Il lavoro riflette sulle criticità del sistema penale italiano nell’ambito della tutela ambientale, tenuto conto della disciplina pre e post legge n. 68/2015. Viene operato un focus sulla problematica coesistenza tra il delitto di disastro ambientale (art. 452 quater Cp), espressione di un modello parzialmente sanzionatorio alla luce della clausola di illiceità “abusivamente”, e fattispecie preesistenti quali il disastro innominato (art. 434 Cp) e l’avvelenamento di acque (art. 439 Cp), tipici di un modello penalistico puro di tutela dell’ambiente. Tale commistione di paradigmi produce incoerenze nell’ambito del concorso di reati, del riparto di responsabilità tra persona fisica ed ente (d.lgs. 231/2001) e porta, di fatto, a sconfessare la limitazione della responsabilità sottesa al modello parzialmente sanzionatorio.
Disastri e contraddizioni tra paradigmi di tutela penale dell'ambiente
Riccardo Battistoni
2025-01-01
Abstract
Il lavoro riflette sulle criticità del sistema penale italiano nell’ambito della tutela ambientale, tenuto conto della disciplina pre e post legge n. 68/2015. Viene operato un focus sulla problematica coesistenza tra il delitto di disastro ambientale (art. 452 quater Cp), espressione di un modello parzialmente sanzionatorio alla luce della clausola di illiceità “abusivamente”, e fattispecie preesistenti quali il disastro innominato (art. 434 Cp) e l’avvelenamento di acque (art. 439 Cp), tipici di un modello penalistico puro di tutela dell’ambiente. Tale commistione di paradigmi produce incoerenze nell’ambito del concorso di reati, del riparto di responsabilità tra persona fisica ed ente (d.lgs. 231/2001) e porta, di fatto, a sconfessare la limitazione della responsabilità sottesa al modello parzialmente sanzionatorio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


