Il saggio mette a confronto metodologie e approcci diversi, quelli della storia sociale e quelli dell'archeologia ambientale e rurale, aspirando a discutere possibili forme di integrazione della ricerca interdisciplinare su temi che riguardano le dinamiche ambientali. L’oggetto sono le molteplici dimensioni delle pratiche di gestione delle risorse, che – a partire da una tradizione storiografica specifica, quella della microstoria – vengono interpretate come “fatti” che mostrano la complessa interconnessione tra aspetti sociali, giuridici e tecnici. L'idea di fondo del saggio è che tenere insieme questa dimensione complessa delle azioni permetta di ragionare anche in prospettiva applicata sui processi che legano il cambiamento sociale alla trasformazione del paesaggio. I casi di studio selezionati – a partire dall’ambito ligure –abbracciano dinamiche diverse di “marginalizzazione”: da una parte (con procedure più tipiche dell’archeologia, e con una discussione metodologica su questo approccio) l'abbandono delle montagne europee, dall’altra (dove l’analisi è legata invece alla pratica di fonti archivistiche inedite ed originali) le trasformazioni nello sfruttamento delle zone costiere – un tema che la storiografia ha a lungo trascurato, proprio in nome di una loro presunta marginalità, e che invece vengono qui analizzate sulla base di fonti nuove e particolarmente interessanti. Il saggio intende porsi in dialogo anche con le analisi che riguardano oggi la valenza economica, culturale e sociale di questi spazi, e fornire strumenti utili alla loro gestione e alla discussione (spesso conflittuale) sulle forme di legittimazione che stanno dietro queste scelte – e dunque propone una inedita visione applicata della ricerca storica.
Borderline landscapes. Ligurian hillsides and shores between environmental history and archaeology (18th-21st centuries)
tigrino, v.;
2020-01-01
Abstract
Il saggio mette a confronto metodologie e approcci diversi, quelli della storia sociale e quelli dell'archeologia ambientale e rurale, aspirando a discutere possibili forme di integrazione della ricerca interdisciplinare su temi che riguardano le dinamiche ambientali. L’oggetto sono le molteplici dimensioni delle pratiche di gestione delle risorse, che – a partire da una tradizione storiografica specifica, quella della microstoria – vengono interpretate come “fatti” che mostrano la complessa interconnessione tra aspetti sociali, giuridici e tecnici. L'idea di fondo del saggio è che tenere insieme questa dimensione complessa delle azioni permetta di ragionare anche in prospettiva applicata sui processi che legano il cambiamento sociale alla trasformazione del paesaggio. I casi di studio selezionati – a partire dall’ambito ligure –abbracciano dinamiche diverse di “marginalizzazione”: da una parte (con procedure più tipiche dell’archeologia, e con una discussione metodologica su questo approccio) l'abbandono delle montagne europee, dall’altra (dove l’analisi è legata invece alla pratica di fonti archivistiche inedite ed originali) le trasformazioni nello sfruttamento delle zone costiere – un tema che la storiografia ha a lungo trascurato, proprio in nome di una loro presunta marginalità, e che invece vengono qui analizzate sulla base di fonti nuove e particolarmente interessanti. Il saggio intende porsi in dialogo anche con le analisi che riguardano oggi la valenza economica, culturale e sociale di questi spazi, e fornire strumenti utili alla loro gestione e alla discussione (spesso conflittuale) sulle forme di legittimazione che stanno dietro queste scelte – e dunque propone una inedita visione applicata della ricerca storica.File | Dimensione | Formato | |
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