Uno degli scopi fondamentali della riforma che da alcuni anni sta interessando il settore del trasporto pubblico locale (TPL) in Italia è quello di indirizzare gli operatori verso recuperi sostanziali di efficienza produttiva e di efficacia del servizio. Tale obiettivo è perseguibile, da un lato, decentrando le responsabilità finanziarie a livello locale e, dall’altro, agendo sui meccanismi che regolano l’accesso al mercato (gare per l’affidamento del servizio) e l’assegnazione dei sussidi (contratti incentivanti), in linea con le previsioni della «nuova teoria della regolamentazione» dei monopoli (Laffont e Tirole, 1993). Con riferimento a quest’ultimo aspetto, va sottolineato che nel TPL la presenza di asimmetrie informative (adverse selection e moral hazard) rende problematico il controllo dei costi operativi da parte dell’Autorità Locale, a cui compete la definizione delle modalità di erogazione dei sussidi. Il presente studio esamina in un’ottica comparata tre esperienze – Bolzano, Bologna e Torino – caratterizzate da una diversa evoluzione della cornice regolatoria, cercando di valutare l’impatto degli schemi di sussidio adottati sulla performance produttiva degli operatori. In particolare, attraverso un esame degli sviluppi normativi all’interno di ciascuna realtà, si evidenziano le ricadute in termini di efficienza ed efficacia del servizio delle diverse soluzioni, sottolineandone gli aspetti positivi e i punti critici. Traendo poi spunto da alcuni fattori di successo dei meccanismi di regolamentazione utilizzati in altri contesti, regionali e internazionali, vengono inoltre discusse possibili formule migliorative.

I sussidi al trasporto pubblico locale. Esperienze di regolamentazione a confronto

PIACENZA, MASSIMILIANO
2006-01-01

Abstract

Uno degli scopi fondamentali della riforma che da alcuni anni sta interessando il settore del trasporto pubblico locale (TPL) in Italia è quello di indirizzare gli operatori verso recuperi sostanziali di efficienza produttiva e di efficacia del servizio. Tale obiettivo è perseguibile, da un lato, decentrando le responsabilità finanziarie a livello locale e, dall’altro, agendo sui meccanismi che regolano l’accesso al mercato (gare per l’affidamento del servizio) e l’assegnazione dei sussidi (contratti incentivanti), in linea con le previsioni della «nuova teoria della regolamentazione» dei monopoli (Laffont e Tirole, 1993). Con riferimento a quest’ultimo aspetto, va sottolineato che nel TPL la presenza di asimmetrie informative (adverse selection e moral hazard) rende problematico il controllo dei costi operativi da parte dell’Autorità Locale, a cui compete la definizione delle modalità di erogazione dei sussidi. Il presente studio esamina in un’ottica comparata tre esperienze – Bolzano, Bologna e Torino – caratterizzate da una diversa evoluzione della cornice regolatoria, cercando di valutare l’impatto degli schemi di sussidio adottati sulla performance produttiva degli operatori. In particolare, attraverso un esame degli sviluppi normativi all’interno di ciascuna realtà, si evidenziano le ricadute in termini di efficienza ed efficacia del servizio delle diverse soluzioni, sottolineandone gli aspetti positivi e i punti critici. Traendo poi spunto da alcuni fattori di successo dei meccanismi di regolamentazione utilizzati in altri contesti, regionali e internazionali, vengono inoltre discusse possibili formule migliorative.
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