Cosa succede dopo che una legge è stata approvata? Intorno a questo semplice ma cruciale interrogativo si sono sviluppati gli studi sulla cosiddetta “implementazione” delle politiche pubbliche. Come evidenziato da varie ricerche condotte in anni recenti anche nel nostro Paese, si tratta di un processo composito e dall’esito incerto, attraverso il quale una decisione politica (di solito formalizzata in atto normativo) viene attuata e giunge a produrre effetti sociali. La struttura intergovernativa del sistema politico-amministrativo italiano fa si che la collaborazione tra istituzioni politiche ed apparati amministrativi di vario livello rappresenti la forma organizzativa tipica dell’intervento pubblico; è normale che nella formulazione ed attuazione di molte politiche, siano esse di tipo regolativo oppure a valenza distributiva o pianificatoria (servizi sociali, sanità, trasporti, ecc.), ministeri, assessorati regionali ed amministrazioni locali si trovino ad interagire sulla base di un programma che stabilisce in maniera più o meno chiara obiettivi,risorse e regole per l’azione interistituzionale, spesso definendo la cornice per gli interventi normativi (potremmo chiamarle “decisioni attuative”) dei livelli periferici di governo. E’ in caso della riforma del terzo settore e dei provvedimenti conseguenti, in un campo di policy che, al pari forse della sanità, manifesta una spiccata tendenza alla “regionalizzazione”. In tale contesto, il Piemonte ha interpretato in maniera forte un proprio ruolo regolativo ma soprattutto promozionale, puntando su un nuovo modello di costruzione partecipata delle politiche territoriali nei vari ambiti di impegno congiunto tra enti pubblici e organizzazioni che fanno riferimento al paradigma dell’economia sociale. Sullo sfondo di una sintetica descrizione del “Piemonte sociale” e del contesto regionale post riforma, il presente contributo analizza alcune iniziative che indicano l’emergere e il consolidarsi nel panorama piemontese di un modello innovativo di collaborazione tra enti pubblici e organizzazioni non profit.
Oltre la riforma: terzo settore e politiche pubbliche in Piemonte
BULSEI G.
2019-01-01
Abstract
Cosa succede dopo che una legge è stata approvata? Intorno a questo semplice ma cruciale interrogativo si sono sviluppati gli studi sulla cosiddetta “implementazione” delle politiche pubbliche. Come evidenziato da varie ricerche condotte in anni recenti anche nel nostro Paese, si tratta di un processo composito e dall’esito incerto, attraverso il quale una decisione politica (di solito formalizzata in atto normativo) viene attuata e giunge a produrre effetti sociali. La struttura intergovernativa del sistema politico-amministrativo italiano fa si che la collaborazione tra istituzioni politiche ed apparati amministrativi di vario livello rappresenti la forma organizzativa tipica dell’intervento pubblico; è normale che nella formulazione ed attuazione di molte politiche, siano esse di tipo regolativo oppure a valenza distributiva o pianificatoria (servizi sociali, sanità, trasporti, ecc.), ministeri, assessorati regionali ed amministrazioni locali si trovino ad interagire sulla base di un programma che stabilisce in maniera più o meno chiara obiettivi,risorse e regole per l’azione interistituzionale, spesso definendo la cornice per gli interventi normativi (potremmo chiamarle “decisioni attuative”) dei livelli periferici di governo. E’ in caso della riforma del terzo settore e dei provvedimenti conseguenti, in un campo di policy che, al pari forse della sanità, manifesta una spiccata tendenza alla “regionalizzazione”. In tale contesto, il Piemonte ha interpretato in maniera forte un proprio ruolo regolativo ma soprattutto promozionale, puntando su un nuovo modello di costruzione partecipata delle politiche territoriali nei vari ambiti di impegno congiunto tra enti pubblici e organizzazioni che fanno riferimento al paradigma dell’economia sociale. Sullo sfondo di una sintetica descrizione del “Piemonte sociale” e del contesto regionale post riforma, il presente contributo analizza alcune iniziative che indicano l’emergere e il consolidarsi nel panorama piemontese di un modello innovativo di collaborazione tra enti pubblici e organizzazioni non profit.File | Dimensione | Formato | |
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