La recente normativa irlandese sulle avvertenze precauzionali nell’etichettatura degli alcolici ha dato la stura a numerose polemiche in merito al rischio che una eccessiva demonizzazione del consumo di alcolici possa distruggere il mercato di prodotti che da millenni hanno contribuito alla costruzione dell’identità culturale, sociale ed economica dei popoli europei. L’articolo muove da alcuni dati scientifici recenti, che hanno segnalato la difficoltà (se, non, l’impossibilità) di identificare un “safe level of consumption” per valutare se iniziative normative come quella descritta possano essere legittime alla luce del complesso riparto di competenze fra Stati membri e Unione europea in materia di etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti, nonché a quali principi debba improntarsi l’azione precauzionale dei legislatori nazionali intenzionati a proteggere la salute dei propri cittadini dal rischio di alcolismo. L’articolo si chiude con alcune riflessioni de iure condendo in merito alle possibilità future di scongiurare i conflitti (giuridici, commerciali e culturali) che questa frammentazione normativa potrebbe determinare, sollecitando il riavvio di un dialogo a livello europeo naufragato nel 2021 allorquando nel Parlamento europeo non è stata raggiunta la maggioranza su una proposta di regolamentazione specifica avanzata dalla Commissione Ue.

“No safe level” ed etichettatura precauzionale degli alcolici: una questione da affrontare

RUBINO, V.
2024-01-01

Abstract

La recente normativa irlandese sulle avvertenze precauzionali nell’etichettatura degli alcolici ha dato la stura a numerose polemiche in merito al rischio che una eccessiva demonizzazione del consumo di alcolici possa distruggere il mercato di prodotti che da millenni hanno contribuito alla costruzione dell’identità culturale, sociale ed economica dei popoli europei. L’articolo muove da alcuni dati scientifici recenti, che hanno segnalato la difficoltà (se, non, l’impossibilità) di identificare un “safe level of consumption” per valutare se iniziative normative come quella descritta possano essere legittime alla luce del complesso riparto di competenze fra Stati membri e Unione europea in materia di etichettatura, presentazione e pubblicità degli alimenti, nonché a quali principi debba improntarsi l’azione precauzionale dei legislatori nazionali intenzionati a proteggere la salute dei propri cittadini dal rischio di alcolismo. L’articolo si chiude con alcune riflessioni de iure condendo in merito alle possibilità future di scongiurare i conflitti (giuridici, commerciali e culturali) che questa frammentazione normativa potrebbe determinare, sollecitando il riavvio di un dialogo a livello europeo naufragato nel 2021 allorquando nel Parlamento europeo non è stata raggiunta la maggioranza su una proposta di regolamentazione specifica avanzata dalla Commissione Ue.
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