Il benessere di una società si riflette anche nel suo modo di abitare il territorio e di prendersi cura della propria eredità culturale. Le tendenze dell’ultimo decennio disegnano uno scenario complesso, in cui si combinano contraddizioni storiche e nuove opportunità, viste anche alla luce della situazione pandemica attuale. Il patrimonio rappresenta una componente centrale del sistema culturale nel nostro Paese, perché la sostenibilità della tutela e conservazione è premessa per la creazione sia di valore e coesione sociale, particolarmente richiamata nei documenti della programmazione europea, sia di valore e peso economico, in quanto il patrimonio culturale italiano costituisce oggi più che mai una priorità nazionale, la cui rinuncia determinerebbe una perdita irreversibile. La relazione tra tutela e valorizzazione presuppone diversi passaggi: l’accessibilità al patrimonio necessita di uno sforzo significativo dal punto di vista culturale, gestionale e finanziario; la varietà del patrimonio stesso richiede la presenza di competenze diverse per la sua gestione e modelli di governance rinnovati. Esso risulta essere, inoltre, in continua crescita dimensionale e mentre la consistenza di quanto gestito dallo Stato tende a rimanere stabile nel tempo, il numero di istituzioni avviate con il contributo di altri attori è aumentato in modo significativo. Infine la presenza territoriale del patrimonio rappresenta una diversa concentrazione dei siti ed esprime differenti capacità di tutela e valorizzazione. Il richiamo alla maggiore organicità degli interventi appare dunque opportuno. A tal proposito il contributo si compone di un mosaico di esperienze: l’attenzione ai poli e ai sistemi museali con particolare riferimento ad alcune realtà in Puglia come il Museo Archeologico Nazionale Iatta di Ruvo (Bari), unico esemplare in Italia di collezione privata ottocentesca, rimasta inalterata dalla concezione museografica originaria e il Museo nazionale Archeologico di Taranto, che si inserisce virtuosamente in un progetto di riconversione e riqualificazione della città; la valorizzazione del contesto montano tramite il Museo delle Alpi presso il Forte di Bard basato sull’emozione e il Museo della Montagna di Torino, dotato di un patrimonio di oggetti unici e di un’area di documentazione e una biblioteca nazionale; le progettualità ecomuseali e partecipate in Piemonte e altre regioni che insistono, anche in chiave turistica, su patrimoni materiali e immateriali diffusi.

Visioni strategiche, creative e sostenibili per il patrimonio culturale. Un mosaico di esperienze

Stefania Cerutti
;
2023-01-01

Abstract

Il benessere di una società si riflette anche nel suo modo di abitare il territorio e di prendersi cura della propria eredità culturale. Le tendenze dell’ultimo decennio disegnano uno scenario complesso, in cui si combinano contraddizioni storiche e nuove opportunità, viste anche alla luce della situazione pandemica attuale. Il patrimonio rappresenta una componente centrale del sistema culturale nel nostro Paese, perché la sostenibilità della tutela e conservazione è premessa per la creazione sia di valore e coesione sociale, particolarmente richiamata nei documenti della programmazione europea, sia di valore e peso economico, in quanto il patrimonio culturale italiano costituisce oggi più che mai una priorità nazionale, la cui rinuncia determinerebbe una perdita irreversibile. La relazione tra tutela e valorizzazione presuppone diversi passaggi: l’accessibilità al patrimonio necessita di uno sforzo significativo dal punto di vista culturale, gestionale e finanziario; la varietà del patrimonio stesso richiede la presenza di competenze diverse per la sua gestione e modelli di governance rinnovati. Esso risulta essere, inoltre, in continua crescita dimensionale e mentre la consistenza di quanto gestito dallo Stato tende a rimanere stabile nel tempo, il numero di istituzioni avviate con il contributo di altri attori è aumentato in modo significativo. Infine la presenza territoriale del patrimonio rappresenta una diversa concentrazione dei siti ed esprime differenti capacità di tutela e valorizzazione. Il richiamo alla maggiore organicità degli interventi appare dunque opportuno. A tal proposito il contributo si compone di un mosaico di esperienze: l’attenzione ai poli e ai sistemi museali con particolare riferimento ad alcune realtà in Puglia come il Museo Archeologico Nazionale Iatta di Ruvo (Bari), unico esemplare in Italia di collezione privata ottocentesca, rimasta inalterata dalla concezione museografica originaria e il Museo nazionale Archeologico di Taranto, che si inserisce virtuosamente in un progetto di riconversione e riqualificazione della città; la valorizzazione del contesto montano tramite il Museo delle Alpi presso il Forte di Bard basato sull’emozione e il Museo della Montagna di Torino, dotato di un patrimonio di oggetti unici e di un’area di documentazione e una biblioteca nazionale; le progettualità ecomuseali e partecipate in Piemonte e altre regioni che insistono, anche in chiave turistica, su patrimoni materiali e immateriali diffusi.
2023
978 88 5495 593 6
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