Questo studio è stato condotto dagli autori con la collaborazione nella raccolta dei dati del CESPEC ossia del Centro Studi Procedure Esecutive e Concorsuali dei magistrati specializzati in materia concorsuale e della Banca d'Italia al fine di comprendere, sulla base di una robusta analisi empirica: se le procedure di concordato preventivo rappresentino o meno un efficace strumento per la soluzione delle crisi di impresa, quali siano le principali finalità economico aziendali che sono perseguite dalle imprese mediante questo strumento e quali siano le percentuali di successo conseguite. La ricerca è stata considerata di notevole impatto in quanto ha contribuito a creare una base informativa utile a supportare riflessioni e conseguentemente anche proposte di modifica e integrazione nel redigendo codice della crisi e dell'insolvenza. Il lavoro fornisce, infatti, un ampio insieme di nuove evidenze empiriche sull’impiego e sul funzionamento delle procedure di concordato preventivo basate su un dataset, appositamente assemblato, che costituisce la più ricca base informativa al momento disponibile. I risultati principali possono essere sintetizzati come segue: i concordati preventivi sono impiegati prevalentemente con finalità liquidatoria (circa il 70 per cento dei casi). La percentuale di concordati per i quali quanto previsto nel piano è effettivamente realizzato è pari a meno di un quarto delle procedure presentate. Il recupero dei crediti assistiti da garanzia avviene in misura pressoché integrale in tutte le tipologie di concordato, mentre per i crediti non garantiti i tassi di recupero variano sensibilmente, ma sono sistematicamente superiori rispetto alle aspettative: dal 18 per cento per i concordati liquidatori al 37 per cento per quelli in continuità diretta (23 per cento per quelli in continuità indiretta). Analisi di regressione mostrano che migliori performance dei concordati preventivi sono associate a un minore grado di “cronicità della crisi” al momento dell’apertura del concordato, misurata con il tempo trascorso dalle prime difficoltà persistenti che l’impresa incontra nell’adempiere agli obblighi nei confronti dei creditori bancari e l’avvio della procedura. Ne segue l'importanza di anticipare il più possibile il momento da un lato di rilevazione della crisi (early warning), dall'altro e proprio a tale fine la rilevanza strategica degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati, dall'altro ancora l'opportunità che siano implementati interventi tempestivi ed utili per il turnaround. La prof.ssa Riva per il Piemonte Orientale e il prof. Danovi per l'Università di Bergamo, autori del presente lavoro, sono stati individualmente auditi dalla Commissione Giustizia 2 del Senato il 21.11.2018 per proporre modifiche al Codice della Crisi e dell'Insolvenza (Atto del Governo 53). Sono stati inoltre invitati a fare parte della "Commissione di studi del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Codice della Crisi e dell'Insolvenza" e in seno a tale organismo nuovamente auditi nel luglio 2020 alla Camera dei Deputati seconda Commissione Giustizia (Atto del Governo 175). Alla luce dei risultati ottenuti, inoltre, gli autori Riva e Danovi sono stati coinvolti attivamente nella ricerca finanziata dalla UE (European Commission JUST/2014/JCOO/AG/CIVI/7627) "Best practices in european restructuring. Contractualised distress resolution in the shadow of the law" (www.codire.eu)
Quaderno della Banca d'Italia - Serie: Questioni di Economia e Finanza. - Titolo: Strumenti negoziali per la soluzione delle crisi d’impresa: il concordato preventivo ISSN 1972-6627 (stampa) ISSN 1972-6643 (online)
Patrizia RivaPrimo
;
2018-01-01
Abstract
Questo studio è stato condotto dagli autori con la collaborazione nella raccolta dei dati del CESPEC ossia del Centro Studi Procedure Esecutive e Concorsuali dei magistrati specializzati in materia concorsuale e della Banca d'Italia al fine di comprendere, sulla base di una robusta analisi empirica: se le procedure di concordato preventivo rappresentino o meno un efficace strumento per la soluzione delle crisi di impresa, quali siano le principali finalità economico aziendali che sono perseguite dalle imprese mediante questo strumento e quali siano le percentuali di successo conseguite. La ricerca è stata considerata di notevole impatto in quanto ha contribuito a creare una base informativa utile a supportare riflessioni e conseguentemente anche proposte di modifica e integrazione nel redigendo codice della crisi e dell'insolvenza. Il lavoro fornisce, infatti, un ampio insieme di nuove evidenze empiriche sull’impiego e sul funzionamento delle procedure di concordato preventivo basate su un dataset, appositamente assemblato, che costituisce la più ricca base informativa al momento disponibile. I risultati principali possono essere sintetizzati come segue: i concordati preventivi sono impiegati prevalentemente con finalità liquidatoria (circa il 70 per cento dei casi). La percentuale di concordati per i quali quanto previsto nel piano è effettivamente realizzato è pari a meno di un quarto delle procedure presentate. Il recupero dei crediti assistiti da garanzia avviene in misura pressoché integrale in tutte le tipologie di concordato, mentre per i crediti non garantiti i tassi di recupero variano sensibilmente, ma sono sistematicamente superiori rispetto alle aspettative: dal 18 per cento per i concordati liquidatori al 37 per cento per quelli in continuità diretta (23 per cento per quelli in continuità indiretta). Analisi di regressione mostrano che migliori performance dei concordati preventivi sono associate a un minore grado di “cronicità della crisi” al momento dell’apertura del concordato, misurata con il tempo trascorso dalle prime difficoltà persistenti che l’impresa incontra nell’adempiere agli obblighi nei confronti dei creditori bancari e l’avvio della procedura. Ne segue l'importanza di anticipare il più possibile il momento da un lato di rilevazione della crisi (early warning), dall'altro e proprio a tale fine la rilevanza strategica degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati, dall'altro ancora l'opportunità che siano implementati interventi tempestivi ed utili per il turnaround. La prof.ssa Riva per il Piemonte Orientale e il prof. Danovi per l'Università di Bergamo, autori del presente lavoro, sono stati individualmente auditi dalla Commissione Giustizia 2 del Senato il 21.11.2018 per proporre modifiche al Codice della Crisi e dell'Insolvenza (Atto del Governo 53). Sono stati inoltre invitati a fare parte della "Commissione di studi del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Codice della Crisi e dell'Insolvenza" e in seno a tale organismo nuovamente auditi nel luglio 2020 alla Camera dei Deputati seconda Commissione Giustizia (Atto del Governo 175). Alla luce dei risultati ottenuti, inoltre, gli autori Riva e Danovi sono stati coinvolti attivamente nella ricerca finanziata dalla UE (European Commission JUST/2014/JCOO/AG/CIVI/7627) "Best practices in european restructuring. Contractualised distress resolution in the shadow of the law" (www.codire.eu)File | Dimensione | Formato | |
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