ema centrale di questo volume è l’utopia, analizzata in relazione al suo contrario, la distopia, con una specifica angolatura che fa perno sulla dimensione del tempo e che è volta a metterne in rilievo il rapporto col passato e col futuro. La dialettica tra passato e futuro è non solo la chiave di volta per comprendere alcune tensioni dinamiche che si sprigionano all’interno di molte utopie singolarmente considerate, ma anche un elemento imprescindibile per dar conto del complesso sviluppo storico di questo fortunato, poliedrico e inesauribile genere letterario. Il filone utopico si è spesso nutrito di suggestioni provenienti dal passato, classico o primitivo, per lanciare un ponte immaginario verso un futuro radicalmente altro, pensato come un sogno letterario teso a illuminare le storture del presente storico, oppure come una stella polare in grado di orientare il cammino verso la costruzione di una società tendenzialmente perfetta. Se l’obiettivo dell’utopia è quello di descrivere il progetto di una società ideale e desiderabile, scopo della distopia è quello di denunciare l’incubo di un mondo fondato su disvalori, in cui la perfezione è raggiunta in una dimensione negativa. Ma la distopia può essere anche il risultato di un semplice cambiamento di prospettiva: quello stesso luogo che all’utopista era apparso il migliore dei mondi pensabili, può rivelarsi il peggiore, se chi lo osserva assume un punto di vista valoriale opposto. In un ambito che rimane ampiamente da esplorare, i saggi qui raccolti affrontano casi e temi di studio sul pensiero utopico e distopico sette-ottocentesco, proponendo spunti e osservazioni da inediti scorci e impostazioni di ricerca.
Utopia e distopia tra antichità e futuro. Autori, temi, problemi (XVIII e XIX secolo)
Irene Gaddo
;
2024-01-01
Abstract
ema centrale di questo volume è l’utopia, analizzata in relazione al suo contrario, la distopia, con una specifica angolatura che fa perno sulla dimensione del tempo e che è volta a metterne in rilievo il rapporto col passato e col futuro. La dialettica tra passato e futuro è non solo la chiave di volta per comprendere alcune tensioni dinamiche che si sprigionano all’interno di molte utopie singolarmente considerate, ma anche un elemento imprescindibile per dar conto del complesso sviluppo storico di questo fortunato, poliedrico e inesauribile genere letterario. Il filone utopico si è spesso nutrito di suggestioni provenienti dal passato, classico o primitivo, per lanciare un ponte immaginario verso un futuro radicalmente altro, pensato come un sogno letterario teso a illuminare le storture del presente storico, oppure come una stella polare in grado di orientare il cammino verso la costruzione di una società tendenzialmente perfetta. Se l’obiettivo dell’utopia è quello di descrivere il progetto di una società ideale e desiderabile, scopo della distopia è quello di denunciare l’incubo di un mondo fondato su disvalori, in cui la perfezione è raggiunta in una dimensione negativa. Ma la distopia può essere anche il risultato di un semplice cambiamento di prospettiva: quello stesso luogo che all’utopista era apparso il migliore dei mondi pensabili, può rivelarsi il peggiore, se chi lo osserva assume un punto di vista valoriale opposto. In un ambito che rimane ampiamente da esplorare, i saggi qui raccolti affrontano casi e temi di studio sul pensiero utopico e distopico sette-ottocentesco, proponendo spunti e osservazioni da inediti scorci e impostazioni di ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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