Muovendo da una prospettiva retorico-letteraria proponiamo alcune riflessioni relative agli aspetti giuridici che innervano le discoverte vichiane. In particolare ci soffermiamo sulla nozione di “persona” così come viene da Vico indagata nel De uno e nella Scienza nuova. Torniamo così a rilevare la portata euristica della nozione di fictio iuris quale nucleo generativo della teoria dell’universale fantastico. Il caso della persona giuridica atta a sussumere una collettività di individui ne rappresenta un esempio evidente. Vediamo inoltre quale ruolo Vico assegni alla fictio iuris nel progressivo addomesticamento della violenza da parte del diritto romano antico impegnato a rispettare la sacralità della formola, e come ciò trovi conferma presso gli studi specialistici moderni che collocano la genesi della fictio nell’evoluzione della prassi sacrificale in direzione simbolica. Il nesso (nastro) che lega la fictio all’esperienza civile si configura così come spazio poietico aperto al verosimile, orizzonte di possibilità narrabile che l’infanzia dell’umanità inaugura e percorre nella lunga corsa dei secoli.

Le finte persone del serioso poema: sull'antropologia vichiana della "letteratura"

SINI, Stefania Irene
2014-01-01

Abstract

Muovendo da una prospettiva retorico-letteraria proponiamo alcune riflessioni relative agli aspetti giuridici che innervano le discoverte vichiane. In particolare ci soffermiamo sulla nozione di “persona” così come viene da Vico indagata nel De uno e nella Scienza nuova. Torniamo così a rilevare la portata euristica della nozione di fictio iuris quale nucleo generativo della teoria dell’universale fantastico. Il caso della persona giuridica atta a sussumere una collettività di individui ne rappresenta un esempio evidente. Vediamo inoltre quale ruolo Vico assegni alla fictio iuris nel progressivo addomesticamento della violenza da parte del diritto romano antico impegnato a rispettare la sacralità della formola, e come ciò trovi conferma presso gli studi specialistici moderni che collocano la genesi della fictio nell’evoluzione della prassi sacrificale in direzione simbolica. Il nesso (nastro) che lega la fictio all’esperienza civile si configura così come spazio poietico aperto al verosimile, orizzonte di possibilità narrabile che l’infanzia dell’umanità inaugura e percorre nella lunga corsa dei secoli.
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