Integrità e autosufficienza nazionale ispirano le proposte più attuali all’interno del dibattito politico che le indica come soluzioni (populistiche) a insicurezza economica, inquietudine sociale e paura per il futuro, ossia a problemi concreti e complessi che accomunano i cittadini di molti Paesi europei. Così, molti tra i dispositivi prospettati sono orientati all’innalzamento di muri, reali o simbolici, utili a creare separazioni, a demarcare il “noi” rispetto all’ “altro”, che diventa progressivamente invisibile tra diseguaglianze sociali, stigmatizzazioni e segregazioni. Poiché problemi e persone continuano a esistere anche quando negati, i servizi sociali italiani - in particolare quelli pubblici - tentano di fronteggiare una situazione di continua emergenza, all’interno di un welfare rarefatto, in una delle stagioni più buie che si possano ricordare, tanto da mettere in dubbio il senso della loro esistenza in un mondo governato da visioni economiciste e dinamiche di mercato. Nonostante alcuni importanti e pregevoli tentativi di welfare mix e di programmazione partecipata a livello locale in diverse zone dell’Italia, manca la trasformazione dalla sperimentazione di buone pratiche a linee guida per organizzazioni, servizi, professionisti. Tale situazione non è casuale: l’emergenza è stata determinata principalmente dalla posizione residuale riservata al (disagio) sociale e alla costruzione di una società più inclusiva nel dibattito politico da molti anni.

Requiem per i servizi sociali?

Allegri, Elena
Primo
2018-01-01

Abstract

Integrità e autosufficienza nazionale ispirano le proposte più attuali all’interno del dibattito politico che le indica come soluzioni (populistiche) a insicurezza economica, inquietudine sociale e paura per il futuro, ossia a problemi concreti e complessi che accomunano i cittadini di molti Paesi europei. Così, molti tra i dispositivi prospettati sono orientati all’innalzamento di muri, reali o simbolici, utili a creare separazioni, a demarcare il “noi” rispetto all’ “altro”, che diventa progressivamente invisibile tra diseguaglianze sociali, stigmatizzazioni e segregazioni. Poiché problemi e persone continuano a esistere anche quando negati, i servizi sociali italiani - in particolare quelli pubblici - tentano di fronteggiare una situazione di continua emergenza, all’interno di un welfare rarefatto, in una delle stagioni più buie che si possano ricordare, tanto da mettere in dubbio il senso della loro esistenza in un mondo governato da visioni economiciste e dinamiche di mercato. Nonostante alcuni importanti e pregevoli tentativi di welfare mix e di programmazione partecipata a livello locale in diverse zone dell’Italia, manca la trasformazione dalla sperimentazione di buone pratiche a linee guida per organizzazioni, servizi, professionisti. Tale situazione non è casuale: l’emergenza è stata determinata principalmente dalla posizione residuale riservata al (disagio) sociale e alla costruzione di una società più inclusiva nel dibattito politico da molti anni.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11579/98765
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact