Il motivo dell’orologio, che ricorre in maniera quasi ossessiva nella lirica barocca ma che sembra spegnersi allo scadere del XVII secolo, si riaffaccia nella raccolta di rime di Giuseppe D’Alessandro, Duca di Pescolanciano, la Selva poetica pubblicata a Napoli nel 1713. Il poeta-feudatario molisano, ammiratore di Marino ma anche di Petrarca, riprende nei suoi componimenti l’immaginario e il repertorio metaforico che la lirica barocca aveva elaborato intorno ai vari tipi di orologio, ma opta per forme metriche brevi (madrigali, quartine) e impronta il suo discorso a una linearità di argomentazione e a una chiarezza sintattica e lessicale che si collegano alle contemporanee esperienze arcadiche, e, insieme, all’incipiente stagione dei Lumi.

Uno sconfinamento barocco nel Settecento: Giuseppe D'Alessandro e le poesie sull'orologio

Gibellini
2025-01-01

Abstract

Il motivo dell’orologio, che ricorre in maniera quasi ossessiva nella lirica barocca ma che sembra spegnersi allo scadere del XVII secolo, si riaffaccia nella raccolta di rime di Giuseppe D’Alessandro, Duca di Pescolanciano, la Selva poetica pubblicata a Napoli nel 1713. Il poeta-feudatario molisano, ammiratore di Marino ma anche di Petrarca, riprende nei suoi componimenti l’immaginario e il repertorio metaforico che la lirica barocca aveva elaborato intorno ai vari tipi di orologio, ma opta per forme metriche brevi (madrigali, quartine) e impronta il suo discorso a una linearità di argomentazione e a una chiarezza sintattica e lessicale che si collegano alle contemporanee esperienze arcadiche, e, insieme, all’incipiente stagione dei Lumi.
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