Il contributo effettua una sistematica ricognizione della funzione e rilevanza della nozione di residenza in materia tributaria. Ferma l’indiscussa valenza e l’immediato contributo che il requisito temporale certamente apporta nella definizione di un criterio personale che sia espressione di un legame “qualificato” con il territorio dello Stato e che, dunque, giustifichi il prelievo richiesto nella forma piena e totalizzante, è sottolineato come lo stesso si presenta foriero di criticità non solo nell’accennata interazione con la disciplina della sostituzione d’imposta, ma altresì con fattispecie legate a vicende modificative dello status verificatesi nel corso del periodo d’imposta (trasferimento in entrata ovvero in uscita) non essendo in tali ipotesi infrequente che i requisiti previsti nello Stato di partenza e in quello di destinazione si intreccino, facendo ritenere il contribuente fiscalmente residente in ambedue gli ordinamenti ovvero ingenerando fenomeni di (temporanea) apolidia fiscale. Tali criticità inducono, quindi, a verificare, in modo innovativo, se il requisito temporale assurga a connotato consustanziale la nozione di residenza fiscale ovvero se quel legame “durevole” o meglio “intenso” con l’ordinamento che lo stesso è chiamato a rilevare, possa esser altrimenti espresso mediante l’adozione di un diverso approccio, che declini la necessaria valutazione di “intensità” della partecipazione in termini di una più consapevole valorizzazione dell’intrinseca attitudine ad elaborare un siffatto giudizio già assunta dai medesimi criteri di determinazione della residenza. Un ripensamento dell’attuale impostazione pare esser sospinta anche dall’attuale scenario economico, in cui il ricollocamento è sempre più frequente e ove le nuove forme di ricchezza chiamano ogni sistema fiscale a trasformarsi, al fine di rispondere con prontezza alla sempre maggiore difficoltà di accertare la complessiva situazione del soggetto non solo rispetto a rinnovati indici di capacità contributiva ma anche in considerazione del diverso atteggiarsi del contegno degli operatori economici, che si fa sempre più dinamico e restio a confinazioni.

Riflessioni critiche sull'elemento temporale nella nozione di residenza fiscale

ballancin
2019-01-01

Abstract

Il contributo effettua una sistematica ricognizione della funzione e rilevanza della nozione di residenza in materia tributaria. Ferma l’indiscussa valenza e l’immediato contributo che il requisito temporale certamente apporta nella definizione di un criterio personale che sia espressione di un legame “qualificato” con il territorio dello Stato e che, dunque, giustifichi il prelievo richiesto nella forma piena e totalizzante, è sottolineato come lo stesso si presenta foriero di criticità non solo nell’accennata interazione con la disciplina della sostituzione d’imposta, ma altresì con fattispecie legate a vicende modificative dello status verificatesi nel corso del periodo d’imposta (trasferimento in entrata ovvero in uscita) non essendo in tali ipotesi infrequente che i requisiti previsti nello Stato di partenza e in quello di destinazione si intreccino, facendo ritenere il contribuente fiscalmente residente in ambedue gli ordinamenti ovvero ingenerando fenomeni di (temporanea) apolidia fiscale. Tali criticità inducono, quindi, a verificare, in modo innovativo, se il requisito temporale assurga a connotato consustanziale la nozione di residenza fiscale ovvero se quel legame “durevole” o meglio “intenso” con l’ordinamento che lo stesso è chiamato a rilevare, possa esser altrimenti espresso mediante l’adozione di un diverso approccio, che declini la necessaria valutazione di “intensità” della partecipazione in termini di una più consapevole valorizzazione dell’intrinseca attitudine ad elaborare un siffatto giudizio già assunta dai medesimi criteri di determinazione della residenza. Un ripensamento dell’attuale impostazione pare esser sospinta anche dall’attuale scenario economico, in cui il ricollocamento è sempre più frequente e ove le nuove forme di ricchezza chiamano ogni sistema fiscale a trasformarsi, al fine di rispondere con prontezza alla sempre maggiore difficoltà di accertare la complessiva situazione del soggetto non solo rispetto a rinnovati indici di capacità contributiva ma anche in considerazione del diverso atteggiarsi del contegno degli operatori economici, che si fa sempre più dinamico e restio a confinazioni.
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