L’insufficienza renale cronica determina la comparsa di specifiche alterazioni cutanee; cute e rene sono, infatti, complementari nella funzione emuntoria e nel mantenimento dell’omeostasi idro-elettrolitica, termica e della pressione arteriosa. Con il ripristino della funzionalità renale conseguente al trapianto, molte di queste condizioni patologiche vanno incontro a regressione. Tuttavia è noto dalla letteratura che altre patologie, quali le infezioni o le neoplasie della cute, si manifestano nei soggetti portatori di trapianto con frequenza maggiore rispetto alla popolazione non trapiantata. Scopo di questo lavoro è valutare su una casistica di pazienti sottoposti a trapianto di rene presso il Centro Trapianti di Torino, l’effettiva incidenza di neoplasie cutanee e di altre patologie di competenza dermatologica e la correlazione tra queste, il tipo e la durata del trattamento immunosoppressivo e gli altri fattori di rischio endogeni ed esogeni; i dati sono stati elaborati mediante analisi univariata e multivariata. Sono stati presi in considerazione complessivamente 283 pazienti (175 maschi e 108 femmine), sottoposti a trapianto di rene tra il 1974 e il 2009. L’età mediana al trapianto era di 50 anni (range 11-76). Al momento della visita dermatologica di controllo l’età mediana era di 58 anni (range 23-82), mentre il tempo mediano intercorso dalla data del trapianto era di 7,2 anni. Per tutti i pazienti è stata valutata il tipo e la durata della terapia immunosoppressiva e la presenza di altri eventuali fattori di rischio endogeni (fototipo, familiarità…) o esogeni (esposizione solare o a fonti artificiali di UV professionale o ricreativa, pregresse ustioni…). In quattro pazienti all’anamnesi risultava l’exeresi di una neoplasia cutanea (3 epiteliomi, 1 melanoma) precedente il trapianto; altri 99 (34.5%) al momento della visita sono risultati affetti da una precancerosi (8) o una neoplasia (66 epiteliomi, 8 melanomi, 17 altre) insorta nel periodo successivo al trapianto. I melanomi erano prevalentemente “in situ” o sottili; tra gli epiteliomi, l’istotipo spinocellulare era rappresentato più frequentemente rispetto alla popolazione non trapiantata e costituiva il 33.3% delle diagnosi. Per entrambe le neoplasie, le sedi più colpite erano quelle fotoesposte e i soggetti con maggior rischio erano quelli di età più avanzata, con fototipo chiaro o anamnesi positiva per ustioni solari. Nel 12.4% dei pazienti sono state diagnosticate infezioni cutanee; queste erano nella maggior parte dei casi rappresentate da patologie virali (verruche, molluschi contagiosi) o micotiche (onicomicosi) di scarsa rilevanza clinica e comunque non tali da rendere necessaria la modificazione del trattamento immunosoppressivo. Le patologie cutanee infiammatorie croniche e autoimmuni erano scarsamente rappresentate, probabilmente come conseguenza di un ruolo terapeutico indiretto svolto dalla terapia immunosoppressiva. Anche per quanto riguarda gli effetti secondari di competenza dermatologica conseguenti alla terapia antirigetto non sono state osservate manifestazioni di particolare rilievo; il farmaco più frequentemente implicato era il cortisone e l’effetto più comunemente osservato la follicolite. In conclusione, la nostra esperienza conferma la necessità di un adeguato follow-up dermatologico per i pazienti sottoposti a trapianto di rene; i tempi e le modalità dei controlli devono però essere valutati prendendo in considerazione non solo la durata e il tipo di terapia immunosoppressiva ma anche le caratteristiche fenotipiche del paziente e la presenza di altri eventuali fattori di rischio.

Patologie dermatologie e rischio di neoplasia in pazienti portatori di trapianto di rene: revisione della casistica torinese

SAVOIA, Paola;
2010-01-01

Abstract

L’insufficienza renale cronica determina la comparsa di specifiche alterazioni cutanee; cute e rene sono, infatti, complementari nella funzione emuntoria e nel mantenimento dell’omeostasi idro-elettrolitica, termica e della pressione arteriosa. Con il ripristino della funzionalità renale conseguente al trapianto, molte di queste condizioni patologiche vanno incontro a regressione. Tuttavia è noto dalla letteratura che altre patologie, quali le infezioni o le neoplasie della cute, si manifestano nei soggetti portatori di trapianto con frequenza maggiore rispetto alla popolazione non trapiantata. Scopo di questo lavoro è valutare su una casistica di pazienti sottoposti a trapianto di rene presso il Centro Trapianti di Torino, l’effettiva incidenza di neoplasie cutanee e di altre patologie di competenza dermatologica e la correlazione tra queste, il tipo e la durata del trattamento immunosoppressivo e gli altri fattori di rischio endogeni ed esogeni; i dati sono stati elaborati mediante analisi univariata e multivariata. Sono stati presi in considerazione complessivamente 283 pazienti (175 maschi e 108 femmine), sottoposti a trapianto di rene tra il 1974 e il 2009. L’età mediana al trapianto era di 50 anni (range 11-76). Al momento della visita dermatologica di controllo l’età mediana era di 58 anni (range 23-82), mentre il tempo mediano intercorso dalla data del trapianto era di 7,2 anni. Per tutti i pazienti è stata valutata il tipo e la durata della terapia immunosoppressiva e la presenza di altri eventuali fattori di rischio endogeni (fototipo, familiarità…) o esogeni (esposizione solare o a fonti artificiali di UV professionale o ricreativa, pregresse ustioni…). In quattro pazienti all’anamnesi risultava l’exeresi di una neoplasia cutanea (3 epiteliomi, 1 melanoma) precedente il trapianto; altri 99 (34.5%) al momento della visita sono risultati affetti da una precancerosi (8) o una neoplasia (66 epiteliomi, 8 melanomi, 17 altre) insorta nel periodo successivo al trapianto. I melanomi erano prevalentemente “in situ” o sottili; tra gli epiteliomi, l’istotipo spinocellulare era rappresentato più frequentemente rispetto alla popolazione non trapiantata e costituiva il 33.3% delle diagnosi. Per entrambe le neoplasie, le sedi più colpite erano quelle fotoesposte e i soggetti con maggior rischio erano quelli di età più avanzata, con fototipo chiaro o anamnesi positiva per ustioni solari. Nel 12.4% dei pazienti sono state diagnosticate infezioni cutanee; queste erano nella maggior parte dei casi rappresentate da patologie virali (verruche, molluschi contagiosi) o micotiche (onicomicosi) di scarsa rilevanza clinica e comunque non tali da rendere necessaria la modificazione del trattamento immunosoppressivo. Le patologie cutanee infiammatorie croniche e autoimmuni erano scarsamente rappresentate, probabilmente come conseguenza di un ruolo terapeutico indiretto svolto dalla terapia immunosoppressiva. Anche per quanto riguarda gli effetti secondari di competenza dermatologica conseguenti alla terapia antirigetto non sono state osservate manifestazioni di particolare rilievo; il farmaco più frequentemente implicato era il cortisone e l’effetto più comunemente osservato la follicolite. In conclusione, la nostra esperienza conferma la necessità di un adeguato follow-up dermatologico per i pazienti sottoposti a trapianto di rene; i tempi e le modalità dei controlli devono però essere valutati prendendo in considerazione non solo la durata e il tipo di terapia immunosoppressiva ma anche le caratteristiche fenotipiche del paziente e la presenza di altri eventuali fattori di rischio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11579/77395
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