Sia in ambito di indagini di paternità che in ambito penale sempre più frequentemente il genetista forense si trova a effettuare analisi di campioni provenienti da tessuti conservati e fissati per esami istologici. Scopo del lavoro era di valutare in modo più ampio rispetto ad uno studio già condotto nel nostro laboratorio se il Complucad® (Complucad International S.A., Zaragoza, Spagna), fissativo a base alcoolica, possa esser più adatto per l’analisi genetica rispetto alla formalina. A tale fine sono stati prelevati in sede di autopsia 25 mg di tessuto cerebrale, polmonare, epatico, cardiaco e renale da 5 individui. Una parte è stata impiegata per definire il profilo genetico e il mitotipo del donatore, una parte è stata conservata in doppio con le due metodiche per 3, 7, 30 e 300 giorni. Il DNA è stato estratto con NucleoSpin® Tissue (Macherey-Nagel, Düren, Germany) e quantificato con QuantiBlot® Human DNA Quantitation Kit (Applied Biosystem, Foster City, CA, USA). Di ciascun campione è stata eseguita una PCR quadruplex dei loci LPL, F13B, FESFPS, F13A01 (Promega, Madison, WI, USA). Per i soli campioni conservati per 300 giorni sono stati analizzati ulteriori 15 loci STR ed il locus dell’Amelogenina impiegando il kit AmpFlSTR® Identifiler® (Applied Biosystem); gli stessi estratti sono stati inoltre sottoposti a sequenziamento delle regioni HV1 e HV2 del mtDNA. I risultati ottenuti dimostrano come la concentrazione di DNA sia pressoché simile per le due metodiche, ma mediante corsa elettroforetica su gel di agarosio si è osservata una cospicua degradazione del DNA dei tessuti conservati in formalina per più di 3 giorni. Unicamente per i campioni fissati con Complucad® è stato ottenuto un buon profilo STR ad ogni tempo analizzato, mentre nessun profilo genetico utilizzabile per un confronto si è avuto dai campioni fissati in formalina per più di 7 giorni. Viceversa il sequenziamento del mtDNA è risultato utile per un confronto in entrambi i casi.

Analisi di polimorfismi del DNA genomico e mitocondriale in tessuti fissati: confronto fra formalina e Complucad®

GINO S.
2012-01-01

Abstract

Sia in ambito di indagini di paternità che in ambito penale sempre più frequentemente il genetista forense si trova a effettuare analisi di campioni provenienti da tessuti conservati e fissati per esami istologici. Scopo del lavoro era di valutare in modo più ampio rispetto ad uno studio già condotto nel nostro laboratorio se il Complucad® (Complucad International S.A., Zaragoza, Spagna), fissativo a base alcoolica, possa esser più adatto per l’analisi genetica rispetto alla formalina. A tale fine sono stati prelevati in sede di autopsia 25 mg di tessuto cerebrale, polmonare, epatico, cardiaco e renale da 5 individui. Una parte è stata impiegata per definire il profilo genetico e il mitotipo del donatore, una parte è stata conservata in doppio con le due metodiche per 3, 7, 30 e 300 giorni. Il DNA è stato estratto con NucleoSpin® Tissue (Macherey-Nagel, Düren, Germany) e quantificato con QuantiBlot® Human DNA Quantitation Kit (Applied Biosystem, Foster City, CA, USA). Di ciascun campione è stata eseguita una PCR quadruplex dei loci LPL, F13B, FESFPS, F13A01 (Promega, Madison, WI, USA). Per i soli campioni conservati per 300 giorni sono stati analizzati ulteriori 15 loci STR ed il locus dell’Amelogenina impiegando il kit AmpFlSTR® Identifiler® (Applied Biosystem); gli stessi estratti sono stati inoltre sottoposti a sequenziamento delle regioni HV1 e HV2 del mtDNA. I risultati ottenuti dimostrano come la concentrazione di DNA sia pressoché simile per le due metodiche, ma mediante corsa elettroforetica su gel di agarosio si è osservata una cospicua degradazione del DNA dei tessuti conservati in formalina per più di 3 giorni. Unicamente per i campioni fissati con Complucad® è stato ottenuto un buon profilo STR ad ogni tempo analizzato, mentre nessun profilo genetico utilizzabile per un confronto si è avuto dai campioni fissati in formalina per più di 7 giorni. Viceversa il sequenziamento del mtDNA è risultato utile per un confronto in entrambi i casi.
2012
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11579/100037
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