Le Eroidi di Ovidio hanno conosciuto un successo eccezionale nella Francia del Cinquecento e del Seicento, divenendo oggetto di traduzioni, imitazioni e adattamenti letterari e teatrali. Gli storici della letteratura e del teatro hanno da tempo rilevato il ruolo assunto dalle Eroidi nell’elaborazione della poetica tragica di Jean Racine, e nel corso degli ultimi decenni si è cristallizzato un certo consenso intorno all’uso della categoria di “eroide” per definire le eroine elegiache delle tragedie del tardo Seicento. Tuttavia, al di là del caso di Racine (già ampiamente studiato), e al di là delle “eroidi” post-raciniane (i cui legami diretti con l’opera di Ovidio si rivelano spesso incerti, se non inconsistenti), esistono numerose tragedie, tragicommedie e opere in musica che propongono, in forme diverse, delle vere e proprie riscritture teatrali delle Eroidi ovidiane. Questo volume affronta lo studio sistematico di 27 pièces composte fra la metà del secolo XVI e la fine del secolo XVII che portano sulla scena le eroine e gli eroi delle epistole ovidiane, organizzandole in nuclei tematici (Eroide I: Penelope; IV: Fedra; V e XVI-XVII: Enone, Elena e Paride; VI e XII: Isifile e Medea; VII: Didone; X: Arianna; XIV: Ipermnestra; XVIII-XIX: Ero e Leandro) e, all’interno di ogni nucleo, in ordine cronologico. Tale approccio permette (1) di rilevare i casi di adattamento diretto o mediato del modello ovidiano, analizzando le pratiche di riscrittura dei singoli autori e (2) osservando i rapporti di imitazione che legano fra loro diverse pièces del corpus; (3) di stabilire una periodizzazione degli adattamenti teatrali delle Eroidi, che tendono a procedere di pari passo con la pubblicazione delle principali traduzioni in versi e in prosa delle stesse Eroidi nel Seicento francese; (4) di mostrare come il trattamento ovidiano delle figure femminili del mito venga ripreso dai drammaturghi francesi dei secoli XVI-XVII al fine di attenuare le responsabilità di eroine che la tradizione tragica ed epica dipingeva come pienamente criminali (come Fedra o Medea), restituendo di converso un ritratto meno lusinghiero dei personaggi maschili; (5) di considerare lo statuto problematico che riveste Ovidio agli occhi degli autori di teatro francesi: meno prestigioso dei poeti tragici ed epici antichi, ma più affine di questi alla sensibilità moderna, Ovidio è una fonte generalmente nascosta (e talvolta esplicitamente negata) seppur ampiamente sfruttata dai drammaturghi della prima Età moderna.

Les héroïdes en scène. Adaptations dramatiques des lettres des héroïnes d’Ovide dans la France des XVIe et XVIIe siècles

Maurizio Busca
2022-01-01

Abstract

Le Eroidi di Ovidio hanno conosciuto un successo eccezionale nella Francia del Cinquecento e del Seicento, divenendo oggetto di traduzioni, imitazioni e adattamenti letterari e teatrali. Gli storici della letteratura e del teatro hanno da tempo rilevato il ruolo assunto dalle Eroidi nell’elaborazione della poetica tragica di Jean Racine, e nel corso degli ultimi decenni si è cristallizzato un certo consenso intorno all’uso della categoria di “eroide” per definire le eroine elegiache delle tragedie del tardo Seicento. Tuttavia, al di là del caso di Racine (già ampiamente studiato), e al di là delle “eroidi” post-raciniane (i cui legami diretti con l’opera di Ovidio si rivelano spesso incerti, se non inconsistenti), esistono numerose tragedie, tragicommedie e opere in musica che propongono, in forme diverse, delle vere e proprie riscritture teatrali delle Eroidi ovidiane. Questo volume affronta lo studio sistematico di 27 pièces composte fra la metà del secolo XVI e la fine del secolo XVII che portano sulla scena le eroine e gli eroi delle epistole ovidiane, organizzandole in nuclei tematici (Eroide I: Penelope; IV: Fedra; V e XVI-XVII: Enone, Elena e Paride; VI e XII: Isifile e Medea; VII: Didone; X: Arianna; XIV: Ipermnestra; XVIII-XIX: Ero e Leandro) e, all’interno di ogni nucleo, in ordine cronologico. Tale approccio permette (1) di rilevare i casi di adattamento diretto o mediato del modello ovidiano, analizzando le pratiche di riscrittura dei singoli autori e (2) osservando i rapporti di imitazione che legano fra loro diverse pièces del corpus; (3) di stabilire una periodizzazione degli adattamenti teatrali delle Eroidi, che tendono a procedere di pari passo con la pubblicazione delle principali traduzioni in versi e in prosa delle stesse Eroidi nel Seicento francese; (4) di mostrare come il trattamento ovidiano delle figure femminili del mito venga ripreso dai drammaturghi francesi dei secoli XVI-XVII al fine di attenuare le responsabilità di eroine che la tradizione tragica ed epica dipingeva come pienamente criminali (come Fedra o Medea), restituendo di converso un ritratto meno lusinghiero dei personaggi maschili; (5) di considerare lo statuto problematico che riveste Ovidio agli occhi degli autori di teatro francesi: meno prestigioso dei poeti tragici ed epici antichi, ma più affine di questi alla sensibilità moderna, Ovidio è una fonte generalmente nascosta (e talvolta esplicitamente negata) seppur ampiamente sfruttata dai drammaturghi della prima Età moderna.
2022
978-88-3613-258-4
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