Il contributo esamina il tema dei patrimoni dei monasteri femminili altomedievali e delle attività economiche ad essi connesse, indagando le traiettorie di formazione dei nuclei di beni in capo alle comunità di monache, le modalità di sfruttamento delle risorse e gli attori che in tali meccanismi intervengono. Da un'attenta disamina della letteratura, italiana e internazionale, sui cenobi di donne nell'altomedioevo emergono molteplici approcci, particolarmente legati, negli ultimi decenni, alla 'gender history'. Essi, tuttavia, hanno lasciato un po' in ombra, almeno in ambito italiano, aspetti legati alla vita concreta in questi enti, a partire proprio dalla dimensione economica, ad esempio per quanto riguarda la gestione dei beni su territori anche molto diversificati tra loro. Il contributo, attraverso alcuni casi significativi, prende in considerazione l'intero panorama dei monasteri femminili della Penisola (con l'eccezione del mondo di cultura greca), superando lacune storiografiche legate anche alla mancanza di uno studio di sintesi sul tema. Esso mira inoltre proporre inoltre nuovi spunti di riflessione, andando al di là degli aspetti meramente istituzionali. Sul piano metodologico, si è adottata una dimensione interdisciplinare, che accompagna una lettura delle fonti scritte attenta ai risvolti materiali alla disamina delle informazioni fornite dal record archeologico. In particolare, si ravvisa, come ipotesi di lavoro, di individuare nella tessitura un aspetto caratteristico nell'economia di tali cenobi, con tutte le implicazioni che questa attività comporta, anche nelle dinamiche di approvvigionamento della materia prima. Altri dati altrettanto rilevanti per i monasteri di donne sono altresì rappresentati dai forti legami con il mondo urbano da un lato e, dall'altro, dalla complessità nelle forme gestionali messe in atto, non meno evidente rispetto a quella osservabile presso i cenobi maschili, ancorché quelli femminili appaiano comunque più vincolati a interventi di soggetti esterni (fondatori laici, sovrani, vescovi...) che con tali fondazioni intrattengono sempre stretti rapporti. Il contributo si propone dunque di fornire un apporto e un nuovo sguardo sul tema, che a sua volta possa generare nuove domande in seno alla comunità scientifica e articolare la prospettiva anche nella stessa 'storia di genere', mettendo in luce nuovi aspetti dell'agire femminile nell'universo medievale.

Patrimoni e attività economica nei monasteri femminili dell’altomedioevo italiano (VII-X secolo): spunti di riflessione

DESTEFANIS ELEONORA
2020-01-01

Abstract

Il contributo esamina il tema dei patrimoni dei monasteri femminili altomedievali e delle attività economiche ad essi connesse, indagando le traiettorie di formazione dei nuclei di beni in capo alle comunità di monache, le modalità di sfruttamento delle risorse e gli attori che in tali meccanismi intervengono. Da un'attenta disamina della letteratura, italiana e internazionale, sui cenobi di donne nell'altomedioevo emergono molteplici approcci, particolarmente legati, negli ultimi decenni, alla 'gender history'. Essi, tuttavia, hanno lasciato un po' in ombra, almeno in ambito italiano, aspetti legati alla vita concreta in questi enti, a partire proprio dalla dimensione economica, ad esempio per quanto riguarda la gestione dei beni su territori anche molto diversificati tra loro. Il contributo, attraverso alcuni casi significativi, prende in considerazione l'intero panorama dei monasteri femminili della Penisola (con l'eccezione del mondo di cultura greca), superando lacune storiografiche legate anche alla mancanza di uno studio di sintesi sul tema. Esso mira inoltre proporre inoltre nuovi spunti di riflessione, andando al di là degli aspetti meramente istituzionali. Sul piano metodologico, si è adottata una dimensione interdisciplinare, che accompagna una lettura delle fonti scritte attenta ai risvolti materiali alla disamina delle informazioni fornite dal record archeologico. In particolare, si ravvisa, come ipotesi di lavoro, di individuare nella tessitura un aspetto caratteristico nell'economia di tali cenobi, con tutte le implicazioni che questa attività comporta, anche nelle dinamiche di approvvigionamento della materia prima. Altri dati altrettanto rilevanti per i monasteri di donne sono altresì rappresentati dai forti legami con il mondo urbano da un lato e, dall'altro, dalla complessità nelle forme gestionali messe in atto, non meno evidente rispetto a quella osservabile presso i cenobi maschili, ancorché quelli femminili appaiano comunque più vincolati a interventi di soggetti esterni (fondatori laici, sovrani, vescovi...) che con tali fondazioni intrattengono sempre stretti rapporti. Il contributo si propone dunque di fornire un apporto e un nuovo sguardo sul tema, che a sua volta possa generare nuove domande in seno alla comunità scientifica e articolare la prospettiva anche nella stessa 'storia di genere', mettendo in luce nuovi aspetti dell'agire femminile nell'universo medievale.
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