Per delineare i processi di sviluppo dei sistemi territoriali anche la geografia è chiamata a confrontarsi con la cosiddetta “metrica del progetto”, ovvero con quell’insieme di indicatori che definiscono la capacità di confronto (intersoggettivo e interistituzionale), di previsione, di definizione dei traguardi, di programmazione e di attuazione delle iniziative, di valutazione delle prestazioni e degli esiti ottenuti. I risultati che ne scaturiscono consentono infatti di argomentare come alla distanza topografica, alla distanza tempo, alla distanza costo e alla distanza funzionale si possa aggiungere, a integrazione e implementazione, una ulteriore dimensione della stessa che potremmo denominare “progettuale”; quest’ultima consentirebbe di non restare ancorati a soli fatti dati, o “prodotti”, ma di volgere lo sguardo alle condizioni che definiscono, prospettano e interpretano le potenzialità e le opportunità da cogliere e da sviluppare. In altre parole, con l’ausilio esplicito di questi indicatori, sembrerebbe possibile riconoscere nei differenziali territoriali, e nei tentativi volti al loro superamento, non solo gli esiti di processi ascrivibili al passato, ma anche di quelli che si originano per la definizione del futuro. In questa cornice teorico-metodologica, il contributo intende dimostrare come il concetto di prossimità diventi funzione dei progetti attivati sul territorio, della capacità di questi ultimi di interagire con lo sviluppo che si origina alle diverse scale territoriali e dell’attenzione che gli attivatori e i beneficiari pongono attorno a quello che potrà essere, metaforicamente, il “futuro prossimo” che li attende: colto in questa prospettiva, il progetto potrebbe consentire una più esaustiva rappresentazione sia dei punti di debolezza acquisiti da un sistema territoriale (prossimità negative), sia dei suoi punti di forza, delle potenzialità e opportunità possibili, auspicabili e perseguibili. La “metrica del progetto”, per generare risultati significativi e pertinenti, richiede però l’impiego di una “grammatica”, cioè di un insieme di regole, metodi, categorie descrittive e strumenti tecnici, propria delle discipline che definiscono l’azione e l’intervento, ma che si configura altresì come un supporto imprescindibile per retroagire sulla descrizione e sulla interpretazione dei fatti, degli oggetti e delle strutture su cui si intende intervenire. A partire da queste considerazioni, il contributo si propone di individuare quali siano i fattori e le variabili che definiscono ed esplicitano la distanza progettuale, e che, reciprocamente, arricchiscono e aggiornano il concetto di prossimità. Nel solco di queste riflessioni, si proverà anche a far emergere come la geografia, ricorrendo a questi strumenti, possa intervenire con maggior autorevolezza nella definizione delle traiettorie evolutive dello sviluppo territoriale contemporaneo.
La “metrica del progetto” come indicatore di previsione e di rappresentazione delle potenzialità e dello sviluppo dei sistemi territoriali
EMANUEL, Cesare;CERUTTI, Stefania
2013-01-01
Abstract
Per delineare i processi di sviluppo dei sistemi territoriali anche la geografia è chiamata a confrontarsi con la cosiddetta “metrica del progetto”, ovvero con quell’insieme di indicatori che definiscono la capacità di confronto (intersoggettivo e interistituzionale), di previsione, di definizione dei traguardi, di programmazione e di attuazione delle iniziative, di valutazione delle prestazioni e degli esiti ottenuti. I risultati che ne scaturiscono consentono infatti di argomentare come alla distanza topografica, alla distanza tempo, alla distanza costo e alla distanza funzionale si possa aggiungere, a integrazione e implementazione, una ulteriore dimensione della stessa che potremmo denominare “progettuale”; quest’ultima consentirebbe di non restare ancorati a soli fatti dati, o “prodotti”, ma di volgere lo sguardo alle condizioni che definiscono, prospettano e interpretano le potenzialità e le opportunità da cogliere e da sviluppare. In altre parole, con l’ausilio esplicito di questi indicatori, sembrerebbe possibile riconoscere nei differenziali territoriali, e nei tentativi volti al loro superamento, non solo gli esiti di processi ascrivibili al passato, ma anche di quelli che si originano per la definizione del futuro. In questa cornice teorico-metodologica, il contributo intende dimostrare come il concetto di prossimità diventi funzione dei progetti attivati sul territorio, della capacità di questi ultimi di interagire con lo sviluppo che si origina alle diverse scale territoriali e dell’attenzione che gli attivatori e i beneficiari pongono attorno a quello che potrà essere, metaforicamente, il “futuro prossimo” che li attende: colto in questa prospettiva, il progetto potrebbe consentire una più esaustiva rappresentazione sia dei punti di debolezza acquisiti da un sistema territoriale (prossimità negative), sia dei suoi punti di forza, delle potenzialità e opportunità possibili, auspicabili e perseguibili. La “metrica del progetto”, per generare risultati significativi e pertinenti, richiede però l’impiego di una “grammatica”, cioè di un insieme di regole, metodi, categorie descrittive e strumenti tecnici, propria delle discipline che definiscono l’azione e l’intervento, ma che si configura altresì come un supporto imprescindibile per retroagire sulla descrizione e sulla interpretazione dei fatti, degli oggetti e delle strutture su cui si intende intervenire. A partire da queste considerazioni, il contributo si propone di individuare quali siano i fattori e le variabili che definiscono ed esplicitano la distanza progettuale, e che, reciprocamente, arricchiscono e aggiornano il concetto di prossimità. Nel solco di queste riflessioni, si proverà anche a far emergere come la geografia, ricorrendo a questi strumenti, possa intervenire con maggior autorevolezza nella definizione delle traiettorie evolutive dello sviluppo territoriale contemporaneo.File | Dimensione | Formato | |
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