Lo studio delle arti applicate e decorative riveste un’enorme importanza nella comprensione degli usi e costumi esistenti in un dato periodo storico. In particolare, la produzione Limosina di opere orafe lavorate con smalti vetrosi (XII-XIII secolo), rappresenta un esempio dell’attività artistica e culturale della Francia centrale nel medioevo. Le opere, caratterizzate essenzialmente da un’iconografia pagana e realizzate in rame dorato con una lavorazione “champlevé”, sono, e lo sono state in passato, preziosi oggetti da collezione e simbolo di potere. Questo ha portato in tempi più recenti (XVIII secolo) a una proliferazione di copie che insieme alla produzione originale si trova dispersa tra gli enti museali di tutto il mondo, tra questi si possono citare il Musée du Louvre (Parigi), il Musée National du Moyen Age (Parigi), il Musée de Picardie (Amiens), il Metropolitan Museum of Art (New York), il Museo Civico di Arte Antica (Torino) e il Museo del Tesoro del Duomo (Vercelli). Vista l’importanza delle opere e vista la difficoltà di definire con il solo approccio stilistico l’autenticità di questi oggetti, si propone un metodo di studio sistematico, mediante tecniche analitiche non distruttive, capace di definire in modo certo l’epoca di produzione. In particolare, in questo lavoro, ci si soffermerà sulle analisi condotte al Musée du Louvre su una serie di medaglioni provenienti dalla collezione “Larcade”. Questa serie di medaglioni, insieme con altri due medaglioni conservati al Metropolitan Museum of Art (collezione J. Pierpont Morgan) sono probabilmente gli originali del coro ligneo nella chiesa di San Sebastiano a Biella (TO) che a loro volta provenivano dalla collezione del cardinale Guala Bicchieri (ca 1150-1227). Il metodo di studio ha previsto una preliminare analisi mediante spettrofotometria UV-VIS in riflettanza diffusa con fibre ottiche (FORS), la quale può fornire, in modo estremamente rapido, un’informazione in grado di distinguere con buona affidabilità gli smalti medievali da quelli moderni; successivamente grazie alle analisi di fluorescenza di raggi X (XRF) è stato possibile definire la composizione elementare degli smalti policromi. Le analisi, non invasive, sono state tutte realizzate “in situ” ponendo un’attenzione particolare al calcolo quantitativo delle matrici vetrose, mediante l’utilizzo di diversi metodi numerici. Attraverso l’analisi multivariata è stato poi possibile correlare i dati raccolti con analisi effettuate in precedenza su reperti presenti nell’area piemontese, rendendo possibile una netta discriminazione tra smalti limosini di epoca medievale e smalti moderni.

Autenticazione di opere di oreficeria limosina mediante analisi di fluorescenza di raggi X e analisi multivariata. la Collection Larcade

ACETO, Maurizio;
2010-01-01

Abstract

Lo studio delle arti applicate e decorative riveste un’enorme importanza nella comprensione degli usi e costumi esistenti in un dato periodo storico. In particolare, la produzione Limosina di opere orafe lavorate con smalti vetrosi (XII-XIII secolo), rappresenta un esempio dell’attività artistica e culturale della Francia centrale nel medioevo. Le opere, caratterizzate essenzialmente da un’iconografia pagana e realizzate in rame dorato con una lavorazione “champlevé”, sono, e lo sono state in passato, preziosi oggetti da collezione e simbolo di potere. Questo ha portato in tempi più recenti (XVIII secolo) a una proliferazione di copie che insieme alla produzione originale si trova dispersa tra gli enti museali di tutto il mondo, tra questi si possono citare il Musée du Louvre (Parigi), il Musée National du Moyen Age (Parigi), il Musée de Picardie (Amiens), il Metropolitan Museum of Art (New York), il Museo Civico di Arte Antica (Torino) e il Museo del Tesoro del Duomo (Vercelli). Vista l’importanza delle opere e vista la difficoltà di definire con il solo approccio stilistico l’autenticità di questi oggetti, si propone un metodo di studio sistematico, mediante tecniche analitiche non distruttive, capace di definire in modo certo l’epoca di produzione. In particolare, in questo lavoro, ci si soffermerà sulle analisi condotte al Musée du Louvre su una serie di medaglioni provenienti dalla collezione “Larcade”. Questa serie di medaglioni, insieme con altri due medaglioni conservati al Metropolitan Museum of Art (collezione J. Pierpont Morgan) sono probabilmente gli originali del coro ligneo nella chiesa di San Sebastiano a Biella (TO) che a loro volta provenivano dalla collezione del cardinale Guala Bicchieri (ca 1150-1227). Il metodo di studio ha previsto una preliminare analisi mediante spettrofotometria UV-VIS in riflettanza diffusa con fibre ottiche (FORS), la quale può fornire, in modo estremamente rapido, un’informazione in grado di distinguere con buona affidabilità gli smalti medievali da quelli moderni; successivamente grazie alle analisi di fluorescenza di raggi X (XRF) è stato possibile definire la composizione elementare degli smalti policromi. Le analisi, non invasive, sono state tutte realizzate “in situ” ponendo un’attenzione particolare al calcolo quantitativo delle matrici vetrose, mediante l’utilizzo di diversi metodi numerici. Attraverso l’analisi multivariata è stato poi possibile correlare i dati raccolti con analisi effettuate in precedenza su reperti presenti nell’area piemontese, rendendo possibile una netta discriminazione tra smalti limosini di epoca medievale e smalti moderni.
2010
9788855530859
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11579/85496
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