Nonostante i metodi analitici di nuova generazione consentano una simultanea amplificazione di un numero elevato di marcatori, il potere discriminante da essi raggiunto non è talvolta sufficiente a permettere l’elaborazione di quadri complessi, quali campioni costituiti da DNA genomico particolarmente degradato. Si rende dunque necessario in tali casi ricorrere allo studio di polimorfismi del DNA mitocondriale (mtDNA). È noto quanto l’ammontare di mitocondri possa differire tra individuo e individuo e possa inoltre variare nei diversi tessuti del medesimo organismo. All’interno del normale processo analitico non è prevista però, a differenza di ciò che succede per il DNA genomico, una qualche forma di quantificazione del mtDNA: l’assenza di informazioni quantitative può condurre a fallaci interpretazioni. Lo scopo del lavoro è studiare il comportamento del mtDNA nelle misture comprendenti sangue, saliva, liquido seminale e cute (tessuto sino ad oggi poco indagato in questo tipo di contesto). Sono stati dapprima individuati due soggetti di sesso maschile, caratterizzati ciascuno da due diverse mutazioni nella sequenza della regione HV1 e HV2 del DNA mitocondriale. Isolato e quantificato il DNA dai singoli tessuti (sangue, saliva, liquido seminale e cute), sono state allestite misture di estratti contenenti rapporti noti di DNA nucleare. Dette misture sono state sottoposte allo studio di polimorfismi STR autosomici. Parallelamente le medesime misture sono state sottoposte ad amplificazione di entrambe le regioni ipervariabili del DNA mitocondriale e ad una successiva analisi puntuale delle quattro varianti individuate nei donatori attraverso tecnica di minisequencing. Dopo corsa elettroforetica, sono stati analizzati i relativi elettroferogrammi al fine di valutare il mantenimento delle proporzioni definite a monte: per le misture costituite da sangue, saliva e liquido seminale dette proporzioni sono conservate; viceversa, nelle misture contenenti DNA estratto dalla cute, qualunque sia l’altro tessuto/fluido coinvolto, le proporzioni iniziali risultano sovvertite per il DNA mitocondriale.

DNA mitocondriale: analisi di misture

GINO Sarah
2016-01-01

Abstract

Nonostante i metodi analitici di nuova generazione consentano una simultanea amplificazione di un numero elevato di marcatori, il potere discriminante da essi raggiunto non è talvolta sufficiente a permettere l’elaborazione di quadri complessi, quali campioni costituiti da DNA genomico particolarmente degradato. Si rende dunque necessario in tali casi ricorrere allo studio di polimorfismi del DNA mitocondriale (mtDNA). È noto quanto l’ammontare di mitocondri possa differire tra individuo e individuo e possa inoltre variare nei diversi tessuti del medesimo organismo. All’interno del normale processo analitico non è prevista però, a differenza di ciò che succede per il DNA genomico, una qualche forma di quantificazione del mtDNA: l’assenza di informazioni quantitative può condurre a fallaci interpretazioni. Lo scopo del lavoro è studiare il comportamento del mtDNA nelle misture comprendenti sangue, saliva, liquido seminale e cute (tessuto sino ad oggi poco indagato in questo tipo di contesto). Sono stati dapprima individuati due soggetti di sesso maschile, caratterizzati ciascuno da due diverse mutazioni nella sequenza della regione HV1 e HV2 del DNA mitocondriale. Isolato e quantificato il DNA dai singoli tessuti (sangue, saliva, liquido seminale e cute), sono state allestite misture di estratti contenenti rapporti noti di DNA nucleare. Dette misture sono state sottoposte allo studio di polimorfismi STR autosomici. Parallelamente le medesime misture sono state sottoposte ad amplificazione di entrambe le regioni ipervariabili del DNA mitocondriale e ad una successiva analisi puntuale delle quattro varianti individuate nei donatori attraverso tecnica di minisequencing. Dopo corsa elettroforetica, sono stati analizzati i relativi elettroferogrammi al fine di valutare il mantenimento delle proporzioni definite a monte: per le misture costituite da sangue, saliva e liquido seminale dette proporzioni sono conservate; viceversa, nelle misture contenenti DNA estratto dalla cute, qualunque sia l’altro tessuto/fluido coinvolto, le proporzioni iniziali risultano sovvertite per il DNA mitocondriale.
2016
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