L’art. 37 della Legge n. 134 del 7 agosto 2012 (di conversione con modificazioni del D.L. 22 giugno 2012 n. 83 Decreto Sviluppo), ha introdotto nella legge fallimentare una serie di novità e precisazioni finalizzate al potenziamento degli strumenti giudiziali e stragiudiziali dedicati al risanamento ed alla continuità delle imprese in crisi. Tra queste le attestazioni dei piani di risanamento rappresentano un documento chiave, determinante per l’accesso ai nuovi istituti. La novella del 2012, assegnando ai professionisti “esperti” un ruolo centrale, ha meglio precisato i requisiti del soggetto che rilascia l’attestazione (“Attestatore”) e alcuni dei contenuti dell’attestazione stessa. La scelta adottata dal legislatore di spingere verso soluzioni privatistiche della crisi aziendale enfatizza il ruolo dell’Attestatore favorendo lo sviluppo di specifiche competenze economico - giuridiche trasversali. La dottrina, riprendendo la prassi professionale, ha cominciato ad applicarsi al tema in attesa che su di esso si pronunci e si consolidi una giurisprudenza di merito. La ratio dell’attestazione è, infatti, quella di tutelare i terzi e i creditori, soprattutto se estranei al piano di risanamento, perché le scelte e le rinunce di fronte ai quali sono posti dal debitore siano decise e accettate sulla base di una corretta e sufficientemente completa base informativa. L’importanza del lavoro dell’Attestatore è deputata anche a rafforzare la credibilità degli impegni assunti dal debitore mediante il piano finalizzati al riequilibrio della situazione economico-finanziaria e, quindi, al risanamento dell’impresa. Il documento vuole formulare principi e soprattutto proporre modelli comportamentali condivisi ed accettati riguardanti le attività che l’Attestatore deve svolgere, sia per verificare la veridicità dei dati, sia relativamente al giudizio di fattibilità del piano e al fatto che l’impresa possa riacquistare l’equilibrio economico-finanziario e patrimoniale desiderato. I principi, applicandosi ai vari contesti gestionali e dimensionali dell’impresa, se correttamente applicati, possono offrire ai professionisti la possibilità di individuare standard comuni pur in presenza di situazioni di forte incertezza e di carenza di fonti informative. In questo I Principi cercano di ridurre le difficoltà che gli Attestatori incontrano ed aumentare le certezze sulle modalità operative da adottare e sui risultati da esporre.

Principi di Attestazione dei Piani di Risanamento.

RIVA, PATRIZIA
2014-01-01

Abstract

L’art. 37 della Legge n. 134 del 7 agosto 2012 (di conversione con modificazioni del D.L. 22 giugno 2012 n. 83 Decreto Sviluppo), ha introdotto nella legge fallimentare una serie di novità e precisazioni finalizzate al potenziamento degli strumenti giudiziali e stragiudiziali dedicati al risanamento ed alla continuità delle imprese in crisi. Tra queste le attestazioni dei piani di risanamento rappresentano un documento chiave, determinante per l’accesso ai nuovi istituti. La novella del 2012, assegnando ai professionisti “esperti” un ruolo centrale, ha meglio precisato i requisiti del soggetto che rilascia l’attestazione (“Attestatore”) e alcuni dei contenuti dell’attestazione stessa. La scelta adottata dal legislatore di spingere verso soluzioni privatistiche della crisi aziendale enfatizza il ruolo dell’Attestatore favorendo lo sviluppo di specifiche competenze economico - giuridiche trasversali. La dottrina, riprendendo la prassi professionale, ha cominciato ad applicarsi al tema in attesa che su di esso si pronunci e si consolidi una giurisprudenza di merito. La ratio dell’attestazione è, infatti, quella di tutelare i terzi e i creditori, soprattutto se estranei al piano di risanamento, perché le scelte e le rinunce di fronte ai quali sono posti dal debitore siano decise e accettate sulla base di una corretta e sufficientemente completa base informativa. L’importanza del lavoro dell’Attestatore è deputata anche a rafforzare la credibilità degli impegni assunti dal debitore mediante il piano finalizzati al riequilibrio della situazione economico-finanziaria e, quindi, al risanamento dell’impresa. Il documento vuole formulare principi e soprattutto proporre modelli comportamentali condivisi ed accettati riguardanti le attività che l’Attestatore deve svolgere, sia per verificare la veridicità dei dati, sia relativamente al giudizio di fattibilità del piano e al fatto che l’impresa possa riacquistare l’equilibrio economico-finanziario e patrimoniale desiderato. I principi, applicandosi ai vari contesti gestionali e dimensionali dell’impresa, se correttamente applicati, possono offrire ai professionisti la possibilità di individuare standard comuni pur in presenza di situazioni di forte incertezza e di carenza di fonti informative. In questo I Principi cercano di ridurre le difficoltà che gli Attestatori incontrano ed aumentare le certezze sulle modalità operative da adottare e sui risultati da esporre.
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