È noto che il cibo rappresenta il substrato più profondo del tempo rituale tradizionale. Partendo da questa considerazione, il saggio analizza il rapporto tra cibo e festa nelle Alpi Occitane. Quest’area di confine è caratterizzata dalla presenza delle “badìe”, associazioni festive che ancora oggi organizzano il ciclo dell’anno e della vita. Nel mese di luglio in alta val Maira, nella borgata Castellaro di Celle Macra, si può riscontrare la tradizione festiva che maggiormente ci aiuta a comprendere la relazione tra l’istituto folklorico della badia e il cibo nella montagna occitana. La festa di sant’Anna, organizzata dall’omonima badia, si svolge l’ultima domenica di luglio ed è divenuta il riferimento rituale per il ritorno in valle dei tanti emigrati. La comunità ha subito infatti, nel corso del Novecento, un forte spopolamento associato a forme di resistenza, ovvero la ricerca di occupazioni stagionali lontano dal paese durante i soli mesi invernali, quando la terra non dà frutti, per poi tornare sui monti nel periodo estivo, quello produttivo. Tra queste occupazioni quella della vendita ambulante delle acciughe riveste un grande interesse anche nella prospettiva antropologica. Oggi la festa di sant’Anna è l’occasione rituale per il ritorno in valle degli ultimi acciugai tradizionali e delle loro famiglie. La ricerca condotta sul campo ha evidenziato come la dimensione culturale del tempo festivo e quella produttiva dell’acciuga si siano sincretizzate e armonizzate, generando un sistema rituale in cui il cibo, l’acciuga, è parte costitutiva della sacralità dell’evento di fine luglio, tanto che la festa è ormai conosciuta in tutta la valle come la badia degli acciugai, e sant’Anna ne è divenuta la protettrice.
La badia degli acciugai: il cibo delle feste nell’area alpina occitana
porporato
2020-01-01
Abstract
È noto che il cibo rappresenta il substrato più profondo del tempo rituale tradizionale. Partendo da questa considerazione, il saggio analizza il rapporto tra cibo e festa nelle Alpi Occitane. Quest’area di confine è caratterizzata dalla presenza delle “badìe”, associazioni festive che ancora oggi organizzano il ciclo dell’anno e della vita. Nel mese di luglio in alta val Maira, nella borgata Castellaro di Celle Macra, si può riscontrare la tradizione festiva che maggiormente ci aiuta a comprendere la relazione tra l’istituto folklorico della badia e il cibo nella montagna occitana. La festa di sant’Anna, organizzata dall’omonima badia, si svolge l’ultima domenica di luglio ed è divenuta il riferimento rituale per il ritorno in valle dei tanti emigrati. La comunità ha subito infatti, nel corso del Novecento, un forte spopolamento associato a forme di resistenza, ovvero la ricerca di occupazioni stagionali lontano dal paese durante i soli mesi invernali, quando la terra non dà frutti, per poi tornare sui monti nel periodo estivo, quello produttivo. Tra queste occupazioni quella della vendita ambulante delle acciughe riveste un grande interesse anche nella prospettiva antropologica. Oggi la festa di sant’Anna è l’occasione rituale per il ritorno in valle degli ultimi acciugai tradizionali e delle loro famiglie. La ricerca condotta sul campo ha evidenziato come la dimensione culturale del tempo festivo e quella produttiva dell’acciuga si siano sincretizzate e armonizzate, generando un sistema rituale in cui il cibo, l’acciuga, è parte costitutiva della sacralità dell’evento di fine luglio, tanto che la festa è ormai conosciuta in tutta la valle come la badia degli acciugai, e sant’Anna ne è divenuta la protettrice.File | Dimensione | Formato | |
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