Alessandro Monti, nobile veronese, combattè al servizio dei Savoia nelle guerre fra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del Seicento, rivestendo gradi molto elevati e mettendo a frutto spiccate capacità di comando e un particolare senso dell’onore e della professionalità militare, testimoniato dal corposo carteggio con la duchessa Cristina sul quale si fonda in larga misura questa ricerca. Fra i temi che il saggio mette a fuoco il più rilevante è quello della fedeltà a un signore diverso da quello naturale, senza che tale impegno costantemente onorato escluda i legami col luogo d’origine, né impedisca di passare momentaneamente al servizio di altri sovrani alleati con quello a cui ci si è in primo luogo vincolati. Altro aspetto meritevole di considerazione è quello dell’etica professionale del militare, che impone di rifuggire dalle pratiche clientelari nel conferimento dei comandi, a scapito del merito e della capacità acquisita con l’esperienza, e di prendere le distanze da modi di combattere improntati all’efferatezza e alla crudeltà immotivata. Il percorso biografico di Monti lo accomuna ai molti esponenti dei gruppi dirigenti italiani ed europei che, fra Cinque e Settecento ma ancora dopo, si mossero fra l’una e l’altra corte, fra l’una e l’altra istituzione di potere e di governo, attraversando frontiere ancora permeabili e mal definite; e, in particolare, si configura come un tipico caso di mobilità all’interno del sistema degli Stati italiani, un fenomeno che desta sempre maggiore interesse e merita di essere adeguatamente esplorato.

Il fedele soldato. Alessandro Monti, un veronese al servizio di Madama Cristina

Rosso Claudio
2018-01-01

Abstract

Alessandro Monti, nobile veronese, combattè al servizio dei Savoia nelle guerre fra gli anni Venti e gli anni Cinquanta del Seicento, rivestendo gradi molto elevati e mettendo a frutto spiccate capacità di comando e un particolare senso dell’onore e della professionalità militare, testimoniato dal corposo carteggio con la duchessa Cristina sul quale si fonda in larga misura questa ricerca. Fra i temi che il saggio mette a fuoco il più rilevante è quello della fedeltà a un signore diverso da quello naturale, senza che tale impegno costantemente onorato escluda i legami col luogo d’origine, né impedisca di passare momentaneamente al servizio di altri sovrani alleati con quello a cui ci si è in primo luogo vincolati. Altro aspetto meritevole di considerazione è quello dell’etica professionale del militare, che impone di rifuggire dalle pratiche clientelari nel conferimento dei comandi, a scapito del merito e della capacità acquisita con l’esperienza, e di prendere le distanze da modi di combattere improntati all’efferatezza e alla crudeltà immotivata. Il percorso biografico di Monti lo accomuna ai molti esponenti dei gruppi dirigenti italiani ed europei che, fra Cinque e Settecento ma ancora dopo, si mossero fra l’una e l’altra corte, fra l’una e l’altra istituzione di potere e di governo, attraversando frontiere ancora permeabili e mal definite; e, in particolare, si configura come un tipico caso di mobilità all’interno del sistema degli Stati italiani, un fenomeno che desta sempre maggiore interesse e merita di essere adeguatamente esplorato.
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