Obiettivo: Individuare criteri di valutazione sulla evoluzione nel tempo del MACI®. Materiale e metodi: Sono stati valutati con RM 31 pazienti (20 uomini ed 11 donne), di età compresa tra i 17 e 52 anni, sottoposti ad impianto di condrociti autologhi mediante tecnica di ingegneria tissutale MACI®. In tutti i pazienti la diagnosi artroscopica era di condropatia di III e IV grado secondo la classificazione di Outerbridge. Le lesioni cartilaginee erano localizzate in 28 casi al ginocchio ed in 4 alla caviglia. In 2 casi è stato eseguito un second look artroscopico. I controlli RM sono stati eseguiti a distanza di 6, 12 e 24 mesi dall’intervento. Sono state acquisite immagini SE T1, FSE T2, Fat-Sat T1 e T2, GE T2*. Gli esami RM sono stati valutati a doppio cieco e confrontati con opportune schede di valutazione clinico-funzionale. Risultati: In 30 casi è stato possibile individuare la cartilagine neoformata, seguire le sue modificazioni di segnale nel tempo e misurare lo spessore del trapianto. In un caso la RM ha permesso di evidenziare il fallimento terapeutico per la mancata ristrutturazione della superficie cartilaginea. Conclusioni: La RM si è dimostrata indagine idonea a valutare l’evoluzione del MACI®. Con tale metodica è possibile considerare lo spessore della cartilagine neoformata, differenziare il fenotipo (ialino o fibroso) attraverso la valutazione del segnale ed esprimere inoltre un giudizio sulle condizioni dell’osso sottostante.

Ruolo della Risonanza Magnetica nel follow-up dell’impianto di condrociti autologhi su membrana (MACI®)

RONGA, MARIO;
2003-01-01

Abstract

Obiettivo: Individuare criteri di valutazione sulla evoluzione nel tempo del MACI®. Materiale e metodi: Sono stati valutati con RM 31 pazienti (20 uomini ed 11 donne), di età compresa tra i 17 e 52 anni, sottoposti ad impianto di condrociti autologhi mediante tecnica di ingegneria tissutale MACI®. In tutti i pazienti la diagnosi artroscopica era di condropatia di III e IV grado secondo la classificazione di Outerbridge. Le lesioni cartilaginee erano localizzate in 28 casi al ginocchio ed in 4 alla caviglia. In 2 casi è stato eseguito un second look artroscopico. I controlli RM sono stati eseguiti a distanza di 6, 12 e 24 mesi dall’intervento. Sono state acquisite immagini SE T1, FSE T2, Fat-Sat T1 e T2, GE T2*. Gli esami RM sono stati valutati a doppio cieco e confrontati con opportune schede di valutazione clinico-funzionale. Risultati: In 30 casi è stato possibile individuare la cartilagine neoformata, seguire le sue modificazioni di segnale nel tempo e misurare lo spessore del trapianto. In un caso la RM ha permesso di evidenziare il fallimento terapeutico per la mancata ristrutturazione della superficie cartilaginea. Conclusioni: La RM si è dimostrata indagine idonea a valutare l’evoluzione del MACI®. Con tale metodica è possibile considerare lo spessore della cartilagine neoformata, differenziare il fenotipo (ialino o fibroso) attraverso la valutazione del segnale ed esprimere inoltre un giudizio sulle condizioni dell’osso sottostante.
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