Questo libro si addentra con uno sguardo interdisciplinare nel territorio di confine, ancora parzialmente inesplorato, fra la scrittura di Gadda e le arti visive. Il percorso si snoda fra i riferimenti alla pittura, alla scultura e all'architettura dall'Antichità all'Età Contemporanea contenuti nelle opere di Gadda, con particolare riguardo agli artisti da lui prediletti – i pittori veneti del Rinascimento e quelli lombardi fra i secoli XV e XVII – e alle memorie figurative che si celano in molte pagine dell'autore. Il filo conduttore si dipana attraverso confronti puntuali con Roberto Longhi, all'insegna del comune apprezzamento per il realismo dei pittori lombardi e per la rivoluzione luministica di Caravaggio. Proprio dal Merisi, l'artista più amato, Gadda riprende la riflessione sulla morte, la violenza e il dolore, filtrata dall'«indagine atroce» del Manzoni dei Promessi Sposi, avvalendosi di immagini ricorrenti prelevate da tele caravaggesche. Il libro rivela come gli aspetti visivi siano la chiave dell'originalissima scrittura gaddiana – dinamica e vivace anche nella prevalenza, frutto dell'ossessione per i dettagli grotteschi e barocchi, delle digressioni sulla narrazione – e fornisce saggi della magistrale perizia descrittiva di Gadda: dalle recensioni a mostre, dove lo scrittore si rispecchia nell'investigazione scientifica di Leonardo e nella deformazione espressionistica di Ensor, alle ekphrasis di tono ora lirico ora comico sui capolavori di Giorgione, Tura, Crivelli. Emergono doti forse insospettabili nell'Ingegnere: una vasta enciclopedia figurativa, la sensibilità nel rintracciare nelle opere d'arte elementi utili per i propri ritratti, paesaggi e nature morte, la capacità di esprimere giudizi estetici e di cimentarsi in ekphrasis che traducono efficacemente le immagini in parole sulla scorta della «equivalenza verbale» longhiana.

«Leggi e te tu vedrai». Gadda e le arti visive

Longo, Francesca
2018-01-01

Abstract

Questo libro si addentra con uno sguardo interdisciplinare nel territorio di confine, ancora parzialmente inesplorato, fra la scrittura di Gadda e le arti visive. Il percorso si snoda fra i riferimenti alla pittura, alla scultura e all'architettura dall'Antichità all'Età Contemporanea contenuti nelle opere di Gadda, con particolare riguardo agli artisti da lui prediletti – i pittori veneti del Rinascimento e quelli lombardi fra i secoli XV e XVII – e alle memorie figurative che si celano in molte pagine dell'autore. Il filo conduttore si dipana attraverso confronti puntuali con Roberto Longhi, all'insegna del comune apprezzamento per il realismo dei pittori lombardi e per la rivoluzione luministica di Caravaggio. Proprio dal Merisi, l'artista più amato, Gadda riprende la riflessione sulla morte, la violenza e il dolore, filtrata dall'«indagine atroce» del Manzoni dei Promessi Sposi, avvalendosi di immagini ricorrenti prelevate da tele caravaggesche. Il libro rivela come gli aspetti visivi siano la chiave dell'originalissima scrittura gaddiana – dinamica e vivace anche nella prevalenza, frutto dell'ossessione per i dettagli grotteschi e barocchi, delle digressioni sulla narrazione – e fornisce saggi della magistrale perizia descrittiva di Gadda: dalle recensioni a mostre, dove lo scrittore si rispecchia nell'investigazione scientifica di Leonardo e nella deformazione espressionistica di Ensor, alle ekphrasis di tono ora lirico ora comico sui capolavori di Giorgione, Tura, Crivelli. Emergono doti forse insospettabili nell'Ingegnere: una vasta enciclopedia figurativa, la sensibilità nel rintracciare nelle opere d'arte elementi utili per i propri ritratti, paesaggi e nature morte, la capacità di esprimere giudizi estetici e di cimentarsi in ekphrasis che traducono efficacemente le immagini in parole sulla scorta della «equivalenza verbale» longhiana.
2018
9788862748230
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11579/108923
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