinesi per non destar allarme tra le autorità, non solo a livello locale. Il contributo mette a fuoco la figura e il pensiero del Fabianino, rilevando caratteristiche e ramificazioni di un'eresia tardo secentesca.

Fare una nuova religione. Le “Rivelazioni” di Francesco Negri detto il Fabianino

Irene Gaddo
2021-01-01

Abstract

Tra l’ampia ed inedita documentazione conservata nell’Archivio Ex-Sant’Ufficio (ora Congregazione per la Dottrina della Fede) relativa alla «causa Pelaginorum», divenuta accessibile agli studiosi alla fine degli anni novanta del secolo scorso, è finalmente emerso un esemplare completo del famigerato testo del libro delle «Rivelazioni» di Francesco Negri, detto il Fabianino, figura-chiave del movimento pelagino diffusosi in Valcamonica nei primi anni cinquanta del Seicento. Si tratta di un documento interessante sotto molteplici aspetti, non solo in quanto testo di riferimento per i pelagini di Valcamonica, citato e ampiamente conosciuto dai personaggi coinvolti nelle vicende inquisitoriali di cui il movimento fu oggetto nella seconda metà del Seicento. È un documento vieppiù importante per la ricostruzione di una “ideologia” pelagina che, accanto ad altre tipologie di fonti inquisitoriali e memoriali, lettere e documenti prodotti dagli indagati stessi o da figure in vario modo ad essi collegate, rende possibile aprire uno spiraglio per cogliere lo spessore e la varietà di concezioni, credenze, aspirazioni di una delle diverse “anime” del movimento pelagino, diffuso e ramificato nella specifica zona della Valcamonica, soggetta allora alla Repubblica veneta e troppo vicina al territorio degli eretici valtellinesi per non destar allarme tra le autorità, non solo a livello locale. Il contributo mette a fuoco la figura e il pensiero del Fabianino, rilevando caratteristiche e ramificazioni di un'eresia tardo secentesca.
2021
978-88-361-3161-7
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