La sicurezza urbana si allarga ai nuovi fronti sanzionatorio-preventivi, un tempo apprestati dallo Stato e, successivamente, anche dalle autonomie locali, che vedono l'irrompere sulla scena di soggetti diversi da quelli storicamente preposti al mantenimento dell'ordine pubblico. Sicurezza e ordine pubblico sono concetti non riducibili ad unità, la cui sovrapposizione genera non pochi equivoci in punto rispetto delle garanzie fondamentali dei cittadini. Paradossalmente, a livello di enti locali, si assiste ad un allineamento delle tecniche di prevenzione della delinquenza ai principi che più si relazionano con la politica puramente sanzionatoria, caratteristica degli organi statali di lotta contro la criminalità, anche a seguito delle direttive di coordinamento impartite a livello ministeriale, che collocano il Sindaco come gestore diretto della politica criminale sul territorio. L’opera dei governi locali diventa sempre più complessa, disponendo di strumenti che sono propri della repressione della delinquenza e che si affiancano alle strutture amministrative la cui funzione è, di contro, tradizionalmente vocata alla collaborazione comunitaria e alla messa in atto e/o di sviluppo di opere educative in seno alle strutture sociali. La fisionomia oggigiorno assunta dalla polizia locale è enormemente diversa rispetto al passato, apportando un contributo consistente nel ridurre il fenomeno della delinquenza urbana, grazie anche ad una conoscenza diretta e capillare del tessuto cittadino, non solo del territorio. Essa ha finito per favorire l’integrazione attraverso l’inclusione assumendo il ruolo di “polizia di prossimità” che è poi il punto d’incontro fra le esigenze dei cittadini e l’attività amministrativa. Accanto a ciò si assiste, collateralmente, allo sviluppo di effetti distorti, che arrivano sino a sanzionare amministrativamente condotte innocue, sulla base di una ratio preventiva comportante però un rischio rilevante per la libertà, giacché rende del tutto incontrollabile il potere sanzionatorio in nome di una sicurezza del tutto “epidermica” e ideologizzata. Si crea una nuova area “senza diritto” dove i ruoli giocati dalle istituzioni pubbliche si sovrappongono sino a confondersi, diventando la vera genesi dell’insicurezza.
LA GESTIONE URBANA DELLA SICUREZZA ATTRAVERSO IL DIRITTO AMMINISTRATIVO SANZIONATORIO. TRASFIGURAZIONE DELLA POLITICA CRIMINALE
Ruggiero
2017-01-01
Abstract
La sicurezza urbana si allarga ai nuovi fronti sanzionatorio-preventivi, un tempo apprestati dallo Stato e, successivamente, anche dalle autonomie locali, che vedono l'irrompere sulla scena di soggetti diversi da quelli storicamente preposti al mantenimento dell'ordine pubblico. Sicurezza e ordine pubblico sono concetti non riducibili ad unità, la cui sovrapposizione genera non pochi equivoci in punto rispetto delle garanzie fondamentali dei cittadini. Paradossalmente, a livello di enti locali, si assiste ad un allineamento delle tecniche di prevenzione della delinquenza ai principi che più si relazionano con la politica puramente sanzionatoria, caratteristica degli organi statali di lotta contro la criminalità, anche a seguito delle direttive di coordinamento impartite a livello ministeriale, che collocano il Sindaco come gestore diretto della politica criminale sul territorio. L’opera dei governi locali diventa sempre più complessa, disponendo di strumenti che sono propri della repressione della delinquenza e che si affiancano alle strutture amministrative la cui funzione è, di contro, tradizionalmente vocata alla collaborazione comunitaria e alla messa in atto e/o di sviluppo di opere educative in seno alle strutture sociali. La fisionomia oggigiorno assunta dalla polizia locale è enormemente diversa rispetto al passato, apportando un contributo consistente nel ridurre il fenomeno della delinquenza urbana, grazie anche ad una conoscenza diretta e capillare del tessuto cittadino, non solo del territorio. Essa ha finito per favorire l’integrazione attraverso l’inclusione assumendo il ruolo di “polizia di prossimità” che è poi il punto d’incontro fra le esigenze dei cittadini e l’attività amministrativa. Accanto a ciò si assiste, collateralmente, allo sviluppo di effetti distorti, che arrivano sino a sanzionare amministrativamente condotte innocue, sulla base di una ratio preventiva comportante però un rischio rilevante per la libertà, giacché rende del tutto incontrollabile il potere sanzionatorio in nome di una sicurezza del tutto “epidermica” e ideologizzata. Si crea una nuova area “senza diritto” dove i ruoli giocati dalle istituzioni pubbliche si sovrappongono sino a confondersi, diventando la vera genesi dell’insicurezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.