Dopo un iniziale scetticismo la Comunità Scientifica ha accettato l’ipotesi che, sebbene non siano ancora completamente chiariti i meccanismi d’azione, può ritenersi fondata l’associazione di lesioni osteonecrotiche dei mascellari con l’assunzione di bifosfonati. Dall’analisi della letteratura emerge che il rischio d’insorgenza della BRONJ, la cui reale incidenza non è nota, è in relazione con il tipo di bifosfonato assunto (massimo per alte di BF contenenti gruppi amminici come il pamidronato, o nitrogeno come lo zoledronato), la dose, il tempo e la via di somministrazione, la patologia primaria per la quale il bifosfonato è somministrato, lo stato di salute generale del paziente e altre comorbidità. La maggior parte dei casi di Osteonecrosi si è verificata in pazienti con mieloma o secondarismi ossei in terapia con aminobifosfonati somministrati per infusione endovenosa e qualunque trauma, anche lieve che determini un’esposizione ossea nella cavità orale di un paziente in terapia attuale o precedente con bifosfonati, può scatenare una lesione osteonecrotica. Poiché le lesioni osteonecrotiche sono localizzate alle ossa mascellari, il loro determinismo è conseguente a traumi, anche lievi che determinano un’esposizione ossea nella cavità orale (estrazioni dentali 38-45%, malattia parodontale avanzata 25-28%, interventi di chirurgia orale parodontale, endodontica o implantoprotesica 8-12%, non identificabili 15-22%) e che allo stato attuale non esistono linee guida sul trattamento delle lesioni ossee conclamate anche in questo caso la prevenzione è la miglior terapia. Da ciò risulta l’importanza dell’istruzione e della motivazione degli igienisti dentali, oltre che degli odontoiatri e dei chirurghi orali, principali artefici della prevenzione primaria e secondaria delle malattie del cavo orale, nel trattamento dei pazienti esposti ai bifosfonati, che devono essere distinti in diversi gruppi cui applicare differenti protocolli secondo il tipo di bifosfonato assunto, dose, tempo e via di somministrazione, patologia primaria, e altre comorbidità che possono influire sul rischio di BRONJ.
Osteonecrosi da bifosfonati e igiene orale
MIGLIARIO, MARIO;FOGLIO BONDA, Pier Luigi
2012-01-01
Abstract
Dopo un iniziale scetticismo la Comunità Scientifica ha accettato l’ipotesi che, sebbene non siano ancora completamente chiariti i meccanismi d’azione, può ritenersi fondata l’associazione di lesioni osteonecrotiche dei mascellari con l’assunzione di bifosfonati. Dall’analisi della letteratura emerge che il rischio d’insorgenza della BRONJ, la cui reale incidenza non è nota, è in relazione con il tipo di bifosfonato assunto (massimo per alte di BF contenenti gruppi amminici come il pamidronato, o nitrogeno come lo zoledronato), la dose, il tempo e la via di somministrazione, la patologia primaria per la quale il bifosfonato è somministrato, lo stato di salute generale del paziente e altre comorbidità. La maggior parte dei casi di Osteonecrosi si è verificata in pazienti con mieloma o secondarismi ossei in terapia con aminobifosfonati somministrati per infusione endovenosa e qualunque trauma, anche lieve che determini un’esposizione ossea nella cavità orale di un paziente in terapia attuale o precedente con bifosfonati, può scatenare una lesione osteonecrotica. Poiché le lesioni osteonecrotiche sono localizzate alle ossa mascellari, il loro determinismo è conseguente a traumi, anche lievi che determinano un’esposizione ossea nella cavità orale (estrazioni dentali 38-45%, malattia parodontale avanzata 25-28%, interventi di chirurgia orale parodontale, endodontica o implantoprotesica 8-12%, non identificabili 15-22%) e che allo stato attuale non esistono linee guida sul trattamento delle lesioni ossee conclamate anche in questo caso la prevenzione è la miglior terapia. Da ciò risulta l’importanza dell’istruzione e della motivazione degli igienisti dentali, oltre che degli odontoiatri e dei chirurghi orali, principali artefici della prevenzione primaria e secondaria delle malattie del cavo orale, nel trattamento dei pazienti esposti ai bifosfonati, che devono essere distinti in diversi gruppi cui applicare differenti protocolli secondo il tipo di bifosfonato assunto, dose, tempo e via di somministrazione, patologia primaria, e altre comorbidità che possono influire sul rischio di BRONJ.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.