Nel 2020 l’IFLA pubblicava una Dichiarazione su biblioteche e Intelligenza Artificiale in 15 pagine, molto più ampia di ogni suo precedente manifesto o dichiarazione; il 30 novembre 2022 veniva rilasciato per l’utilizzo pubblico ChatGPT, che è un chatbot cioè un’interfaccia che permette l’uso semplificato del software di Intelligenza Artificiale GPT sviluppato da OpenAI (azienda fondata da soci privati tra cui Elon Musk noto per Tesla e Peter Thiel noto per PayPal e Palantir, e attualmente fortemente finanziata da Microsoft). I sistemi di Intelligenza Artificiale a cui si pensava nel 2020 (per operare nella soggettazione, nella raccomandazione ecc.) non erano primariamente pensati per l’accesso e/o un uso facile da parte del pubblico generalista. L’universo bibliotecario deve certamente confrontarsi con essi, anche perché la comparsa di ChatGPT mette ulteriormente sotto attacco il ruolo della biblioteca come luogo dell’accesso all’informazione - e natura e forma di questo attacco lo Statement dell’IFLA non le poteva conoscere. La diffusione dell’uso di ChatGPT solleva problemi di tipo professionale (scomparirà il servizio di reference nelle biblioteche?), docimologico (il testo scritto non sarà più utilizzabile per la valutazione degli studenti o dei progetti di ricerca?), sociale (creerà dipendenza?). Si creerà un information divide tra coloro che sapranno cercare l’informazione e coloro che la chiederanno a ChatGPT? Lo statement dell’IFLA nelle sezioni Artificial Intelligence and intellectual freedom, AI literacy, libraries at the forefront presenta consapevolezza e traccia interessanti linee di azione. Sufficientemente forti per reggere l’impatto?

Leggere l’IFLA statement on libraries and Artificial Intelligence al tempo di ChatGPT

maurizio lana
2023-01-01

Abstract

Nel 2020 l’IFLA pubblicava una Dichiarazione su biblioteche e Intelligenza Artificiale in 15 pagine, molto più ampia di ogni suo precedente manifesto o dichiarazione; il 30 novembre 2022 veniva rilasciato per l’utilizzo pubblico ChatGPT, che è un chatbot cioè un’interfaccia che permette l’uso semplificato del software di Intelligenza Artificiale GPT sviluppato da OpenAI (azienda fondata da soci privati tra cui Elon Musk noto per Tesla e Peter Thiel noto per PayPal e Palantir, e attualmente fortemente finanziata da Microsoft). I sistemi di Intelligenza Artificiale a cui si pensava nel 2020 (per operare nella soggettazione, nella raccomandazione ecc.) non erano primariamente pensati per l’accesso e/o un uso facile da parte del pubblico generalista. L’universo bibliotecario deve certamente confrontarsi con essi, anche perché la comparsa di ChatGPT mette ulteriormente sotto attacco il ruolo della biblioteca come luogo dell’accesso all’informazione - e natura e forma di questo attacco lo Statement dell’IFLA non le poteva conoscere. La diffusione dell’uso di ChatGPT solleva problemi di tipo professionale (scomparirà il servizio di reference nelle biblioteche?), docimologico (il testo scritto non sarà più utilizzabile per la valutazione degli studenti o dei progetti di ricerca?), sociale (creerà dipendenza?). Si creerà un information divide tra coloro che sapranno cercare l’informazione e coloro che la chiederanno a ChatGPT? Lo statement dell’IFLA nelle sezioni Artificial Intelligence and intellectual freedom, AI literacy, libraries at the forefront presenta consapevolezza e traccia interessanti linee di azione. Sufficientemente forti per reggere l’impatto?
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