L’articolo partecipa del Simposio che la rivista “Etica & politica” ha ospitato in onore del volume di Rocco Ronchi, Il canone minore. Verso una filosofia della natura (Feltrinelli, Milano 2017). Il simposio comprende sei articoli di filosofi e uno dello psicoanalista Massimo Recalcati, con una conclusione-risposta dell’autore. Il presente contributo intende mettere in rilievo il significato dell’espressione “canone minore”, riferendolo non solo ad autori minori della tradizione filosofica occidentale, ma traducendolo nei termini di una “diversa fedeltà” ad autori rappresentanti della linea maggiore di quella tradizione. Ciò consente di riscattare alcune correnti di pensiero che Ronchi assegna al canone maggiore, come l’ermeneutica e la filosofia della storia. Inoltre – e questo il focus dell’articolo – consente di lavorare proficuamente su un autore molto criticato da Ronchi, che è Edmund Husserl, di cui vengono invece individuate significative e inaspettate assonanze con la proposta ronchiana di una filosofia dell’immanenza assoluta. Questo anche grazie all’apporto di alcuni esponenti della fenomenologia post-husserliana, considerati “eretici” di Husserl (Levinas, Merleau-Ponty, Ricoeur, Waldenfels) (par. 1). Vengono quindi affrontati: il tema husserliano della correlazione di coscienza-mondo (par. 2), come emergente dall’esperienza e da non intendere secondo lo schema classico e oppositivo di soggetto e oggetto; il tema della correlazione noetico-noematica intracoscienziale (par. 3), che non cancella l’alterità del fenomeno nel processo di coscienza; il fenomeno dell’estraneo (par. 4), a partire dalla V Meditazione cartesiana di Husserl, che apre a un’esperienza pre-rappresentativa e ante-predicativa, che trova nel corpo l’accesso all’alter-ego, preservandone al contempo l’alterità. Nel quinto paragrafo (La fenomenologia oltre le intenzioni) ci si concentra sulle affinità tra il pensiero husserliano e la posizione di radicale immanenza di Ronchi. Il sesto paragrafo (Il successo di un fallimento) lavora sul significato dell’epoché fenomenologica e sui suoi effetti positivi per un rinnovato rapporto con l’esperienza. L’ultimo paragrafo (Sull’antropocentrismo) sigla la convergenza tra l’egologia husserliana e la critica alla finitude umana in Ronchi, per riaffermare una prospettiva non antropocentrica, ma umanamente reale dell’essere umano. In conclusione, la filosofia intuitiva dell’immanenza di Husserl si dimostra in grado di movimentare la stessa filosofia dell’immanenza assoluta di Ronchi.

Di alcuni motivi nel canone minore di Rocco Ronchi

Poma, Iolanda
2020-01-01

Abstract

L’articolo partecipa del Simposio che la rivista “Etica & politica” ha ospitato in onore del volume di Rocco Ronchi, Il canone minore. Verso una filosofia della natura (Feltrinelli, Milano 2017). Il simposio comprende sei articoli di filosofi e uno dello psicoanalista Massimo Recalcati, con una conclusione-risposta dell’autore. Il presente contributo intende mettere in rilievo il significato dell’espressione “canone minore”, riferendolo non solo ad autori minori della tradizione filosofica occidentale, ma traducendolo nei termini di una “diversa fedeltà” ad autori rappresentanti della linea maggiore di quella tradizione. Ciò consente di riscattare alcune correnti di pensiero che Ronchi assegna al canone maggiore, come l’ermeneutica e la filosofia della storia. Inoltre – e questo il focus dell’articolo – consente di lavorare proficuamente su un autore molto criticato da Ronchi, che è Edmund Husserl, di cui vengono invece individuate significative e inaspettate assonanze con la proposta ronchiana di una filosofia dell’immanenza assoluta. Questo anche grazie all’apporto di alcuni esponenti della fenomenologia post-husserliana, considerati “eretici” di Husserl (Levinas, Merleau-Ponty, Ricoeur, Waldenfels) (par. 1). Vengono quindi affrontati: il tema husserliano della correlazione di coscienza-mondo (par. 2), come emergente dall’esperienza e da non intendere secondo lo schema classico e oppositivo di soggetto e oggetto; il tema della correlazione noetico-noematica intracoscienziale (par. 3), che non cancella l’alterità del fenomeno nel processo di coscienza; il fenomeno dell’estraneo (par. 4), a partire dalla V Meditazione cartesiana di Husserl, che apre a un’esperienza pre-rappresentativa e ante-predicativa, che trova nel corpo l’accesso all’alter-ego, preservandone al contempo l’alterità. Nel quinto paragrafo (La fenomenologia oltre le intenzioni) ci si concentra sulle affinità tra il pensiero husserliano e la posizione di radicale immanenza di Ronchi. Il sesto paragrafo (Il successo di un fallimento) lavora sul significato dell’epoché fenomenologica e sui suoi effetti positivi per un rinnovato rapporto con l’esperienza. L’ultimo paragrafo (Sull’antropocentrismo) sigla la convergenza tra l’egologia husserliana e la critica alla finitude umana in Ronchi, per riaffermare una prospettiva non antropocentrica, ma umanamente reale dell’essere umano. In conclusione, la filosofia intuitiva dell’immanenza di Husserl si dimostra in grado di movimentare la stessa filosofia dell’immanenza assoluta di Ronchi.
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