La cautela dei governi nei confronti di politiche economiche innovative è dovuta sovente al timore che l'opinione pubblica non riesca a comprenderle adeguatamente. La ricerca di cui questo articolo riferisce si propone di valutare se ciò sia realistico. Si è sottoposta alla valutazione di due campioni rappresentativi, uno nazionale e uno regionale (in Piemonte), un'ipotesi di intervento teoricamente fondata, ma eterodossa nell'attuale temperie culturale, vale a dire un piano di occupazione nel settore pubblico da finanziarsi mediante un'imposta straordinaria sulla ricchezza finanziaria (oppure, nell'indagine regionale, mediante contributi volontari). L'ipotesi che l'opinione pubblica sia prevenuta contro politiche innovative risulta nettamente smentita: il 95% degli intervistati ritiene che lo Stato debba intervenire direttamente per creare lavoro, e quasi il 70% sarebbe d'accordo con la politica proposta anche nel caso in cui essa comportasse un’imposizione fiscale aggiuntiva sulla propria ricchezza mobiliare. Ancora più importante è che più in generale risulta smentita anche l'ipotesi di ignoranza dell'opinione pubblica. Oltre il 90% ritiene che lo Stato debba creare direttamente posti di lavoro, in ovvio contrasto con la corrente retorica antistatalista; e gli intervistati distinguono nettamente fra imposte sul reddito e imposte sulla ricchezza finanziaria (quasi il 90% è contrario ad aumentare le imposte sul reddito per ridurre il debito pubblico, ma quasi il 60% è favorevole a un aumento delle imposte sulla ricchezza finanziaria finalizzato a tale scopo), in ovvio contrasto con l'idea che la tassazione sui patrimoni sia comunque impopolare. In questo rapporto non vi è lo spazio per riportare tutti i dati e i questionari completi; essi possono essere richiesti direttamente a uno degli autori.
Crisi economica e disoccupazione giovanile: valutazione del consenso verso politiche di intervento pubblico
BIANCO, Maria Luisa;ORTONA, Guido
2016-01-01
Abstract
La cautela dei governi nei confronti di politiche economiche innovative è dovuta sovente al timore che l'opinione pubblica non riesca a comprenderle adeguatamente. La ricerca di cui questo articolo riferisce si propone di valutare se ciò sia realistico. Si è sottoposta alla valutazione di due campioni rappresentativi, uno nazionale e uno regionale (in Piemonte), un'ipotesi di intervento teoricamente fondata, ma eterodossa nell'attuale temperie culturale, vale a dire un piano di occupazione nel settore pubblico da finanziarsi mediante un'imposta straordinaria sulla ricchezza finanziaria (oppure, nell'indagine regionale, mediante contributi volontari). L'ipotesi che l'opinione pubblica sia prevenuta contro politiche innovative risulta nettamente smentita: il 95% degli intervistati ritiene che lo Stato debba intervenire direttamente per creare lavoro, e quasi il 70% sarebbe d'accordo con la politica proposta anche nel caso in cui essa comportasse un’imposizione fiscale aggiuntiva sulla propria ricchezza mobiliare. Ancora più importante è che più in generale risulta smentita anche l'ipotesi di ignoranza dell'opinione pubblica. Oltre il 90% ritiene che lo Stato debba creare direttamente posti di lavoro, in ovvio contrasto con la corrente retorica antistatalista; e gli intervistati distinguono nettamente fra imposte sul reddito e imposte sulla ricchezza finanziaria (quasi il 90% è contrario ad aumentare le imposte sul reddito per ridurre il debito pubblico, ma quasi il 60% è favorevole a un aumento delle imposte sulla ricchezza finanziaria finalizzato a tale scopo), in ovvio contrasto con l'idea che la tassazione sui patrimoni sia comunque impopolare. In questo rapporto non vi è lo spazio per riportare tutti i dati e i questionari completi; essi possono essere richiesti direttamente a uno degli autori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.