Lo stile di Lenin, incisivo e dai tratti distintivi ben marcati, è stato per i formalisti banco di prova e di confronto fondamentale per applicare le proprie teorie alla contem-poraneità più stringente. Particolarmente indicativo, a questo riguardo, è il numero 1(5)di LEF, uscito nel 1924 e dedicato alla lingua di Lenin. Vi partecipa anche Boris Kazanskij, personalità poliedrica, antichista di formazione, per il quale proprio la retorica e l’oratoria classiche ripensate nella prospettiva del presente divengono chiave di accesso e di analisi del fenomeno del discorso leniniano nonché fondamentale oggetto di dialogo con i mem-bri dell’OPOJaZ alle prese con una necessaria apertura degli orizzonti teorici e metodolo-gici. Obiettivo di questo contributo è presentare per la prima volta al lettore italiano l’au-tore, ancora poco studiato, e analizzarne l’articolo del 1924, confrontandolo poi con un più breve scritto del 1939 dedicato allo stesso argomento ma di impostazione ben diversa. Di entrambi i testi, inediti in italiano, si presenta in appendice la traduzione.Lo stile di Lenin, incisivo e dai tratti distintivi ben marcati, è stato per i formalisti banco di prova e di confronto fondamentale per applicare le proprie teorie alla contem-poraneità più stringente. Particolarmente indicativo, a questo riguardo, è il numero 1(5)di LEF, uscito nel 1924 e dedicato alla lingua di Lenin. Vi partecipa anche Boris Kazanskij, personalità poliedrica, antichista di formazione, per il quale proprio la retorica e l’oratoria classiche ripensate nella prospettiva del presente divengono chiave di accesso e di analisi del fenomeno del discorso leniniano nonché fondamentale oggetto di dialogo con i membri dell’OPOJaZ alle prese con una necessaria apertura degli orizzonti teorici e metodologici. Obiettivo di questo contributo è presentare per la prima volta al lettore italiano l’au-tore, ancora poco studiato, e analizzarne l’articolo del 1924, confrontandolo poi con un più breve scritto del 1939 dedicato allo stesso argomento ma di impostazione ben diversa. Di entrambi i testi, inediti in italiano, si presenta in appendice la traduzione. Being sharp and characterized by well-marked distinctive features, Lenin’s style was, for the Formalists, a crucial ground for applying their theories to the most contemporary issues. Particularly indicative in this respect is issue 1(5) of the LEFmagazine, published in 1924 and devoted to Lenin’s language. It includes also an article by Boris Kazansky, a multifaceted personality, trained as a classicist; for him, the classical rhetoric and oratory, rethought from the perspective of the present, became the key to addressing Lenin’s discourse and its devices, as well as a fundamental object of dialogue with the members of OPOJaZ grappling with a necessary opening of theoretical and methodologi-cal horizons. The aim of this contribution is to present for the first time to the Italian reader the author, who is still little known, and to analyse his 1924 article, comparing it with a shorter text from 1939 on the same subject but built with a very different approach. A translation of both texts, never published before in Italian, is presented in the appendix.

Boris Kazanskij: retorica e poetica del discorso di Lenin

Sini Stefania
Primo
;
2023-01-01

Abstract

Lo stile di Lenin, incisivo e dai tratti distintivi ben marcati, è stato per i formalisti banco di prova e di confronto fondamentale per applicare le proprie teorie alla contem-poraneità più stringente. Particolarmente indicativo, a questo riguardo, è il numero 1(5)di LEF, uscito nel 1924 e dedicato alla lingua di Lenin. Vi partecipa anche Boris Kazanskij, personalità poliedrica, antichista di formazione, per il quale proprio la retorica e l’oratoria classiche ripensate nella prospettiva del presente divengono chiave di accesso e di analisi del fenomeno del discorso leniniano nonché fondamentale oggetto di dialogo con i mem-bri dell’OPOJaZ alle prese con una necessaria apertura degli orizzonti teorici e metodolo-gici. Obiettivo di questo contributo è presentare per la prima volta al lettore italiano l’au-tore, ancora poco studiato, e analizzarne l’articolo del 1924, confrontandolo poi con un più breve scritto del 1939 dedicato allo stesso argomento ma di impostazione ben diversa. Di entrambi i testi, inediti in italiano, si presenta in appendice la traduzione.Lo stile di Lenin, incisivo e dai tratti distintivi ben marcati, è stato per i formalisti banco di prova e di confronto fondamentale per applicare le proprie teorie alla contem-poraneità più stringente. Particolarmente indicativo, a questo riguardo, è il numero 1(5)di LEF, uscito nel 1924 e dedicato alla lingua di Lenin. Vi partecipa anche Boris Kazanskij, personalità poliedrica, antichista di formazione, per il quale proprio la retorica e l’oratoria classiche ripensate nella prospettiva del presente divengono chiave di accesso e di analisi del fenomeno del discorso leniniano nonché fondamentale oggetto di dialogo con i membri dell’OPOJaZ alle prese con una necessaria apertura degli orizzonti teorici e metodologici. Obiettivo di questo contributo è presentare per la prima volta al lettore italiano l’au-tore, ancora poco studiato, e analizzarne l’articolo del 1924, confrontandolo poi con un più breve scritto del 1939 dedicato allo stesso argomento ma di impostazione ben diversa. Di entrambi i testi, inediti in italiano, si presenta in appendice la traduzione. Being sharp and characterized by well-marked distinctive features, Lenin’s style was, for the Formalists, a crucial ground for applying their theories to the most contemporary issues. Particularly indicative in this respect is issue 1(5) of the LEFmagazine, published in 1924 and devoted to Lenin’s language. It includes also an article by Boris Kazansky, a multifaceted personality, trained as a classicist; for him, the classical rhetoric and oratory, rethought from the perspective of the present, became the key to addressing Lenin’s discourse and its devices, as well as a fundamental object of dialogue with the members of OPOJaZ grappling with a necessary opening of theoretical and methodologi-cal horizons. The aim of this contribution is to present for the first time to the Italian reader the author, who is still little known, and to analyse his 1924 article, comparing it with a shorter text from 1939 on the same subject but built with a very different approach. A translation of both texts, never published before in Italian, is presented in the appendix.
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