L’evoluzione storica e sociale del capitalismo contemporaneo nei paesi dell’Europa del Sud (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) ha contribuito a definire sistemi nazionali di regolazione sociale dell’economia assimilabili sotto diversi aspetti: uno sviluppo economico con ampi divari territoriali; una struttura produttiva basata su piccole e medie imprese scarsamente orientata all’innovazione; mercati del lavoro fortemente segmentati, poco favorevoli all’occupazione di donne e giovani; un’ampia diffusione e legittimazione dell’economia informale; un welfare state deficitario, che include la famiglia tra le risorse implicite di sostegno alle attività imprenditoriali nonché ai servizi di assistenza e cura; un’amministrazione spesso scarsamente orientata al pubblico servizio. A partire da tali analogie, il dibattito sulla varietà di capitalismi è gradualmente arrivato a definire una tipologia di “capitalismo mediterraneo”, contribuendo a superare un’impostazione teorica polarizzata, poco adatta a cogliere una realtà empirica complessa e mutevole. La categoria del capitalismo mediterraneo appare inoltre utile nell’analisi delle dinamiche di interazione con il livello di regolazione comunitario, consentendo di seguire gli sviluppi del processo di integrazione europea. Per riflettere su contraddizioni e difficoltà oggi attraversate dal capitalismo mediterraneo (e, indirettamente, da quello europeo), la sezione Economia, Lavoro e Organizzazione dell’Associazione Italiana di Sociologia (ELO-AIS) ha dedicato il suo convegno annuale, realizzato nell’ottobre del 2015 presso l’Università degli Studi di Cagliari, all’approfondimento del tema Europa del Sud: la regolazione sociale dell’economia nel capitalismo mediterraneo. Il volume raccoglie, in una versione rivista, alcuni tra i contributi più significativi presentati in quella sede.

Europa del Sud: la regolazione sociale dell'economia nel capitalismo mediterraneo

CATTERO, Bruno
2016-01-01

Abstract

L’evoluzione storica e sociale del capitalismo contemporaneo nei paesi dell’Europa del Sud (Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) ha contribuito a definire sistemi nazionali di regolazione sociale dell’economia assimilabili sotto diversi aspetti: uno sviluppo economico con ampi divari territoriali; una struttura produttiva basata su piccole e medie imprese scarsamente orientata all’innovazione; mercati del lavoro fortemente segmentati, poco favorevoli all’occupazione di donne e giovani; un’ampia diffusione e legittimazione dell’economia informale; un welfare state deficitario, che include la famiglia tra le risorse implicite di sostegno alle attività imprenditoriali nonché ai servizi di assistenza e cura; un’amministrazione spesso scarsamente orientata al pubblico servizio. A partire da tali analogie, il dibattito sulla varietà di capitalismi è gradualmente arrivato a definire una tipologia di “capitalismo mediterraneo”, contribuendo a superare un’impostazione teorica polarizzata, poco adatta a cogliere una realtà empirica complessa e mutevole. La categoria del capitalismo mediterraneo appare inoltre utile nell’analisi delle dinamiche di interazione con il livello di regolazione comunitario, consentendo di seguire gli sviluppi del processo di integrazione europea. Per riflettere su contraddizioni e difficoltà oggi attraversate dal capitalismo mediterraneo (e, indirettamente, da quello europeo), la sezione Economia, Lavoro e Organizzazione dell’Associazione Italiana di Sociologia (ELO-AIS) ha dedicato il suo convegno annuale, realizzato nell’ottobre del 2015 presso l’Università degli Studi di Cagliari, all’approfondimento del tema Europa del Sud: la regolazione sociale dell’economia nel capitalismo mediterraneo. Il volume raccoglie, in una versione rivista, alcuni tra i contributi più significativi presentati in quella sede.
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