Questo libro affronta una questione rilevante per il lavoro sociale: come può l’assistente sociale esercitare potere nella propria pratica professionale in una logica anti-oppressiva? Come si può esercitare potere trattando la “persona come soggetto capace di autodeterminarsi e di agire attivamente”? L’autore prova a rispondere a tali interrogativi (adottando una specifica prospettiva teorica del lavoro sociale, quella del “critical social work”): in primo luogo, trattando del controllo sociale come specifica manifestazione del potere nella relazione tra assistente sociale ed utente; in secondo luogo, analizzando in che modo i paradigmi - che orientano il processo valutativo attraverso cui l’assistente sociale definisce la situazione di un utente per decidere se dare corso ad un intervento professionale - influenzano le forme attraverso cui il potere è esercitato, forme che possono favorire oppure contrastare le pratiche anti oppressive; e infine proponendo alcuni spunti teorici e metodologici (una “cassetta degli attrezzi”) per gli/le assistenti sociali che intendano abbracciare un approccio critico al lavoro sociale finalizzato a cambiare, in una direzione anti-oppressiva, le relazioni di potere con gli utenti dei servizi. Con questo libro intendo, in ultima istanza, fornire una cornice interpretativa e alcuni spunti metodologici per ritrovare il senso di un lavoro sociale in cui il potere possa essere gestito in una direzione trasformativa, coerentemente con i principi del codice etico.
Controllo e autodeterminazione nel lavoro sociale. Una prospettiva anti-oppressiva
Scarscelli Daniele
2022-01-01
Abstract
Questo libro affronta una questione rilevante per il lavoro sociale: come può l’assistente sociale esercitare potere nella propria pratica professionale in una logica anti-oppressiva? Come si può esercitare potere trattando la “persona come soggetto capace di autodeterminarsi e di agire attivamente”? L’autore prova a rispondere a tali interrogativi (adottando una specifica prospettiva teorica del lavoro sociale, quella del “critical social work”): in primo luogo, trattando del controllo sociale come specifica manifestazione del potere nella relazione tra assistente sociale ed utente; in secondo luogo, analizzando in che modo i paradigmi - che orientano il processo valutativo attraverso cui l’assistente sociale definisce la situazione di un utente per decidere se dare corso ad un intervento professionale - influenzano le forme attraverso cui il potere è esercitato, forme che possono favorire oppure contrastare le pratiche anti oppressive; e infine proponendo alcuni spunti teorici e metodologici (una “cassetta degli attrezzi”) per gli/le assistenti sociali che intendano abbracciare un approccio critico al lavoro sociale finalizzato a cambiare, in una direzione anti-oppressiva, le relazioni di potere con gli utenti dei servizi. Con questo libro intendo, in ultima istanza, fornire una cornice interpretativa e alcuni spunti metodologici per ritrovare il senso di un lavoro sociale in cui il potere possa essere gestito in una direzione trasformativa, coerentemente con i principi del codice etico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.